Chi ha studiato Storia dell’Arte ricorda i cinque punti dell’architettura stilati da Le Corbusier nella Conferenza su “L’Esprit Nouveau” del 1929.
Per chi, invece non li ricorda, li elenco qui appresso:
1) i pilotis
2) la pianta libera
3) la facciata libera
4) il tetto giardino
5) la finestra a nastro
Le spiegazioni che Edouard fornisce per questa selezione sono prevalentemente pragmatiche, il contenuto semantico pare quasi secondario. Ve le riassumo con parole mie:
1) L’umidità saliente dal terreno rende malsane le nostre case; se noi lasciamo a piano terra solo l’ingresso e i pilastri in c.a. che sostengono l’edificio (pilotis), spostando gli ambienti d’abitazione ai piani alti, abbiamo risolto il problema;
2) Grazie ai succitati pilotis non abbiamo più bisogno dei muri portanti che condizionavano la distribuzione degli ambienti, possiamo, pertanto, progettare la pianta dei nostri immobili in tutta libertà;
3) Liberando la facciata dal compito di sostenere le strutture sovrastanti (compito assolto dai pilastri), possiamo disegnare finestrature in qualsiasi forma e dimensione; se poi arretriamo il filo dei pilastri dalla linea di facciata, questa può essere totalmente finestrata senza soluzione di continuità;
4) Le coperture in cemento armato esposte alle intemperie sono soggette a sbalzi termici che possono lesionare la struttura stessa; se copriamo la terrazza con terreno vegetale e realizziamo un giardino sul tetto, l’umidità del terreno ridurrà gli sbalzi termici, salvaguardando la soletta;
5) Sempre grazie alla struttura in cemento armato, nelle facciate possiamo realizzare le finestre a nastro, anche per tutta la lunghezza della facciata medesima con importanti vantaggi nell’illuminazione degli ambienti interni.
Ma dopo 70 anni un docente della Facoltà di Architettura di Firenze, Giovanni Fanelli, pubblica la sua “Storia dell’Architettura Contemporanea”, in cui riporta un passo del discorso (per fortuna, integralmente trascritto) di Le Corbusier alla Conferenza su “L’Esprit Nouveau en Architecture”: "voglio parlare del cornicione che, in questo momento, ha sollevato un problema grave e scatenato passioni antagoniste. Così, come non ci sono più muri e tetti, si arriva quasi naturalmente a formulare questo principio eroico, carico di conseguenze: non esiste più cornicione possibile."
6) Eliminazione del cornicione.
I cinque punti dunque erano sei?
Penso di no.
Penso che la preparazione, prevalentemente umanistica, degli storici dell’Arte li abbia tratti in inganno; infatti se ragioniamo su due punti, la “facciata libera” e la “finestra in lunghezza” ci rendiamo conto che si tratta di due punti sovrapponibili o consequenziali: la finestra a nastro è consentita dall’adozione della facciata libera, quindi il secondo è possibile funzione del primo, ma, mentre la facciata libera viene adottata costantemente nei progetti di Le Corbusier, la finestra a nastro è adottata solo sporadicamente.
E il cornicione? Quello sì, viene definitivamente abolito, per cui ritengo sia questo il quinto punto che, quindi, dovrà sostituire la finestra a nastro nei libri di storia.
Per cui?... tranquilli ragazzi i cinque punti erano cinque e non sei, ma non erano quelli che conoscevamo.

