giovedì 28 febbraio 2013

...per me l'arte e'...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.



...per me l'arte e'...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.



...per me l'arte e'...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.



...per me l'arte e'...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.


...per me l'arte e'...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.




...per me l'Arte è...

L'arte è vita, la vita è arte
L'arte è comunicazione d'ineffabile. Ineffabile è quanto non potrebbe essere altrettanto efficacemente comunicato con altro linguaggio.



IO HO CAPITO......

IN QUESTI GIORNI DI POLITICA FRENETICA, TUTTI ESPRIMONO LA LORO OPINIONE, NE SENTI DI COSE , ANCHE SE NON VORRESTI , ADDIRITTURA PUO ' ACCADERTI DI IMBATTERTI IN COLUI CHE NON SAPENDO CON CHI PARLARE , SI GUARDA INTORNO E PUNTANDO (CON IL SUO MIRINO INVISIBILE) PROPRIO TE, TI INTRAPPOLA NEL SUO DISCORSO CHE INIZIA DAL 1968, E ALLORA SONO CAZZI....   L'UNICA MIA ANCORA DI SALVEZZA ,E' IL FATTO CHE IO SONO IN FASE PERFORMATIVA , QUINDI HO PENSATO DI SFRUTTARE LA COSA A MIO FAVORE. ERO IN ATTESA DELLA MIA COMPAGNA , QUINDI NON POTEVO SCAPPARE , NON POTEVO PICCHIARLO PERCHE' UN PO LO CONOSCO, COSI L' HO FATTO PARLARE MENTRE IO DENTRO DI ME SUSSURRAVO IL SACRO 'OM'.  OGNI TANTO MI DICEVA: HAI CAPITO, OPPURE CAPITOOO?  E IO ANNUIVO , FINCHE E' ARRIVATA LA MIA COMPAGNA E IO DOVEVO ANDARE COSI APPENA MI HA RIDETTO HAI CAPITOOO IO GLI HO RISPOSTO: IO HO CAPITO, MA TU CHE HAI DETTO?

Nootempo Factory la Posse di Operai culturali


Dal 2008 nootempo Factory ha prodotto ben sette titoli originali , sette album tutti sotto licenza creative commons dimostrando che in Sardegna si puo' produrre Cultura e discografia libera di grande qualità.
Artisti come Randagiu Sardu, Bentesoi, Gangalistics, Quilo sa razza ed ancora l'ultimo lavoro di Claudia Aru con il suo Trio acustico sono la testimonianza
che i nostri "operai" culturali, che hanno deciso di aderire o collaborare a questo progetto, hanno contribuito a far crescere questa realtà, questa Factory sarda  senza alcun contributo pubblico e fuori degli schemi delle Grandi distribuzioni e delle grandi majors. Puntando sul Territorio e su produzioni a costi sostenibili, utilizzando la comunicazione dei network sociali e una particolare attenzione all'Etica del Prodotto i "cattivi" ragazzi della nootempo hanno raccolto consensi dal pubblico sardo quello che Vive la musica indipendente come un'occasione per veicolare Messaggio e intrattenimento.

mercoledì 27 febbraio 2013

Artista "s-oggetto" di mercato?


La negazione dell'arte e della sua creatività avviene attraverso l'assoggettamento dell'attività creativa al mercato.
L'assoggettamento al mercato avviene quando la capacità di lavorare in modo artistico e creativo diviene merce da vendere a coloro che hanno il capitale per comprarla, la distinzione di classe diventa la distinzione tra i linguaggi dell'arte, come se gli artisti non riuscissero a scambiarsi i loro segni e segnali linguistici e stilistici, incredibile!
Insomma l'antagonismo tra i linguaggi dell'arte e la loro negazione passa fra chi vende il proprio pensiero creativo e chi se ne appropria e lo sfrutta, questo trasforma il linguaggio dell'arte in alienazione.
Il conflitto dell'artista oggi è fra la sua pratica linguistica sociale e comunitaria e la sua negazione, tra la sua umanità e la sua negazione, tra il trascendere il limite e arrivare alla creazione e l'imposizione definita del limite.
Il linguaggio dell'arte contemporanea è iscritto in questo conflitto.



FORSE

IN QUESTI GIORNI DI GRANDE BLA BLA BLA  C'E' CHI E' CONTENTO E CHI NO , A ME HANNO CHIESTO COSA PENSASSI E IO (IN MANIERE PERFORMATIVA ) HO RISPOSTO FORSE.      QUELLI MI GUARDAVANO COME PER DIRE QUESTO E' MATTO  E IO LI GUARDAVO COME SE LORO FOSSERO TUTTI 'FORSE' . E' MEGLIO COSI O E' MEGLIO COLI' EIO DENTRO DI ME PERSISTENDO NELLA MIA PERFORMANCE HO RIDETTO 'FORSE'. VEDEVO CHE QUALCUNO COMINCIAVA A 'INCAZZARSI ' E IO (PERFORMANCE ZEN GLI HO RIPETUTO FORSE E UNO SBOTTANDO MI HA DETTO MA FORSE CHE? E IO STILE ZEN GLI HO DETTO FORSE TI MANDO AFFANCULO FORSE NO.

