sabato 31 ottobre 2015

"STORIE ITALIANE DI ORDINARIA MISERIA: 8 EURO AL MESE IN PIÙ PER I DOCENTI"

"STORIE ITALIANE DI ORDINARIA MISERIA: 8 EURO AL MESE IN PIÙ PER I DOCENTI"



Eccola qui l'ultima beffa del governo (ABUSIVO) Renzi ai danni di docenti e dipendenti pubblici dopo ben 7 anni di blocco del contratto, ad opera del Governo (LEGITTIMO) Berlusconi.
Una vera e propria presa in giro di centinaia di migliaia di lavoratori che sopravvivono con stipendi ormai diventati da fame....

P.s. e non parliamo dei pensionati insegnanti, licenziati subito dopo l'altro governo abusivo (il primo) del sign. Monti (Bilderberg-Goldman Sachs)..., l''economista delle mie scatole!! 
I QUALI NEMMENO QUEGLI 8 EURO HANNO AVUTO., nella metà preventivata (e cioè 4 euro).
Ma quand'è che si va a votare??? 
Sono passati quasi 5 anni (un'intera legislatura) dal primo governo abusivo dei banditi, criminali e ladri???!!!



Angelo Riviello

"MARINO" di G Angelo Billia

"MARINO" di G Angelo Billia



Ho evitato di entrare nel merito di questa questione perché mi pareva giusto permettere, senza frapporre elementi di disturbo, alle persone che la valutavano una porcata, di esprimersi.
A giochi fatti, dopo che il commissario straordinario al comune di Roma è stato indicato, ritengo corretto aggiungere anche la mia opinione.
La verità nuda e cruda, porta dritto ad una considerazione: la farsa delle primarie, intese come momento democratico, ha convinto fior di persone, anche chi, in assoluta buonafede, non è stato in grado, concettualmente, di inserirla nel contesto generale del degrado democratico del paese.
E’ un fenomeno sociologico che viene da lontano, precisamente risale alla personalizzazione della politica. 

Pochi si sono resi conto che l’imbroglio, oltre a rappresentare la negazione della politica come confronto di idee, ha in sé una clausola di salvaguardia della classe dominante la quale, proprio perché non espressa apertamente, la pone al riparo dai contraccolpi della gestione ufficiale del potere.
Senza spremersi troppo, non è forse vero che, in termini percentuali, chi riversa il proprio risentimento verso il ventennio fascista, lo fa al 90% sulla figura di Mussolini e solo il rimanente 10%, ad essere ottimisti, ricorda con pari rigore le responsabilità del mandante, cioè della borghesia?
Domandiamoci perché, anziché prendercela con gli ispiratori delle misure d’austerità, cioè Gli Squinzi, ci limitiamo a condannare Napolitano, Monti, Letta e Renzi, senz’altro meritevoli del nostro disprezzo, ma pur sempre strumenti.
Allo stesso modo, l’entità Europea non è altro che ciò che la classe dominante, anche italiana, ha voluto. 

Ed è per questo che, chi si oppone all’Europa su basi nazionalistiche, in realtà supporta gli interessi di chi l’ha costruita.
Tornando a Marino, cioè a quella genìa di politici “non politici”, figli naturali della concezione “democratica” assimilata dagli Stati Uniti, tristemente paga il frutto delle sue scelte. 

Quando i presupposti politici sono quelli del suo partito, il destino e la longevità politica di ognuno sono legati semplicemente al maggiore o minore gradimento di chi conta davvero, e il chi conta davvero pro tempore è Renzi.
L’onestà, la corretta amministrazione, la stessa mafia capitale non c’entrano nulla. 

C’entra soltanto non mettersi, neanche incidentalmente, per traverso rispetto ai progetti di chi tutto decide, non ultimo il Vaticano.

martedì 27 ottobre 2015

Tanto lavoro per "nulla" di G Angelo Billia

Tanto lavoro per "nulla". 



Se il mondo ha dimenticato, grazie alle balle sulle torri, che i petrolieri maggiori finanziatori di Bush si sono resi responsabili di una truffa inaudita scappando col malloppo, e che l'inchiesta aveva iniziato a scoprire gli altarini di bush stesso, tanto che ormai si diceva apertamente che entro un mese sarebbe stato smascherato, beh, vuol dire che a livello di massa si è perso completamente il senso critico. 
E' tutto nel dimenticatoio e ciò significa, per molti, anche in casa nostra, che quello che si è fatto dopo, guerre comprese, è stato criminale quanto l'atto che le ha generate, quindi scomodo, molto scomodo per chi ha preso parte da posizioni di responsabilità alla farsa orchestrata dalla mafia politica americana.
Del resto, come si dice, il lupo perde il pelo... e tanto più vale, in presenza di masse di pecore che non cessano di adorarlo.




lunedì 26 ottobre 2015

"Blair ammette?" di G Angelo Billia

BLAIR AMMETTE?

