mercoledì 14 marzo 2012

Cagliari priva d'arte contemporanea?


Cagliari periferia incapace di autodeterminarsi culturalmente?

http://youtu.be/A0plxK6ROg4
Mimmo Paladino, chi è costui? 

Mimmo Paladino, me ne parlava mio padre da piccolo, erano iscritti negli stessi anni in Accademia, un artista minimalista emigrato a Milano per insegnare in una scuola d'arte insieme ad Enzo Esposito un suo conterraneo anche esso pittore, erano gli anni settanta, Paladino l'Accademia non la terminò e nel milanese tentava di darsi un tono come artista concettuale, questo fino al 1979 anno in cui il critico Bonito Oliva inseguendo certe suggestioni underground che volevano la pittura lingua morta sulla scia di ciò che i mercati globali decretavano vincente decise di creare a tavolino la Transavanguardia ed esportarla attraverso la prima rivista d'arte contemporanea in Europa Flash Art, il bluff riesce e nel giro di qualche anno le quotazioni dei cinque artisti che in Italia coraggiosamente sono tornati a dipingere invadono il globo (in realtà non sapevano dipingere e forse neanche amavano la pittura ma raggiunsero un rapido consenso perché mai in Italia l'arte della pittura è stata lingua morta).
Per qualche anno Paladino si trasferisce addirittura a Nuova York per poi tornare a godersi la sua amata maturità artistica a Paduli nel beneventano, un raro caso di artista globale imposto dal mercato in ogni dove, anche se lo si sa il mercato globale ha i suoi trend e nel giro di pochi anni volta pagina e ricapitalizza altrove in crescita esponenziale, ragion per cui la bolla e la balla economica intorno alla transavanguardia si comincia a sgonfiare ed un Paladino di mercato primario (quello che per intenderci costituisce un filo diretto con l'artista) vale oggi quanto un dignitoso bilocale cagliaritano in pieno centro ristrutturato e consegnato come un confettino, in tempi di crisi comunque una offesa al comune senso del pudore, tra qualche secolo, quando cominceranno a fioccare in ogni dove i pittori a lui contemporanei, la sua quotazione ed il suo valore storico sarà destinato comunque ad abbassarsi ed il suo lavoro sarà visto per ciò che è, il frutto dell'anticamera del nuovo ordine globale dell'arte contemporanea che priva il territorio dei suoi segni di riconoscimento ed impone artisti creati dal marketing finanziario e dagli investimenti in borsa a tavolino.

Paladino, Bonito Oliva e la sinistra "democratica" di governo che cosa hanno a che vedere con la giunta Zedda?

Rientrato il fenomeno trasnsavanguardia ed anche la credibilità curatoriale internazionale di Achille Bonito Oliva il buon Bonito si è gettato in politica e legato all'area democristiana di sinistra ha cominciato a piazzare in tutte le giunte comunali Ds, Ulivo e Pd i pezzi del suo amato artista rivoluzionario che alla fine degli anni settanta per combattere il minimalismo italico imperante ha avuto il coraggio di imbracciare pennelli e scalpelli e cambiare il corso della storia, fino ad arrivare…., immaginate dove? All'entrata della galleria comunale dei giardini pubblici con una sua scultura, un pezzo multiplo che pagare più di diecimila euro mi sembra poco ragionevole dal momento che Paladino si affida ad esperti maestri nella realizzazione dei suoi lavori plastico scultorei che non esegue mai direttamente, prezzo dell'operazione da collezione? 50000 euro!
Adesso quello che mi domando è: ma in tempi di crisi come questi perché non si è investiti sulla ricerca e la cultura artistica nel sud Sardegna? Perché non si è creato un serio confronto dialettico tra l'arte prodotta da questo territorio che ha delle sue specificità ed altre realtà artistiche? Perché non bandire una borsa di studio internazionale per giovani artisti internazionali e farli confrontare con i sardi e realizzare opere sul posto dopo averlo vissuto e compreso? Misteri della giunta Zedda e di una politica culturale e nazionale provinciale di plastica subita passivamente!

Il vostro critico Tavor

lunedì 12 marzo 2012

Direttore Politi, riguardo i capelli meglio bianchi che calvi.