"Addetti ai lavori" inseguono onde di movimento

Un tempo conoscevo un gallerista, in realtà non era proprio un gallerista, era un ex artista pittore iperrealista a contratto che aveva terminato le vendite su committenza a contratto terminato, forse non era proprio un artista dato che la sua casa la presentava come galleria dove si proponeva come curatore e "scopritore" di talenti, talenti da scoprire al buio perché nei suoi laboratori di pittura la luce era negata, la sua era una scuola di pittura dove si dipingeva al buio; ma non era forse neanche un Maestro, era un sindacalista e un militante politico che forte della sua formazione artistica sapeva sempre naturalmente inseguire il vento a cui sottomettersi.
Un tempo era PDL, poi è divenuto SEL, quando il partito di plastica è nato ha creato la figura dell'artista candidato, militante e operatore culturale SEL fino a..., fino a quando il Movimento Cinque Stelle ha bucato alla Camera e al Senato, poi come per magia, dopo il trionfo del M5S, è diventato un attivista del movimento postumo via web, adesso lo proclama e lo sostiene, quello che a questo punto mi chiedo è come farà Grillo a marginalizzare certe figure sciacalle nate a carico del pubblico e che usano il pubblico per infiltrarsi e tirare a campare con i loro interessi privati?
 La questione del movimento al governo è una questione aperta, un utopia del possibile e del partecipato, ma come si filtra trasversalmente la militanza quando accede a palazzo? Come distinguere in un movimento il partecipato dal paraculato?



martedì 26 febbraio 2013

Grilli e "Movimenti" di governo?

Finalmente in Italia, ancora una volta siamo all'avanguardia planetaria, si comincia a discutere seriamente sul limite della forma partito.
Quanto i movimenti sociali, culturali, artistici e politici hanno la colpa di avere accettato passivamente dal dopoguerra in poi, questi limiti di rappresentanza?
L'Italia è la nazione della "proprietà privata", questa è la certezza immutabile che si è radicata nelle logiche di partito, si era accettato il limite, la lotta si è sempre svolta in una cornice accettata, cornice che ha sempre invalidato qualsiasi cosa si poteva raggiungere, cornice di rappresentanza partitocratica che si accettava in nome del risultato concreto.
Quanto a sinistra si è accettato e subito il limite della forma partito?
Forse si è aperto uno spiraglio dove si può supporre di non accettare il limite della forma partito in nome della democrazia, forse la soluzione al problema democratico è realmente nel non programma, nell'essere che si converte in fare, può fare paura ma è forse l'unica speranza possibile, i partiti devono tornare a inseguire i movimenti e i processi, il fare può diventare centro di comprensione.
La merce dell'offerta politica era tale perché fatta da noi così, ma il fare umano muta cose e condizioni.
La denuncia critica reale mette in discussione gli oggetti formalmente imposti,l'obiettivo della critica quando è reale, è recuperare la soggettività perduta, riscattare quello che è sempre stato negato.

Bisognerà che si ammetta nella sinistra sociale e di movimento che capolista magistrati, non possono che mortificare la propria base, catastrofe annunciata da raccogliere, bisogna ragionare sull'idea che la forma partito esterna ai movimenti che tenta di controllarli è fallimentare e datata, naturale che i movimenti nel loro attraversare spazi e tempi, finiscano per guardare altrove, la storia non è mai uguale a se stessa.
Il movimento a cinque stelle dovrebbe continuare a correre da solo e dichiarare giustamente chiusa e conclusa la forma partito in Italia, questo è stato il fallimento storico della sinistra dei movimenti e centri sociali in Italia, dopo la si può riformulare ma in maniera realmente partecipata e mobile, lo spettacolo comincia ora e chi gli da del fascista o del dittatore è un conforme ai mezzi di comunicazione di massa stile impero, a questo punto bisogna solo osservare lo spettacolo, non demonizzare e formulare di volta in volta moniti e riflessioni; infinita tristezza per chi a sinistra non è stato in grado di capire che non è più il tempo di demonizzare, a questo punto resiste sul serio solo si è in grado di capire i flussi del tempo.


                                                Antonio Conte "5 STELLE"



 
              Alessandro Bulgini "000 - LA SEZIONE AUREA E BEPPE , SEGNI EVIDENTI"


Antonio Conte "5 Stelle"

Teorie dell'arte? Lingua pratica.