“Abbiamo sbagliato con l’Iraq, abbiamo prestato fede ad informazioni sbagliate e abbiamo favorito la nascita dell’Isis. 

Però Saddam è stato giusto abbatterlo, era un assassino del suo popolo.”



E’ il piccolissimo tributo di uno dei boia, per non dire niente, ma per non essere spiazzato dalle “rivelazioni” passate e prossime venture.
Recentemente, anche per bocca del “nostro” Presidente del Consiglio, qualcosa di simile è stato detto sull’aggressione alla Libia.
Due cose accomunano queste rivelazioni. 

L’una è che si dà per scontato il diritto d’ingerenza in paesi terzi, allo scopo di cambiare il governo non gradito. 
Qui la foglia di fico è rappresentata dai riferimenti ai popoli vessati, senza badare alla contraddizione che la coalizione occidentale aveva, e sicuramente ha, cioè un bel vivaio di assassini del popolo, come Pinochet, su cui contare.
La seconda è la constatazione che ciò che si ammette è diventato patrimonio comune di conoscenza di milioni di persone.
Considerato quindi che, quando si aprono quelle bocche è solo per pescare nel torbido cercando di uscirne immacolati, c’è da domandarsi come mai non ci siano ancora esternazioni di Giorgio Napolitano, il quale sulle responsabilità per l’avventura libica avrebbe molto da dire.
Azzardo un’ipotesi: vuoi vedere che conta sulla proverbiale smemoratezza degli italiani?
Certo, c’è il silenzio di Berlusconi, notoriamente tirato per i capelli, si fa per dire, nell’aggressione militare. 

Il suo, però, è un silenzio più comprensibile. 
Come potrebbe spiegare, infatti, la bava che faceva capolino ogni volta che parlava d’affari con Gheddafi?
Forza Napolitano!

 Che ci vuole? 
Ammetti d’esserti sbagliato anche tu! 
Tanto i tuoi morti sono già ricoperti dagli altri, causati dagli “errori” che verranno confessati, molto parzialmente, domani.


"Carni lavorate cancerogene" di G Angelo Billia

Le carni lavorate come i wurstel ''sono cancerogene'', e vanno inserite nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta come il fumo e il benzene. Lo afferma l'International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'Oms.
Meno a rischio quelle rosse non lavorate, inserire fra le 'probabilmente cancerogene'.

In qualità di persona che da lunga pezza ha smesso di farsi prendere per il sedere dalle "verità" ufficiali, credo proprio sia il caso di chiedersi a chi serve. 
Come sempre, da profano sospettoso vorrei vedere le modalità scientifiche utilizzate per costruire il capolavoro reso pubblico.
Dal momento che è improbabile abbiano rimpinzato, per almeno trent'anni, un campione significativo di persone con la carne lavorata e che è altrettanto improbabile il confronto con un campione di vegetariani, sarei davvero curioso di vedere le forzature statistiche utilizzate per giungere a questo risultato.
Dal momento, poi, che l'ONU sponsorizza l'uso degli insetti nell'alimentazione, e lo capisco perchè la popolazione mondiale è in costante crescita, vorrei vedere quali studi oncologici preliminari sono stati fatti in proposito.
E' chiaro che l'alimentazione diventa una questione ideologica solo se ci si allontana dalla scienza, ma è altrettanto vero che la scienza può servire un'ideologia.

 E' sufficiente usarla in modo distorto e strumentale.
A parte tutto, resta il fatto che quando la religione la faceva da padrone, il paziente era ammalato per volontà divina, perchè aveva di sicuro qualche colpa da espiare e anche per questo oggi si vorrebbe qualcosa di diverso. 

Invece questa scienza, che incolpa il paziente anzichè dare risposte sull'origine delle malattie, somiglia stranamente a quella religione. 
Non abbiamo bisogno di studiosi sacerdoti, che ci dicano come vivere, servono solo studiosi che facciano altro, per esempio ci spieghino perchè, oggi, un uomo su tre morirà di tumore, ma forse per questo servono scienziati che dimentichino le verità farlocche di una scienza asservita.


venerdì 23 ottobre 2015

T.A.M. CAGLIARI NR.70 # SALVATORE CAMMILLERI E ANNARITA BORRELLI “GRAND GUIGNOL”

Salvatore Cammilleri con il suo “Grand Guignol” e il suo teatrale dell’emotivo esistenziale e passionale.