SI STA CONCLUDENDO L’ERA DI HIRST, KOONS, CATTELAN E BONAMI? Caro Giancarlo, non credi che l’essere entrati in un nuovo millennio e a causa di una crisi epocale, forse cruciale, debba portare un cambiamento altrettanto epocale nel sistema dell’arte? Non credi che in arte (ma in tutto) debba esserci un ripensamento su atteggiamenti e valori che hanno caratterizzato la fine del secolo e millennio scorso? Tu pensi che l’era di Damien Hirst, Jeff Koons, Maurizio Cattelan e Francesco Bonami stia volgendo al termine per lasciare spazio a una nuova e diversa generazione di artisti e curatori, forse meno aggressiva e certamente più etica? Io ho questa sensazione, che in alcuni momenti è certezza. Tu cosa ne pensi? - Francesco Cugini

Domenico "Mimmo" Di Caterino vs Giancarlo Politi: Flash Art n.300 anno 2012.

Giancarlo Politi al solito non perde occasione per ostentare la sua beata ignoranza.


12 / 3 / 2012
ASPETTANDO CHE IL MONDO CAMBI, I CAPELLI DIVENTANO BIANCHI
Caro Francesco,
tu mi ricordi un mio storico e impertinente interlocutore: tal Domenico (Mimmo per gli amici) Di Caterino, che vive tra Napoli e Cagliari. Imperterrito pittore amatoriale e insolente provocatore di professione, diventato ormai una macchietta
napoletana, da oltre venti anni mi annuncia che il sistema dell’arte è crollato e che ormai le gallerie storiche, tutte, sono andate a ramengo e così pure gli artisti, i critici e curatori. Magari semplicemente perché un quadro di Damien Hirst da un milione di euro che costava nella primavera del 2008, ora ne costa “appena” 950 mila, o che Jeff
Koons da 5 milioni di allora, adesso è sceso a 4,8 milioni. E questo Di Caterino, dall’alto delle sue tremende défaillance professionali, ogni sei mesi mi annuncia la fine del sistema dell’arte che conosciamo e l’avvento del suo sistema. Intanto quel giovane Di Caterino che io conoscevo è diventato un adulto a cui stanno crescendo i capelli bianchi, ma lui continua a regalare per strada i suoi quadri che nessuno vuole, annunciando però, in tutti i
possibili blog marginali, la fine di questo sistema dell’arte e l’Avvento del nuovo, cioè del suo. Come dire “dilettanti allo sbaraglio al potere”. Ma poi, inevitabilmente, si ritrova, ahimè, sempre al palo, senza una galleria, senza un riconoscimento, e forse senza un soldo in tasca. Caro Francesco, non so quanto durerà l’era di Koons, Cattelan, Hirst; certo, nulla è eterno, ma intanto loro da venti e più anni (Koons quasi da trenta) continuano a imperversare, a essere richiesti da musei, gallerie, collezionisti: insomma a essere i protagonisti della vita artistica internazionale e a essere straricchi. Cosa vorrebbe di più un artista oltre che essere celebre, ricco, richiesto, riverito? E Francesco Bonami? Anche lui ormai da circa venti anni è sulla cresta dell’onda e il suo potere si sta allargando e solidificando:
Corriere della Sera, La Stampa, Responsabile artistico del Comune di Milano e sempre Direttore della Fondazione Sandretto, già Direttore di Manifesta, della Biennale di Venezia e della Whitney Biennial: e qualche altra cosa arriverà
ancora. Se questa è decadenza, tutti vorremmo viverla in questo modo.
Giancarlo Politi
Replicato così, ovviamente come al solito, la mia risposta verrà occultata: 
Aspettando che il mondo cambi i capelli è meglio averli bianchi che calvi.
Carissimo e stimatissimo Direttore Politi,
quanti luoghi comuni nel ritratto che dall'alto della sua rubrica traccia di me, non ho mai considerato la professione dell'artista limitata ad una specializzazione, non è questa l'epoca del pittore contro pittore in nome di un linguaggio, mi sembra anacronistico limitare oggi il processo del fare artistico al fare pittura, scultura o quant'altro, una tale visione è lontana da questo mondo e rivela una totale estraneità alla vita reale ed alla ricerca di senso dell'arte, non mi meraviglia, tutti sanno che lei antepone il prodotto al processo, io da docente pubblico ritengo il processo più interessante del prodotto e questo tra di noi ha sempre creato una sana divergenza d'opinioni che lei ancora oggi sembra incapace di digerire.
I miei capelli bianchi aumentano è vero, nel frattempo mi sono sposato e ritirato in periferia a Capoterra, La Maddalena spiaggia per la precisione, non ho soldi in tasca e vivo con il mio pubblico stipendio con il quale è impossibile evadere le tasse (lei può dire lo stesso?), non ho una galleria di riferimento mai l'ho avuta e mai l'ho voluta, perché avere un gallerista di riferimento quando chi è interessato al mio lavoro può riferirsi direttamente a me?
Il mio lavoro non mira ad accontentare ma a riformulare schematismi che non sono scontati in tempi come questi e forse mai lo sono stati, ma lei ragiona con il listino prezzo degli artisti alla mano, fuorviante e da vero ignorante, le sue gallerie frenano l'economia ed impediscono la diffusione di interessanti ricerche artistiche che mai avranno l'onore di finire sulla sua testata.
I galleristi al limite li ospitiamo in una macchina che sto gestendo con mia moglie come fosse una galleria, ma a costo zero in rete con artisti ed addetti ai lavori che con l'arte sanno giocare e con le sue differenze si sanno confrontare, ma lei che cosa ne sa? Preso a rincorrere il mercato e le polemiche per fare quadrare il bilancio della sua rivista? In fondo io i miei capelli grigi li ho ancora tutti, lei quando è che ha perso i suoi?
Dalla Maddalena spiaggia a Capoterra, un sognatore canuto le manda il suo beffardo saluto, Domenico Mimmo Di Caterino.