La teoria dell'arte è pratica quando è pratica dei linguaggi del vivere, non bisogna saltare un abisso per diventare pratica, la pratica è praticata con l'esercizio.
Un mucchio di individui che condividono un linguaggio forti di questa condivisione si rispettano nelle loro differenze, tutti incompleti ma parte di un processo di movimento critico che con i suoi filtri danneggia e corrompe gli artisti, il flusso d'informazioni pratiche sul fare e del fare autodetermina il linguaggio dell'artista tra i linguaggi dell'arte.


lunedì 25 febbraio 2013

http://www.govonis.org/


Progetto Net-Art “Libertà - Freedom”

Progetto Net-Art “Libertà” è un progetto di Govonis in cui gli artisti partecipanti sono chiamati ad esprimersi sul tema della Libertà. Tema universalmente molto sentito in un momento storico come quello attuale in cui poteri forti finanziari, politici e tecnologici tendono a ridurre l'individuo in una sorta di (a volte dorata) schiavitù.
All'operazione sono invitati tutti gli artisti, di qualunque nazionalità, che in quanto tali sono certamente sensibili ad un tema così importante.  
Le immagini inviate saranno, a discrezione di curatori del Govonis, pubblicate nell’Archivio Net-Art all’interno del nostro sito http://www.govonis.org/

Immagine: formato jpg, dimensione del file inferiore al MegaByte
Scadenza: 30 Aprile 2013
Inviare i lavori all’indirizzo segreteria@govonis.org
Allegare alla mail il file con la scheda di partecipazione

Gli artisti che intendono aderire al progetto accettano implicitamente queste condizioni e rinunciano a qualunque vincolo di copyright; consentono inoltre il trattamento dei propri dati personali per i soli scopi dell’iniziativa in oggetto ed eventuali altre manifestazioni culturali ad essa collegate (ai sensi del D. Lgs. 196/2003).

Le immagini dovranno pervenire tassativamente entro il 30 Aprile 2013.









Net-Art Project “Libertà-Freedom”

The Net-Art Project “Libertà-Freedom” is a project of the Association Govonis, in which the participating artists can express themselves with the theme of Freedom. This theme is really important all over the world especially in this historical moment, because strong financial, economic, technological powers try to reduce the individual to a kind of (even if sometimes golden) slavery.
All artists of all nations are invited to participate in the event: as artists, they have surely a high sensibility to such an important theme!
The artistic images will be published - at discretion of the editors of Govonis – in the Net-Art Archive in our website: http://www.govonis.org.

Image: jpg format; file size: less than 1 MB
Terms: within April 30th
Please send the works to e-mail address: segreteria@govonis.org
Please include the subscription form to Your e-mail.

The artists that will participate in this project accept obviously all these conditions and terms and they renounce to their copyright for their work; moreover, they agree with Privacy Policy (D.Lgs. 196/2003) for the only purpose of this project and for all the events connected to it.

The images shall absolutely arrive within April 30th, 2013.


Progetto Net-Art “Libertà - Freedom” (Scheda di partecipazione da inviare per posta elettronica insieme all’opera entro il 30 Aprile 2013) (Subscription form, to be sent by e-mail together with the work of art no later than April, 30th 2013) Compilare in stampatello/Thanks for using capital letters
Artista partecipante/Artist (name/surname/nickname): Indirizzo/Address: CAP/ZIP CODE: Città/City:
Nazione/State: Recapito telefonico/Phone number/-s (with international code pls): E-mail/E-mail address: Titolo dell’opera/title of work of art:
Firma per accettazione delle condizioni di partecipazione contenute nella lettera di invito e per il consenso al trattamento dei dati personali per i soli scopi dell’iniziativa in oggetto ed eventuali altre manifestazioni culturali ad essa collegate (ai sensi del D. Lgs. 196/2003).
Please sign for accepting conditions and terms of participation as in the inviting letter and in accordance with Privacy Policy. We inform You that all personal data collected shall be governed by Italian law of Privacy respect Policy (D.Lgs. 196/2003) and shall be used for the only project You are participating in and for cultural events connected to it.
Data/ Date Firma/ Signature


Linguaggio dell'arte? Sempre negato

Il potere dell'arte, dei linguaggi dell'arte e degli artisti, risiede nella frammentazione dei linguaggi e delle relazioni sociali.
I linguaggi dell'arte sono intreccio del fare, di amore, di odi e di aneliti, l'immensità di identità isolate che si relazionano.
L'artista con il suo linguaggio, impossibilitato a rivoluzionare da solo i linguaggi dell'arte, deve accettare che la destinazione della sua ricerca può non essere felice, la sua speranza di resistenza linguistica passa per la natura dello stesso potere del capitale.
Un potere linguisticamente onnipresente implica un no onnipresente.
La speranza dei linguaggi del fare artistico esiste nella forma dell'essere negato, questa è la sostanza della dialettica, il senso consistente della non identità e dell'identità negata.
Il linguaggio dell'arte negato è la speranza, l'anticipazione, l'aspirazione di una società a dimensione umana.
Questo è il motivo per cui il linguaggio dell'arte e di un artista va sempre capito, anche quando si presenta come antagonistico e nella forma dell'essere negato.