Salvatore Cammilleri in coppia con Annarita Borrelli, critica e poetessa, compagna d’arte e di vita, che omaggia (in fede) con “L’autrice“.



lunedì 19 ottobre 2015

"Economia di guerra" di G Angelo Billia


"Ma certo questi piccoli particolari non possono interessare né a Poroshenko, né al battaglione Azov, cuore nero della guardia nazionale ucraina, interamente formato da nazisti: la nuova festa nazionale nasce proprio come un pretesto per celebrare il regime e Azov c’entra con il coinvolgimento delle truppe ucraine nella presa della Crimea nel 1941 a fianco dei nazisti.
 Con tanto di strage di Odessa. 
Ma la cosa incredibile e vergognosa è che l’occidente, anche dopo aver toccato con mano il disastro ucraino con una caduta del pil del 50% e il potere affidato di fatto alle squadre naziste si presti a tutto questo: e celebri Poroshenko quando a Kiev nella giornata della menzogna nazionale, passa in rassegna i potenti armamenti di Kiev, carri armatai T64, usciti di produzione nel 1970 e blindati Brt rimandati indietro dal governo irakeno perché inservibili.

Ma fosse solo tenere mediaticamente bordone a un cioccolataio porciforme sarebbe niente. 
Il fatto è che per sostenere la guerra per procura contro la Russia, l’Fmi che ha negato anche gli spiccioli alla Grecia, ha concesso a Kiev prestiti per cifre otto volte superiori al limite massimo consentito dal suo stesso regolamento".




G Angelo Billia

giovedì 8 ottobre 2015

"Non sono all’altezza" di G Angelo Billia

FIDANZAMENTO D’INTERESSE
Che le cose fra Casa Bianca e la sua emana

zione in MO, lo Stato nazista d’Israele, non andassero troppo bene si sapeva. I segnali del malessere israeliano c’erano tutti, dalle dichiarazioni feroci, appena mitigate da un residuo di vezzo diplomatico, di Netanyahu, alla mobilitazione della lobby ebraica statunitense contro Obama, fino a giungere agli incontri dello stesso Netanyahu con i repubblicani, in opposizione al partito del presidente.
Le ragioni di tale malessere sono note, ma l’elemento di fondo, quello che ha mandato su tutte le furie l’Adolf d’Israele, è l’accordo sul nucleare iraniano.
Il governo israeliano considerava l’Iran “cosa sua”, da risolvere, a tempo debito, a suon di bombe. 

Bastava che gli SU continuassero nell’azione, condotta con lo stesso stile di quella relativa alle armi di distruzioni di massa, inesistenti, di Saddam. Sarebbe seguita una bella coalizione internazionale, magari, ma non è detto, sotto egida ONU, e i palestinesi avrebbero perso l’unico appoggio statale esistente nell’area.
Quest’operazione, per Israele, avrebbe avuto il pregio, tra l’altro, di relegare ancora in un cantuccio la superpotenza russa, per procedere allo smembramento della Siria e rendere definitiva l’annessione del Golan, magari con altre acquisizioni territoriali.
L’accordo ha mandato a carte quarantotto il piano, sancendo anche il reingresso della Russia sulla scena politica internazionale, in qualità di garante dell’accordo stesso. Il groviglio delle contraddizioni dell’imperialismo occidentale in medio oriente, ha fatto il resto.
Che la Russia avrebbe usato questa nuova posizione per incidere ulteriormente sugli equilibri politici in medio oriente, nelle cancellerie occidentali lo si sapeva già prima dell’accordo, nulla di strano, quindi, se la diplomazia israeliana già lavorava per un accordo con la Russia, allo scopo di neutralizzare quello che percepiva come il pericolo iraniano e mantenere in un ambito regionale, quello che sarebbe stato l’intervento militare russo.
L’altro elemento, divenuto, a causa della nuova situazione, vitale per Israele, è la consapevolezza della transitorietà dell’alleanza di fatto con gli emirati arabi e con la stessa ISIS. 

Se il revanscismo panarabo risulta ancora in secondo piano rispetto al servizio all’imperialismo occidentale, esso è destinato a prendere il sopravvento nel momento in cui le conquiste sul campo del califfato, permettessero di acquisire alla causa panaraba paesi come la stessa Siria. 
Cosa ciò significherebbe per Israele è facilmente intuibile.
Da questo amalgama di contraddizioni scaturisce l’incontro Netanyahu Putin e il gruppo di contatto, a Tel Aviv, fra i due paesi. 