giovedì 8 marzo 2012

Tavor Art Mobil, route n.3.


April 15-June 10:

Tavor Art Mobil, route n.3: Next station: Obrèscida 02.

Visual artistis: Marco Rallo, Michele Guidarini, Domenico Olivero, Luigi Ambrosio, Gianantonio Marino Zago, GEC Art, E IL TOPO, G & g-Lineadarte and Antonello Roggio.

Critical contribution by car: the architects George Saba and Gigino Massenti and the former Rockwool workers vying for the job Corriga Salvatore.


Prosegue l'indagine curatoriale del duo di artisti Ardau-Di Caterino sullo stato dell'arte e degli artisti visivi "ribelli e dissidenti" in tempi di crisi economica globale, questa volta saranno presenti in automobile:

Marco Rallo artista siciliano dal segno febbrile; il blasfemo ed anticlericale Michele Guidarini; il radicale del concetto portato alle estreme conseguenze estetiche Domenico Olivero; l'artista scartato di produzione ma ancora non smaltito Luigi Ambrosio; Zago colui che ricicla ed eleva tutto; Gec uno degli street artisti più interessanti della scena contemporanea; Gennaro e Giovanna di lineadarte officina creativa che non perdono l'occasione per dichiararsi una coppia di artisti prima che di curatori; Antonello Roggio massimo esponente di una nuova figurazione pittorica sarda che affronta le problematiche storiche della body e performance art.
Sarà presente in automobile anche il numero 12 di E IL TOPO rivista d'artista nata da un'idea di Gabriele Di Matteo, Franco Silvestro e Vedova Mazzei, pubblicata tra il 1992 e il 1996,
Il numero 12 della rivista verrà realizzato nel 2012, dopo sedici anni dalla pubblicazione dell'ultimo numero, in redazione gli artisti Gabriele Di Matteo, Piero Gatto, Franco Silvestro,
Mattia Barbieri, Francesco Fossati, Giovanna Francesconi, Francesco Locatelli, Monica Mazzone et Luca Pozzi, Direttore Armando della Vittoria il tutto in collaborazione con CAREOF DOCVA e SUPPORTICO LOPEZ.
In automobile a confrontarsi con il tutto il duo di architetti liberi professionisti e docenti presso il LAC di Cagliari Gigino Massenti e Giorgio Saba e l'ex operaio Rockwool in lotta per il lavoro Salvatore Corriga.

Questo viaggio curatoriale con le opere approderà anche ad Obrèscida 02- Alba d'oro project tempunou production, non si sa però bene dove e quando.

info: mariopesceafore@lifegate.it
cell.3807181951