domenica 28 giugno 2015

"Giancarlino Benedetti Corcos" di Iskra Iskra Iskra

Giancarlino Benedetti Corcos alla prima chiamata alle arti in una foto stringe inginocchiato un quadro.
Il vestito è sporco di quel colore che fa parte del suo sistema circolatorio, una deambulazione perenne intorno alla grazia di celebrare Roma.
L’astrazione come in Matisse ha le mentite spoglie dei fiori, della decorazione. 
Una linea della gioia nell’arte.
I mille papaveri rossi della celebre canzone diventano segno, la parola scritta introduce spesso da allucinazione ma si dice illuminazione! 

Ripeto introduce al segno dove astratto e figurativo si contendono il riposo su supporti laceri poveri, vissuti.
Sono passati tanti anni da quella foto e fin da allora l’artista è entrato in scena con il teatro, e la sua drammaturgia, fatta di parole che lui ha raccolto in taccuini che tiene nelle buste della spesa, la sera quando tutti eravamo più felici veniva la poetessa Laura Rosso allo studio di via De Cappelllari, i due innamorati stavano ore assieme al riparo da persone care ma invadenti. 
Erano soli e si scriveva quella dotta drammaturgia, quella comica stesura di lazzi e modi di dire, il teatro di una Roma che non si stupisce ed accarezza, pronta a dire la sua che la storia ‘’se l’è imparata da mo’’.
Molto spesso questo artista è animato da sentimenti filantropici ma se pure apre un borsellino è più quello che riceve di quello che può dare, e nel suo teatro-commediole in un atto solo-la stessa riflessione del suo ambiente tanto variegato fa tutti commensali ad uno stesso tavolo, il nobile, l’accattone, la persona di talento e chi non ha ne arte ne parte ‘’ma le piace de mangià e beve’’. Ma poi il dissidio continua solo lui l’artista si toglie il cappello e può attraversare il mondo.
C’è qualche episodio di insofferenza ma l’arte di Giancarlino si allarga e trova una nuova epoca di avventori, muse, perditempo. 
Chi si ferma è perduto, la regola benedettina ora et labora, qui anche uno stolto capisce.
Pittura e scrittura rispondono e interrogano ancora ed ancora, fanno un mercato nero, mercato di piccolo cabotaggio, un assicurazione contro il furto? Dalle carte arancioni dipinte con il colore ad olio che faceva un alone giallo e la madre professoressa incorniciava ai quadri che Laura Rosso poetessa e pittrice faceva esporre nei locali di Roma centro. 
Due momenti di cura ed amore.
Poi arriva la critica d’arte:Bonito Oliva mentore di Giancarlino una cosa detta ai quattro venti.
Lo sanno i collezionisti ma questi vengono non per delle parole altisonanti ma per una resistenza che fin dal 1972, lasciata la vespa e la protesta ha reso Giancarlino grande maestro.
Era un liceale e se non andava al mare andava a trovare gli uccelli alla facoltà di architettura anni dopo studierà architettura con Bruno Zevi. 
Ma soprattutto viene da studi economicI Giancarlno.

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