mercoledì 25 novembre 2015

"Zedda e Civati" di Antonio Musa Bottero

"Zedda e Civati" di Antonio Musa Bottero



Scusate, ditemi se ho capito bene.
I civatiani pretenderebbero che Zedda si presentasse alle elezioni per sindaco di Cagliari senza l'appoggio del Pd.
Sino a ieri tutto il clan Castangia si è trovato d'accordo sul fatto che Zedda abbia amministrato splendidamente la città, difendendo tutte le sue scelte a spada tratta, e ora, solo perché lo dice quel pupazzo di Civati, solo per soddisfare le sue isterie da amante tradito, Zedda dovrebbe mollare il Pd e perdere elezioni che si accinge a stravincere a man bassa.
Come se Zedda poi avesse tutti i meriti e il maligno e fedifrago Pd non avesse contribuito a questa sedicente "eccellente amministrazione".
Io in cinquant'anni non ho mai assistito a tanta idiozia e stupidità politica.
Credo che nella notte Zedda, per non morire dalle risate, abbia fatto ricorso a una robusta dose di spasmex.



Sapete che sono lombrosiano, o meglio Loweniano, e ho notato che Massimo Zedda è un politico anomalo. 
Avete notato che ha le spalle più larghe del culo, come gli atleti, come gli uomini normali, insomma, come direbbe un medico, ha uno sviluppo armonico, rientra nei canoni estetici codificati nel "De Divina Proportione" da Luca Pacioli e Leonardo da Vinci nel 1498.
Un'autentica anomalia nel mondo politico.
Forse è per questo che i civatiani lo attaccano, loro con il torace piccolino e il respiro compresso dentro più o meno tutte le armature psichiche codificate da Alexander Lowen e con il culo che cresce ipertrofico, invadente, unica parte del sé a cui è permesso di espandersi e comunicare verso l'esterno.
Scusate ma, dato il livello e gli argomenti del contendere politico, credo che a volte le chiavi di lettura degli accadimenti politici offerte da Luca Pacioli e Alexander Lowen siano clamorosamente più efficaci di quelle offerte da Carlo Marx.



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