Si tratta di un fidanzamento d’interesse transitorio, che s’inquadra perfettamente nell’assenza permanente di qualsiasi concetto morale, nel carnaio mediorientale e in chi lo ha creato, NATO e Washington in testa.




Non sono all’altezza


Si presenta bene, fare serioso, abbigliamento in tono, ragionevolezza melensa appena scalfita dallo scatto di nervi, che si intuisce nella perdita (pilotata), per alcuni nanosecondi, dell’aplomb, quando gli argomenti, tanto amabilmente affrontati, richiedono maggiore coinvolgimento per essere credibili.
E’ il narratore moderno di favole, definito anche giornalista televisivo.
Si deve a lui se un satrapo di provincia diventa partito, se un vecchio arnese della finanza nominato dall’altrettanto vecchia badessa, giocando a fare il tedesco, in Parlamento, mette in ginocchio migliaia di persone, se un chierichetto della DC “unto” dalla vecchia badessa, non dimentica dei trascorsi giovanili, viene inteso come un filantropo che periodicamente elargisce doni al popolo.
Sempre a lui, si deve l’esecrazione per i gestacci, anche chiamati scioperi, a cui qualche volta si abbandona la gente che lavora. 

E’ lui che riferisce l’appellativo “terrorista” ai danni dei resistenti e la definizione “missioni di pace” alle guerre condotte da noi. 
Ed è lui che osa chiamare imparzialità l’intervista, spesso casuale, ad un partecipante ad una manifestazione di protesta, annegata nel mare delle falsificazioni di quelli che contano.
Alle spalle ha una vecchia tradizione a cui attingere, quella della velina, del salto sul carro della cordata vincente, del servizio pubblico che non è mai stato tale, della popolarità immeritata e soprattutto quella della carriera e dello stipendio.
Diciamo che, almeno lui, condivisibile o no, qualche motivo ce l’ha.
Ora bisognerebbe parlare del suo pubblico, ma non mi sento all’altezza.



lunedì 5 ottobre 2015

"Nello stato di natura" di Antonio Musa Bottero

"Nello stato di natura" di Antonio Musa Bottero



Nello "stato di natura" gli animali organizzati in branco hanno un maschio che prevale sugli altri attraverso dei meccanismi più o meno cruenti.
Il maschio alfa, è così che si chiama, una volta dimostrato di essere il più sano, il più forte e il più adatto a dar vita ad una prole sana e in grado di sopravvivere, ha il diritto di accoppiarsi con tutte le femmine del branco.
Gli altri maschi vengono tollerati, si collocano ai margini del territorio e soddisfano i loro istinti sessuali ficcandosela nel culo l'un l'altro, nella speranza che al prossimo combattimento possa andar meglio.
Appare evidente come la democrazia del terzo millennio abbia fatto saltar per aria tutti i parametri dello "stato di natura".



sabato 3 ottobre 2015

T.A.M. Cagliari al Sunrise a Caltagirone con Mansourcing

T.A.M. Cagliari al Sunrise a Caltagirone con Mansourcing






IN BOMBA VERITAS di G Angelo Billia

IN BOMBA VERITAS di G Angelo Billia



Ma che strano, all’improvviso spunta l’esercito della CIA, cioè degli Stati Uniti e si scopre che sta attaccando il Governo di Damasco.
Sono fra quelli che ha preso la sua dose di insulti quando, a suo tempo, sgambettando i sinistri italiani che parlavano di guerra di liberazione, sosteneva che si trattava di un’operazione militare orchestrata dagli USA, al solo scopo di inserire la Siria e la sua produzione petrolifera nell’alveo dei paesi d’obbedienza statunitense.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, migliaia di morti hanno rimpinguato l’elenco delle vittime degli SU e alleati, il silenzio è subentrato al furore esaltatorio di parte della sinistra italiana e, finalmente, arrivano le ammissioni ufficiali dei media.
Né le ammissioni si fermano qui. 

Scopriamo che in Afganistan i baldi eserciti occidentali hanno fallito, tanto che, se non guardassi con disprezzo la figura del professionista delle armi, giusto per rimanere in un ambito di ragionamento comprensibile per persone che hanno considerato corretto inviare truppe a sostegno delle aggressioni americane, chiederei conto dei caduti al Governo e al Parlamento.
Finalmente si dice apertamente, però senza mai citare i responsabili italiani, che l’avventura militare per defenestrare Gheddafi è stata una bestialità, come lo è stata la guerra contro l’Iraq. 

