venerdì 27 settembre 2013

Nessuno accetti l'invito di "decorare" il muro della vergogna.


Il muro della vergogna resti così come è

Come volevasi dimostrare Pinuccio Sciola non è disposto a rifare l'affresco e un opera d'arte non è rottamabile, Federico Carta è uno street artista, un writer taggatore prima che un muralista; tra la street art e il muralismo c'è qualche differenza non da poco (di contenuti politici per esempio), ma quello che mi chiedo è perché uno street artista che vive e lavora a Cagliari e che quindi produce e evolve il suo stile in presa diretta sui muri della città dovrebbe averne un altro? 
Crisa è già del territorio e al limite è da tutelare la sua produzione che già ha consegnato e consegnerà alla città, cerchiamo di non travisare le parole di Sciola, trascinati dall'onda della notizia, lui ha risposto a una domanda dove gli si chiedeva se fosse disposto a rifarlo e ha giustamente declinato l'invito dicendo che ci sono giovani interessanti come Federico Carta in giro; adesso io non so se questo diventi un invito reale, se il condominio o l'amministrazione comunale inviteranno Crisa a eseguire un murales sul luogo del misfatto, purtroppo in realtà provinciali come quella Cagliaritana tutto è possibile, per cui mi aspetto anche questo, ma mi sembrerebbe un cattivo investimento d'immagine da parte di tutti, anche per lo stesso Crisa, che in qualche maniera offenderebbe un Maestro e si renderebbe complice di tutto questo festival della noncuranza. L'occasione è invece giusta perché come artista faccia sentire il dissenso verso lo scempio compiuto e l'immagine migliore per denunciarlo è proprio la facciata asetticamente riverniciata. 
Crisa o chi per lui potrebbe "decorarla" da street artista di razza, non curante del condominio e dell'amministrazione comunale e quello potrebbe diventare il nuovo lavoro simbolo, figlio del reale dissenso, da tutelare in quanto bene pubblico e simbolico di chi non accetta tali abiure, altrimenti non si esce dalla pantomima del "vogliamoci bene" ogni qualvolta si offende il lavoro e la storia di un artista.

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