Il pensiero unico e omologato, imposto dal sistema di mercato dell'arte, ha materializzato di fatto un sistema d'imposizione dei linguaggi dell'arte ad una unica ambigua dimensione.
La resistenza critica in grado di mettere in moto la ricerca linguistica e di senso dell'arte, può arrivare solo dai margini, dagli artisti reietti, sfruttati, perseguitati, disoccupati e inabili nelle relazioni di mercato.
La loro opposizione critica resterà rivoluzionaria anche se non lo sarà la loro coscienza. Il loro linguaggio colpisce il sistema dal di fuori e quindi non è sviato dal sistema, non è un linguaggio controllato; sono i teorici critici del fare emarginati dalle Accademie e dai mercati.

domenica 24 febbraio 2013


Concorsi d'arte?No grazie!!

Un paio di anni fa fui invitato ad un concorso chiamato"premio laguna" che si doveva svolgere nelle vicinanze di Venezia.
Era leggendo il bando,un concorso molto importante per la presenza di prestigiosi
sponsor come la regione veneto e rai 3 veneto e tanti altri e con ricchi premi in denaro ed esposizioni gratuite in importanti gallerie venete.
Per partecipare si doveva passare una prima selezione,facendo recapitare le opere  a Venezia,dove un gruppo di selezionati esperti decideva per l'ammissione o meno delle stesse.Oltre a questo bisognava versare 40 euro per opera(max 2 per artista).Anche se non ammessi non era prevista la restituzione della quota versata.
Nonostante questo handicap decisi di partecipare con due mie opere polimateriche del riciclo.Ero fiducioso perche' chi mi aveva invitato mi disse  che lo aveva fatto perche' impressionato a suo dire dai miei polimaterici"altamente innovativi".
Naturalmente non venni selezionato.Fin qui niente di male,puo' essere che dovendo scegliere tra tanti bravi artisti,inevitabilmente si finisce per dover fare delle scelte anche dolorose.Ma poi quando vidi le opere selezionate scoppiai in un'ira funesta.Sconcezze,disegnini tipo copiature di cartoni animati,astrusita' vomitevoli al punto che se mi fosse capitato uno di quei selezionatori l'avrei anche potuto strangolare senza rimorsi.
Potete vedere una di queste opere in alto sopra al  mio articolo,ma vi garantisco che molte erano peggio di questa.
Ci stavano pure tre o quattro opere di buon livello e di varie tendenze artistiche,ma non entrarono nelle prime classificate.Mi viene ora in mente cosa mi diceva Bendario(Un 'amico artista,ora non piu' tra noi),"Zago,ricordati che nei concorsi e dico tutti, compresi quelli della parrocchia,i meritevoli ,i migliori ,devi cominciare a valutarli subito dopo i premiati"In conclusione io personalmente non partecipero' mai piu' a nessun tipo di concorso e consiglio agli artisti che mi leggono di fare altrettanto.
   G.M.Zago 

sabato 23 febbraio 2013

POSTINO BASTARDO (PERFORMANCE)

IERI L'ALTRO A CAUSA DI UN POSTINO BASTARDO  MI  SONO CIMENTATO IN UNA PERFORMANCE ARTISTICA , POICHE' IL TIZIO HA SUONATO AL MIO CITOFONO DICENDO:postaaaaaaaaaa mi apreeeeee IO HO APERTO , TRANQUILLAMENTE , IGNARO DEL FATTO CHE IL BASTARDO MI HA LASCIATO UN AVVISO DI RACCOMANDATA E SENZA DIRMI NULLA SE NE E' ANDATO.. VOI DIRETE CHE C'ENTRA TUTTO QUESTO CON L'ARTE , EHH CENTRA PERCHE MI HA SUGGERITO UNA PERFORMANCE DAL TITOLO PIAZZATA PER UN POSTINO BASTARDO,   VISTO CHE HO DECISO DI VIVERE L'AMATA ARTE A MODO MIO, AGENDO SONO ANDATO ALLA POSTA CENTRALE A CERCARE IL BASTARDO, HO PRESO DI PETTO IL PRIMO CHE MI HA RISPOSTO LEGGERMENTE A CAZZO E LASCIANDO IL MIO NOME HO FATTO SAPERE CHE VOLEVO 'PARLARE CON IL TIZIO' LORO ACCAMPAVANO SCUSE E IO ALZAVO LA VOCE MINACCIANDO TRA LE RIGHE INSOMMA ERA TEMPO CHE NON URLAVO IN STRADA IN UN LUOGO PUBBLICO, UNA BELLA PERFORMANCE.      P.S IL POSTINO L'HA BECCATO LA MIA ANZIANA MADRE , PECCATO, E LE HA DETTO CHE NON ERA STATO  LUI, VEDIAMO CHE DICE QUANDO LO VEDO IO.   MORALE ??? una seconda piazzata COME LE NOSTRE ROUTE MAGARI FORSE RIESCO A FILMARLA.

