lunedì 30 luglio 2012

Luca Rossi :)


Mimmo:
Ho letto il tuo articolo su Flash Art, veramente imbarazzante, per te s'intende, giochi tutto su un meccanismo dialettico interno che non può che mirare a materializzare situazioni interne a quel sistema dell'arte, non si tratta di vera critica ma di un ritaglio di spazio, lo trovo poco coraggioso....

Luca Rossi:
Interne? Come puoi parlare di interno se non hai una definizione della "scatola". Io credo che tu vedi solo quello che hai negli occhi e ti privi di tante cose.

Mimmo:
..la definizione della scatola e la sua struttura la puoi conoscere e ricavare dall'esterno, smontandola, rimontandola, per capire come funziona una scatola per le scarpe non devi necessariamente ridurti ad essere piccolo come uno scarafaggio per entrarci dentro non trovi? Ovviamente io vedo quello che la mia cognizione di causa mi mostra e penso che tutto sommato non mi stia privando di molte cose o tu come insider pensi di passartela molto meglio di me?


sabato 28 luglio 2012

Basta con le speculazioni sul contemporaneo!

Firma l'appello

http://www.firmiamo.it/aboliamo-la-definizione-di--contemporanea---dai-musei






Abolire la definizione “Contemporanea” dai Musei italiani di Arte



DAMIEN HIRST
Ormai è uno TZUNAMI quello che si sta alzando contro il sistema mafioso chiamato “ARTE CONTEMPORANEA” che ha inquinato tutto con bugie, falsità, truffe, ipocrisia, ciarlataneria, inganni e usura. Adesso protesta anche JULIAN SPALDING, ex direttore dei musei di arte contemporanea di Glasgow, Manchester e Sheffield per una mostra di Damien Hirst alla Tate Modern Gallery di Londra.
La stessa cosa aveva fatto qualche giorno fa l’artista ingleseDAVID HOCKNEY (vedi articolo qua sotto). Ma ormai sono moltissimi gli esperti d’Arte più prestigiosi del mondo che hanno smascherato e denunciato la GRANDE TRUFFA chiamata “ARTE CONTEMPORANEA”, come MARC FUMAROLI, storico e saggista, membro dell’Académie française ; come JEAN CLAIR, scrittore, storico dell’arte e curatore francese, anche lui membro dell’Académie française; come RUDOLF ARNHEIM, scrittore, storico dell’arte e psicologo tedesco; come RICHARD SENNET , sociologo e scrittore statunitense, come ROY STRONG, storico e gallerista britannico, ex direttore del Victoria & Albert Museum e della National Portrait Gallery di Londra ecc.

DAMIEN HIRST
A parte le palesi patacche fatte passare per “arte” dal cinismo e dalla speculazione di collezionisti miliardari (come appunto quelle di Damien Hirst), Il nocciolo fondamentale del problema sta proprio nella FAZIOSITA’ della definizione “ARTE CONTEMPORANEA”, che ormai ha ingorgato tutti gli spazi dell’Arte.
E non c’è modo di arrivare a mediazioni, che permettano a tutte le espressioni d’Arte odierne di poter essere presentate al pubblico: i sostenitori della cosidetta “ARTE CONTEMPORANEA” sono intransigenti, intolleranti, arroganti, settari e spesso anche aggressivi per disperazione….perchè, come afferma Jean Clair “Dalla pittura d’azione di Pollock agli happening, e dagli happening agli eventi, alle installazioni, ai gesti, al fatto di «investire» un luogo, tutta la storia dell’arte contemporanea, come i gesti disperati di un nuotatore che anneghi, è storia di una sparizione, nel suo specifico di una maestria perduta”.

JANNIS KOUNELLIS
La faziosa definizione “CONTEMPORANEA” nei Musei d’Arte è come la “SVASTICA NAZISTA” sulla facciata di un Parlamento: è una contraddizione in termini.
Si potrebbe incominciare con togliere questa parolaccia dai Musei FINANZIATI CON SOLDI PUBBLICI, per permettere a chiunque di poter lavorare, opinare, studiare, contemplare e conoscere creativamente senza dover confrontarsi con questa DIABOLICA e DISTRUTTIVA NUOVA INQUISIZIONE.

