QUELLO CHE CI FOTTE SONO LE BANDIERE.
Quello che ci fotte sono le bandiere.
Quello che ci fotte è credere che dietro quegli stracci colorati e dietro le entità storiche che chiamiamo nazioni ci sia la nostra salvezza.
Quello che ci fotte è pensare che i diritti umani, la dignità, il rispetto per gli esseri umani, per la natura e per i viventi tutti, sia salvaguardato da entità chiamate nazioni e sventolanti stracci colorati.
Quello che ci fotte è credere che queste nazioni facciano il nostro interesse solo perché ci fanno parlare tutti uguale e ci fanno sventolare bandierine del cazzo, e ci dicono chi sono gli amici e chi sono i nemici, chi sono i buoni e chi sono i cattivi, e siccome noi siamo i buoni possiamo senz'altro applaudire, o almeno tapparci gli occhi, ad ogni nefandezza e atrocità inflitta all'altro, al nemico, al diverso, allo straniero, al cattivo.
Quello che fa stridere i denti dalla rabbia è mischiare la bramosia di petrolio con i valori dell'Occidente, mischiare Hollande con Montesquieu e Voltaire, mischiare gli interessi delle nazioni con i diritti e le felicità dei viventi.
Le nazioni, con i loro stracci colorati, i loro ributtanti concetti di "identità nazionale", di superamento delle differenze di classe attraverso la "solidarietà nazionale".
Puah!
Non dimentichiamo come nascono le nazioni, il "nazionalismo" e le finalità storicamente perseguite.
Torniamo all'inizio del XX° sec. e pensiamo ai grandi movimenti nazionalisti: l'Action Française, la Lega Pangermanica, l'Associazione Nazionalista Italiana.
Tutti movimenti volti a contrastare i regimi democratici e a disinnescare i conflitti sociali.
Quel nazionalismo sudicio che tra la fine del XIX° e la metà del XX° sec. ha costituito l'anima pulsante delle guerre tra le nazioni europee e dello scontro imperialistico tra le grandi potenze.
Uno dei più raccapriccianti bagni di sangue che l'umanità abbia conosciuto.
Dietro le nazioni c'erano i grandi potentati industriali, la volontà di conquista, la presunzione di popolo eletto che ad armi in pugno può arraffare forza lavoro per quattro soldi in patria e ricchezza e materie prime in Africa.
Il tutto accompagnato da consistenti quantità di sangue versato e di infelicità inflitta.
Il demonio da abbattere era l' "idea nuova", il socialismo, quell'internazionalismo morto sotto le insegne di un altro straccio colorato di falce e martello, sotto un altro nazionalismo, un altro imperialismo, un altro modo di sfruttare forza lavoro e soffocare felicità, il modo sovietico.
Contrastare la democrazia, negare e soffocare il conflitto sociale, predare le nazioni e i continenti più deboli.
Con qualsiasi mezzo a disposizione e con l'adesione appassionata del popolino sventolante bandiere.
Mi sembra che da allora non sia cambiato niente.
Antonio Musa Bottero
Quello che ci fotte sono le bandiere.
Quello che ci fotte è credere che dietro quegli stracci colorati e dietro le entità storiche che chiamiamo nazioni ci sia la nostra salvezza.
Quello che ci fotte è pensare che i diritti umani, la dignità, il rispetto per gli esseri umani, per la natura e per i viventi tutti, sia salvaguardato da entità chiamate nazioni e sventolanti stracci colorati.
Quello che ci fotte è credere che queste nazioni facciano il nostro interesse solo perché ci fanno parlare tutti uguale e ci fanno sventolare bandierine del cazzo, e ci dicono chi sono gli amici e chi sono i nemici, chi sono i buoni e chi sono i cattivi, e siccome noi siamo i buoni possiamo senz'altro applaudire, o almeno tapparci gli occhi, ad ogni nefandezza e atrocità inflitta all'altro, al nemico, al diverso, allo straniero, al cattivo.
Quello che fa stridere i denti dalla rabbia è mischiare la bramosia di petrolio con i valori dell'Occidente, mischiare Hollande con Montesquieu e Voltaire, mischiare gli interessi delle nazioni con i diritti e le felicità dei viventi.
Le nazioni, con i loro stracci colorati, i loro ributtanti concetti di "identità nazionale", di superamento delle differenze di classe attraverso la "solidarietà nazionale".
Puah!
Non dimentichiamo come nascono le nazioni, il "nazionalismo" e le finalità storicamente perseguite.
Torniamo all'inizio del XX° sec. e pensiamo ai grandi movimenti nazionalisti: l'Action Française, la Lega Pangermanica, l'Associazione Nazionalista Italiana.
Tutti movimenti volti a contrastare i regimi democratici e a disinnescare i conflitti sociali.
Quel nazionalismo sudicio che tra la fine del XIX° e la metà del XX° sec. ha costituito l'anima pulsante delle guerre tra le nazioni europee e dello scontro imperialistico tra le grandi potenze.
Uno dei più raccapriccianti bagni di sangue che l'umanità abbia conosciuto.
Dietro le nazioni c'erano i grandi potentati industriali, la volontà di conquista, la presunzione di popolo eletto che ad armi in pugno può arraffare forza lavoro per quattro soldi in patria e ricchezza e materie prime in Africa.
Il tutto accompagnato da consistenti quantità di sangue versato e di infelicità inflitta.
Il demonio da abbattere era l' "idea nuova", il socialismo, quell'internazionalismo morto sotto le insegne di un altro straccio colorato di falce e martello, sotto un altro nazionalismo, un altro imperialismo, un altro modo di sfruttare forza lavoro e soffocare felicità, il modo sovietico.
Contrastare la democrazia, negare e soffocare il conflitto sociale, predare le nazioni e i continenti più deboli.
Con qualsiasi mezzo a disposizione e con l'adesione appassionata del popolino sventolante bandiere.
Mi sembra che da allora non sia cambiato niente.
Antonio Musa Bottero
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