Tavor Art Mobil, route n.8


Tavor Art Mobil n.8

Route n.8 con Antonio Manfredi, artista prima che Direttore del Cam di Casoria, l’unico museo d’arte contemporanea dove le opere si bruciano e ci si relaziona senza il filtro del mercato alle libere ricerche artistiche.
Joanna Romaniuk e la sua idea dell’amore.
Carmine Calvanese e il suo sottile incontro in terra di confine tra il bidimensionale e il tridimensionale.
Bob Marongiu l’artista sardo che ha più mercato nell’isola e per questo è bistrattato da enti e istituzioni accademiche.
Carlo Sain e la sua pittura destinata a resistere al tempo per mezzo della plastica.
Donatella Sechi e la sua visione della figurazione sospesa tra pop e espressione.
Davide Carcanella e Barbara D’Annunzio dello spazio sott’olio a farci riflettere sull’erronea distinzione tra arte e artigianato.
La pittura di Diego Dall’Ara l’artista oscurantista sospeso tra Morandi e l’espressionismo dark.
Nama e le sue sculture nate dall’arte del riciclo e la nigeriana Bola Ecua e I suoi scatti fotografici iper naturalistici.
Alfonso Siracusa e le sue idee omesse dalla massa, pronte per essere offerte ed indossate dal migliore sofferente intelligente.
L’inedito lavoro di Bola Ecua, artista nigeriana presentata da Marco Lavagetto, “The judge” che sonda l’ambigua relazione che si crea tra giudice e imputato.
A leggere le opere in automobile Tes e Su Rais ossia il progetto “Underground solution”.


14 Aprile – 13 Luglio, Primavera 2013: Antonio Manfredi (Doll’s house), Joanna Romaniuk, Carmine Calvanese, Bob Marongiu, Carlo Sain, Donatella Sechi, Alfonso Siracusa e Spazio Sott'Olio (Davide Carcanella e Barbara D'Annunzio), Diego Dall’Ara (Mov.oscurantista) e Nama feat la nigeriana Bola Ecua (Marco Lavagetto),
.

Per non dimenticare: Kumi Sugay, Garcia Rossi, Cy Twombly, Antoni Tàpies , Jorrit Tornquist, Ibrahim kodra e Giuseppe Migneco.

In automobile Underground solution


In principio era urlo


Il principio del linguaggio dell'arte è il grido, il grido era bidimensionale, era rabbia e anche speranza, speranza attiva, di cambiare, il grido come rifiuto attivo diventa fare, lo implica, Il fare è negazione pratica, trascende, è un fare per negare.
Basarsi sul fare è, semplicemente vedere il mondo come una lotta.
Esiste una comunità del fare, una collettività di coloro che fanno, un flusso del fare attraverso il tempo e lo spazio, di fare passato che si converte nel presente, questo anche quando tutto sembra individuale. I fare dei linguaggi dell'arte sono così intrecciati che è impossibile dire dove termina uno e inizia un altro, l'intreccio delle nostre vite è un fare collettivo, un riconoscimento dell'altro come soggetto attivo, una conferma sociale che parte dal riconoscimento del flusso sociale.


Il sistema di mercato dei linguaggi artistici opera forte della dominazione assoluta della forma sul contenuto.
Dove bisogna allora cercare il flusso sociale dei linguaggi dell'arte? 
Il potere fare esiste nella forma di chi lo nega, è il substrato materiale della negazione.
La grande e inevitabile sfida, degli artisti realmente e utopicamente comunisti di questo millennio è di favorire un sistema di ricerca artistica libero dalle relazioni di potere attraverso la dissoluzione del potere.
In altre parole dal punto di vista linguistico dell'arte, quello che ci affascina dell'artista di potere, che narra in maniera contraffatta e ambigua il valore del capitale, è che aiuta a definire il linguaggio della realtà dell'artista negato, dell'anti potere, della realtà del negato e non visto.


                                                 Bola Ecua, "The judge", Nigeria 2000

Bisogna constatare che i diversi linguaggi artistici vengono concepiti e nascono non in un vuoto libero dal potere, il sistema socio economico dell'arte è attraversato dal potere, di cui l'artista è il suo prodotto, il potere che costituisce comunque il linguaggio dell'arte è l'antagonismo che caratterizza i linguaggi dell'arte tutti, profondamente e inevitabilmente.

Impossibile, se si analizzano i linguaggi dell'arte, oggettivare il mondo, impossibile dire "il mondo è" o "io sono". La prospettiva del fare è di movimento, il mio mondo è e non è, io sono e non sono; nel fare si va oltre se stessi.
 L'artista soffre quando il fare si sottomette a quello che viene fatto e si deve fare, il movimento si interrompe e la forma di se stessi diviene nella sua stasi immobile incoerente.
Un artista perde valore davanti alle sue aspettative quando il suo linguaggio comincia ad avere un prezzo, diventa un treno che si muove velocemente su rotaie prestabilite, non è più il proprio tempo ma lancette di un orologio.
L'esistenza di un artista resta schiacciata dalla sua costituzione formale, identità durevole e struttura linguistica apparentemente autonoma. L'artista schiacciato dal suo linguaggio si ritrova costretto ad ignorare per determinarsi, affermando "le cose sono così", la sua forma gli impedisce l'alternativa radicale.