Preciso che ci sono anni luce fra chi fa queste recriminazioni basate essenzialmente sui risultati fallimentari per le mire occidentali e chi, come me, lo fa perché considera l’autodeterminazione dei popoli fattore imprescindibile.
L’attacco militare della Russia in Siria ha il pregio di aver aperto questa finestra “informativa” in occidente.
Il Pentagono piagnucola perché i bombardieri non fanno distinzioni fra i mercenari pagati e preparati da lui direttamente, e quelli pagati e preparati dai suoi alleati, Arabia Saudita, Qatar e Turchia in testa. Ciò rende esplicita la menzogna con la quale in questi anni è stato presentato il cosiddetto terrorismo islamico, si tratta di creatura americana esattamente come lo è stato in Afganistan, in Ucraina e in Cecenia.
L’intervento russo avviene in un momento fra i più complessi della situazione mediorientale. Finite le “primavere arabe” con l’installazione, in Egitto, di una giunta militare supina agli interessi americani e con l’aggressione in atto contro lo Yemen ad opera della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, nella quale è inserito l’Egitto stesso, con la situazione irachena tutt’altro che normalizzata, con Israele che continua imperterrita la sua guerra di sterminio della popolazione palestinese e affila i coltelli per assestare il colpo, nel momento più opportuno, a quello che considera suo nemico giurato, cioè l’Iran, magari col contributo dell’Arabia saudita stessa, con una Libia divenuta terra di nessuno dopo la sua “primavera” e l’”aiutino” occidentale, con una Turchia crocevia della guerra d’aggressione contro la Siria, che non perde occasione, tra l’altro, per mandare i suoi caccia a bombardare le formazioni curde fingendo di bombardare l’ISIS.
Sul versante propriamente occidentale la situazione è tutt’altro che definita. I tentativi americani di Utilizzare la crisi Ucraina, dopo averla creata, come elemento di rottura definitiva fra Europa e Russia, al di là della facciata presentano vistose crepe. Non tutti, soprattutto fra quelli che “contano”, come la Germania, sono disposti ad andare davvero in profondità in questo processo. Sono troppi gli interessi commerciali esclusivamente europei ad essere seriamente minacciati.
Questo è il quadro che offre la chiave di lettura più appropriata per l’”incidente” americano della Wolkswagen, si tratta di una dimostrazione concreta che gli USA, “pacificamente” possono fare molto male agli alleati riottosi.
Non manca, però, nel vecchio continente, il piccolo cabotaggio alla Renzi, che aspira a guidare una coalizione atta ad imporre gli interessi del capitale nostrano, né quella, per certi versi infantile, di Holland che, al pari del suo predecessore vuole, almeno per una volta fare sfoggio di grandeur, dimenticando che quando viene preso in considerazione davvero è solo perché serve a qualcuno molto più in alto, per fare il lavoro sporco, esattamente come per l’Italia.
L’attacco Russo avviene in questo scenario e, occorre dirlo, anche se non condivido la “legalità” delle regole ONU, in un quadro di legalità internazionale distante dalla legge del più forte usata dagli USA per creare il macello siriano.
Resta il fatto che, come si può intuire, le variabili politiche sono molte e spesso quest’ultime si trasformano in variabili militari, i cui effetti sono imprevedibili, ma sempre nefasti.
Inutile dirlo, quando l’imperialismo si scanna è comunque sempre il popolo a pagare. 

La salvezza, l’unica, sta nella consapevolezza che senza l’estinzione della classe dirigente e l’unità internazionale degli sfruttati costruita per questo scopo, anche le guerre non avranno mai fine.

giovedì 1 ottobre 2015

"Esattamente un anno fa..." di Antonio Musa Bottero


Esattamente un anno fa...


Da riascoltare. 
M'impressionarono molto quelle parole e l'aggressività e i toni con cui vennero pronunciate.
Scrissi così e ancora la penso così:
Cosa rimane dell'uomo in cui abbiamo riposto tanta speranza?
Un mutante stanco, thatcheriano, rassegnato al corporativismo più becero, complice disinvolto del più grande attentato al mondo del lavoro, soldatino diligente di Renzi.
Ha usato il termine "Comunità di destino" così assonante con il "Membra sumus corporis magni” di Sergio Panunzio e con gli altri slogan del corporativismo fascista che culminò nella Carta del Lavoro del 1927.
Cosa rimarrà di lui?
Niente, assolutamente niente.
L'ennesima personalità politica insignificante da aggiungere alla lunga lista nella storia della Sardegna
(Un esempio di comunità di destino: a Sergio Marchionne uno stipendio di 5,7 milioni di euro nel 2013, ad un operaio Fiat 17.736 euro lordi all’anno).
 Antonio Musa Bottero