CINDY SHERMAN
Qui sotto l’ennesiomo articolo di protesta nei confronti di questa asfissiante e corrotta situazione.
Damien Hirst, fra Arte e Etra
di Margherita Loy

Una piccola notizia oggi sui giornali mi ha fatto sobbalzare di gioia. Il quotidiano inglese The Indipendent ieri ha pubblicato un’intervista di Julian Spalding, ex direttore dei musei di arte contemporanea di Glasgow, Manchester e Sheffield, in cui afferma che l’arte di Damien Hirst semplicemente non è arte. L’attacco segue di poco quello che già ha sparato contro Hirst, David Hockney, artista inglese nel vero senso del termine. L’occasione di questi attacchi è che il 4 aprile verrà inaugurata una retrospettiva di Damien Hirst alla Tate Modern Gallery di Londra.
Qualcuno comincia a indignarsi e qualcuno che sa il fatto suo.
Cercherò di spiegare i motivi di questa mia gioia. Intanto ho visto le opere di Hirst dal vero solo una volta a Londra ed era un teschio tempestato di diamanti, For the Love of God (battuto all’asta per 50 milioni di sterline), esposto temporaneamente al British Museum. Conosco lo squalo in formaldeide, a cui Francesco Bonomi ha dedicato un libro che parla proprio del mercato ipertrofico creato da questo pesce marcio (valutato 25 milioni di dollari); ho visto altre creazioni di Hirst definite già da qualcuno “paccottiglia miliardaria”.
Ma dove è la novità? Per la prima volta si parla apertamente di truffa e del fatto che il lavoro, più o meno discutibile di Hirst, semplicemente non è arte; la truffa “sta nel chiamare arte qualcosa che arte non è” . Che bello leggere queste parole! E quante volte mi sono accapigliata con persone che mi bollavano come bacchettona e antimoderna semplicemente perché dicevo che quella roba lì andava bene se si fosse chiamata…Etra, per esempio, cioè il contrario di Arte. Non avrei avuto niente da obiettare se Hirst e altri come lui fossero considerati non “artisti” ma “Etristi”… Ma invece si ostinano a definirla “Arte”, creando un danno a quel sacro termine paragonabile a quello che ha arrecato Berlusconi alla parola “libertà”.
Quella di Hirst non è arte non solo perché manca totalmente l’espressione del talento e trionfa solo l’idea (fatta poi realizzare da altri), ma non lo è perché tradisce il principale compito che ogni forma d’arte: quello di suscitare l’emozione di vedere che un essere umano si è impegnato ad esprimere, usando il suo talento, la sua essenza; quando siamo davanti a un’opera creata da qualcuno che si è ingegnato, è disceso in sé alla ricerca di una sua verità cercando poi di esprimerla con parole, pennelli, scalpelli o altre mezzi, noi ci sentiamo un po’ più felici di appartenere alla razza umana.
Così come ci avvilisce quando un essere della nostra specie compie un’azione brutta (anche solo dare un calcio a un animale o buttare in terra un sacchetto della spazzatura), così ci riscaldiamo quando compie un atto che ci procura ammirazione. Questo è il mio pensiero.
Quel furbacchione di Hirst invece ha cercato di annusare (e in questo è stato abile) la moda del momento: lo scandalo creato dalla messa in scena della morte, l’emozione dello schifo dei vermi e delle mosche che si cibano di una testa di mucca e altri profumini accattivanti. Il resto lo hanno fatto le tre o quattro grosse gallerie americane capaci di muovere enormi somme di denaro esaltando la novità della provocazione. Ma quale provocazione…mi facciano il piacere.

FRATELLI CHAPMAN
——————————————————————————-
Questo sito web “labottegadelpittore.it” è disposto a collaborare con chiunque voglia lanciare una campagna PER TOGLIERE LA PAROLA “CONTEMPORANEA” DAI MUSEI D’ARTE ITALIANI FINANZIATI CON SOLDI PUBBLICI,

Sergio Michilini 
——————————————————————————-

BERLINDE DE BRUYCKERE
———————————————————-

FABRICE HYBERT
———————————————————–

ROBERT MORRIS
———————————————————-

HERMANN NITSCH
————————————————————

MAURIZIO CATTELAN
—————————————————–

ANDRES SERRANO
——————————————————–

MICHELANGELO PISTOLETTO
—————————————————————-

PAUL MC CARTHY
——————————————————–

GILBERTO ZORIO
———————————————————-

JEFF KOONS
——————————————————

SANTIAGO SIERRA
——————————————————-

FRANKO B
——————————————————-

ALIGHIERO BOETTI
——————————————————-

CLAES OLDENBURG
————————————————————

JAN FABRE
———————————————-

PASCAL KNAPP
—————————————————-