Non so chi voterò, ma su Grillo qualcosa la scrivo...


Non capisco il mio popolo, dei centri sociali, della sinistra attivista, da decenni urla contro una libertà di stampa e d'informazione, che in Italia è un fatto che non esista e che sia monopolizzata da lobby e partiti politici con finanziamenti pubblici a carico del contribuente, e non comprende come l'allontanare i giornalisti sia una resistenza democratica a una informazione massificata e di opinione che è sempre e comunque distorta, non era Pasolini a parlare dei media di massa come antidemocratici per loro struttura gerarchica?
Trovo scorretto e da profondi ignoranti in relazione alle tematiche di questo tempo paragonare Grillo al Duce o a Silvio, citare Gramsci a sproposito ignorando Toni Negri, perché?
Grillo non manipola l'informazione, la raccoglie, archivia e divulga attraverso il web, il web è per sua struttura aggregante e partecipato, quando si sintonizza su cause comuni, prima di Grillo e il suo blog l'aveva dimostrato in Italia la rete di Indymedia Italia, ma sembra essere sfuggito ai militanti di partito e dell'informazione questo passaggio.
Si dice che faccia di tutta l'erba un fascio, ma non è forse vero?
Esiste un partito uno in Italia che non si sia ricampionato dagli anni in cui il cinquanta per cento della nostra popolazione era Democristiano e l'altro cinquanta era comunista?
Forse solo la lega, ma mi sembra altra storia, una storia di un partito di una classe dirigente e di un territorio che sostanzialmente ha lavorato per i propri privilegi.
Ci si è dimenticati nella mia sinistra, la sinistra dei centri sociali cosa voglia dire posse e moltitudine? Un movimento è fatto di convivenze e coesistenze umane che lavorano occasionalmente per cause comuni, un movimento non è un atto politico e so lo diventa, prima di esserlo è una azione civile.

Grillo è un uomo di spettacolo, ma non è Berlusconi, è un comico e non un politico, ha raccolto una rappresentanza comune scoperta mentre ipocritamente cattivi politici inseguivano il loro target di riferimento che man mano scompariva davanti ai tecnicismi e agli introiti privati di chi si offriva di raccoglierne e curare il loromalessere.


Si dice che Grillo non sarebbe mai esistito senza Berlusconi, ma non è questo populismo? Se io dicessi che invece Grillo è nato sulle ceneri del G8 di Genova, dico una grossa cazzata? Perché?

Democrazia ed economia? 
Grillo resta uno showman, il suo blog, il suo tour, i suoi spettacoli hanno un costo e lui ha il suo ricavato, ma se i suoi introiti restano distanti dall'azione civile e politica di chi si ritrova in una opinione che lui raccoglie e racconta che problema c'è? Forse solo quello del cambio di asse e di equilibrio ed è questo che spaventa.
L'impegno di ridurre i costi della politica per ridurre il debito pubblico e smettere di saccheggiare chi non arriva a fine mese è una cosa seria e non può passare per un voto a un partito tradizionale e neanche per il non voto, quale altra possibilità c'è per fare interrogare la classe politica e dirigente italica sulle sue occasioni sprecate e sui suoi sprechi reali?
Si dice che Grillo evita la stampa per evitare il controllo dell'opinione pubblica, ma non è forse l'opinione pubblica che lo controlla?
Cosa sarebbe Grillo senza il consenso di rete? Il consenso di rete non è forse uno strumento pubblico a disposizione del pubblico?
Aspetto i cento e passa parlamentari grillini alla prova dei fatti, quando in Italia non si parlerà solo di economia, di euro (sempre che siano in grado di farlo, dubito che dalla Sardegna arriveranno proposte all’altezza della situazione), ma anche di valori e di idee. 
Li aspetto al varco se sbaglieranno e li giudicheremo uno ad uno, ma sarà una scoperta,  non dovrebbe deludere un movimento nato già come coesistenza civile comune, non deluderà quando si parlerà di antifascismo, di diritti degli immigrati, dei diritti delle coppie omosessuali, di informazione, di politica estera. 
Non crolleranno, hanno troppa rensponsabilità civile addosso ed è populista che li legge come massa ideologica unica ed acritica. 
Non crolleranno neanche quando si parlerà di questioni locali, perché le vivranno sul posto e nel posto, con i movimenti del posto, sono tenuti a farlo, altrimenti la pubblica gogna è loro.

Perché dico questo? Perché l’informazione è un termometro della dittatura democratica della classe dirigente costituitasi partito, Grillo che si sottrae alle domande dei giornalisti italiani, che prima delle elezioni non dialoga con nessuno, si manifesta per quello che è: un compagno di movimento non allineato. Con tutto quello che ne consegue.



venerdì 22 febbraio 2013

AMOREXXXX

UNA DELLE MORALI  (infinite) CHE POSSO RIVELARE ESSENDO MOLTO PERSONALE E' CHE HO DECISO DI COMINCIARE A BRUCIARE UNA PARTE DEL MIO LAVORO , IN NOME DI QUESTO BENEDETTO AMORE E' UN IDEA CHE MI E' VENUTA IN MENTE L'ANNO PASSATO QUANDO ERO MALATO,     ARTE A PERDERE , SONO DISPOSTO A PERDERE LA MIA ARTE , CON LA SOLA CONDIZIONE CHE SIA IO A DECIDERLO O IL FATO STESSO, NESSUN ALTRO MI APPROPRIO I QUESTA STORIA, LOST ART ,   ARTE PERSA, VI SALUTO, ITTO.

AMORE XXX

IO TI AMO, MA TU MI AMI?  DICEVA L'ARTISTA ALL'ARTE......    LEI NON RISPOSE E LUI ALLORA DISSE IO TI AMO ANCHE SE NON M'AMI.                VERSIONE N 2       L'ARTE RISPOSE: IO AMO SOLTANTO UN VERO ARTISTA, TU LO SEI?     L'ARTISTA NON RISPOSE. VERSIONE N3                      L'ARTISTA CHIESE ALL' ARTE : IO TI AMO, MA TU MI AMI?  QUESTA VOLTA LEI GLI RISPOSE CON UN ALTRA DOMANDA: COSA SEI DISPOSTO A FARE PER ME IN NOME DEL TUO AMORE,SEI PRONTO A DISTRUGGERE ILTUO LAVOROE RICOMINCIARE DA ZERO?  L'ARTISTA SI PRESE DEL TEMPO PER RISPONDERE, E DOPO CENTO ANNI CI STA ANCORA PENSANDO.        MORALE......????

Artisti di maggioranza

Artisti conservatori soddisfatti del loro status sociale, artisti rivoluzionari insoddisfatti, parlano di grandi principi generali e considerano le loro scelte necessarie al bene dell'intera umanità.
Non ammetteranno mai di lavorare per difendere i propri interessi e posti gerarchici, la loro "coscienza di classe" è incoscienza, un fenomeno affettivo inconscio.
La loro opinione artistica non è altro che espressione della loro soddisfazione o insoddisfazione, a seconda del livello di scala gerarchica o della propria immagine.
L'artista di maggioranza non è mai il risultato di una conoscenza e una coscienza estesa, ma il risultato di una integrazione di fattori affettivi e individuali e di gruppo, che trovano nella logica la propria giustificazione esistenziale.



AMORE XXX

giovedì 21 febbraio 2013

Linguaggi artistici inadatti

Il senso dell'arte non può essere quello di un linguaggio elaborato fuori dal contesto sociale, l'artista è un uomo che non esiste al di fuori degli altri, che egli è fatto dagli altri. L'artista con un suo linguaggio più adatto per un epoca non è detto che lo sia per le epoche successive (limite di molti Licei e Accademie con i propri Maestri e docenti d'indirizzo). L'arte appartiene a tutti coloro che ne comprendono il linguaggio ponendosi attivamente in visione. Non si può limitare il linguaggio dell'arte alla sopravvivenza di un gruppo predatorio e aggressivo che assalta spazi economici, linguistici, identitari e culturali; non ha muri divisori, proprietà private o sbarramenti.
Basta con parole pubblicitarie e retoriche di consumi di propaganda vuoti, il senso dell'arte parte dall'accesso al mondo vivente, senza tale volontà di conoscenza resta l'espressione individuale da imporre e dominanze dalla mistificata copertura linguistica in critichese.

Maxxi nostri o maxxi mostri?

carissimi,
avevamo pensato di consegnare la lettera prima delle elezioni, come gesto simbolico e soprattutto di ammonimento. Ma riteniamo che il maggior responsabile della nomina della Melandri, dopo lei stessa ovviamente, e cioè il Ministro Ornaghi, da lunedì sarà un ex. Così abbiamo pensato di attendere le elezioni e la formazione del nuovo governo (speriamo) e di consegnare la lettera a tutti i destinatari, compreso il nuovo (speriamo nuovo per davvero) Ministro ai Beni Culturali.
Ci siamo interrogati anche sul modo migliore per effettuare il suo recapito, rendendolo molto visibile con una consegna di tipo collettivo, oppure scegliendo una via più sobria, ma non meno ironica, com’è quella di utilizzare le Poste Italiane.
Siete così invitati a dire la vostra sul blog maxxinostri.wordpress.com e, nei limiti delle nostre possibilità, cercheremo di corrispondere alla volontà della maggioranza.
Nel frattempo continuate a diffondere e a chiedere le firme di chi condivide la nostra posizione.


mercoledì 20 febbraio 2013

Artisti ribelli o megafoni del potere e di partito?


Il sistema dell'arte occidentale nelle sue protesi di committenza politica o di mercato, viene giudicato in base alla partecipazione e alla produttività, premia l'artista conforme e conformista nei confronti di concetti e postulati che garantiscano la sopravvivenza del sistema e di sue inutili figure, ovvero quelle figure d'intermediazione di base che favoriscono le dominanze (critici, curatori, galleristi, artisti politicanti, politici, assessori, comunque sia intermediari).
Nei sistema scolastici dove si fa didattica dei linguaggi dell'arte come nei sistemi di valore simbolico accreditato dal mercato, il risultato del linguaggio dell'arte sembra lo stesso: allontanamento dell'atto professionale dall'oggetto prodotto (non importa io chi sono ma cosa so fare) e la monotonia o l'automatismo del gesto (l'iconicità seriale è più produttiva dell'iconoclastia).
 Questo porta a una configurazione di uno scenario artistico contemporaneo privo di spontaneità, d'immaginazione creativa e in definitiva di noia dettata dalla professione.
Insomma la professione dell'artista appare impossibilitata a sottrarsi all'ingranaggio del sistema di mercato (anche politico e sociale) dell'arte, questo porta l'arte e gli artisti rifiutati, verso una direzione di depressione e violenza iconica e gestuale.
 Molti artisti non gratificati dal sistema di mercato e non gratificati dal sistema socio-mercantile dell'arte, trovano gratificazione nell'impegno politico o sindacale, la militanza illude di uno scopo, di lavorare per il comune e per un mondo migliore, ma quanti artisti inquadrati nella lotta sono veramente autonomi? Sovente sembrano e appaiono incapaci d'informarsi e operare al di fuori di recinti, durante le riunioni pubbliche sembrano spiccare e brillare per memoria e conformismo, sembrano non volere o potere immaginare per continuare ad appartenere al gruppo che rappresentano, il rischio è che gli si etichetti come anarchici, sinistorsi e utopici.
Triste vedere l'energia creativa costretta a obbedire a leader, maestri, padri ispirati e uomini della provvidenza, insomma con quale dignità si contestano le strutture gerarchice di dominanza per poi inserirsi in una struttura gerarchica di dominanza?
Esiste un conformismo creativo rivoluzionario e ribelle così come esiste un conformismo conservatore.



Bisogna per trasmettere il reale senso dei linguaggi dell'arte, liberare e liberarsi dagli ammassi ingombranti dei valori eterni, giovani e nudi ma ricchi d'acquisizione del passato, ogni uomo a qualsiasi età potrà dare al mondo il suo contributo artistico e creativo.
 Il suo segno creativo gli permetterà di scoprire e acquisire coscienza e conoscenza interattiva e non solo utensili di lavoro.
La creatività, non può essere un lavoro, appaga un desiderio e non un bisogno, l'artista desidera il suo prodotto e non ne valuta preventivamente i bisogni, non si sottomette e non si autoammanetta all'autorità socioculturale e di mercato che lo ha deformato a norma di legge del comportamento sociale.
Smettiamola di confondere "la creazione d'informazione" che controlla artisti, linguaggi artistici e prodotti con la "mineralizzazione stratificata degli spazi culturali".
La nostra progressione artistica e culturale, che lo si voglia o no, è prodotta dai CALCI IN CULO DELLA NECESSITA'!
Il quotidiano del cittadino, del docente come del discente, del Maestro come dell'allievo l'ha seguito a passo di marcia.
Serve una cultura che sappia marinare la burocrazia scolastica per muoversi tra i cespugli dell'immaginario e del desiderio, altrimenti non c'è esistenza o linguaggio dell'arte che tenga.

Memoria informativa astratta e creativa


L'artista contemporaneo è diventato, lo si voglia o no, un produttore di beni di consumo, materia e energia che trasforma e plasma con le sue informazioni, il suo plusvalore dipende dalla produzione di suoi oggetti nel tempo, per fare questo serve una informazione astratta utile alla produzione di altri oggetti e di macchine e strumenti che lui consuma per produrli.
Insomma un produttore di beni che possiede informazioni, produce plusvalore in un sistema basato sulla sua produzione.
In quanto individuo il suo lavoro mantiene indirettamente la sua struttura e il sistema, informazione estratta ed estratta, memoria e immaginazione.

martedì 19 febbraio 2013





 foto M.Mereu




WHAT'S ART?

L’artista non è una  costruzione fatta da chi su di lui ha fiutato l’affare, che opera attento a riferimenti esterni, subordinando l’arte all’approvazione altrui.  Se le opere nascono dalla paura si esprime l’ego che non rappresenta la vera natura ma il ruolo che interpretiamo.  Perché il sé e’ indifferente a ogni critica, non teme nessun confronto e nessuna sfida. Non compete. Sa che ogni altro soggetto esprime il suo sé avvalendosi delle stesse leggi che ha sfruttato la natura per creare il mare, le rocce, gli astri.

Michele Mereu