martedì 17 febbraio 2015

E SI DEFINISCONO UMANITARI di G Angelo Billia


E SI DEFINISCONO UMANITARI di G Angelo Billia




2011- Berlusconi ha appena garantito gli accordi per gli industriali italiani in Libia.
Nel più puro stile prostituta, da lui conosciuto molto bene, ha appena siglato la chiusura del contenzioso col paese ex Coloniale, con il leader libico Gheddafi, quando la triade USA, Inghilterra e Francia decide che la loro fetta è troppo piccola.
E’ guerra contro il satrapo libico. 
In Italia ci pensa l’opportunista Napolitano a scalfire la riottosità della prostituta: ponendo mano anche noi al tritacarne, qualcosa salviamo di sicuro. 
Era il suo pensiero.
Così s’arrivò, grazie anche alle armi italiane, ad una sorta di pace, costruita sui cadaveri dei civili civilmente bombardati e, molto convenientemente, sul silenzio di Gheddafi, assassinato per conto di chi assolutamente non poteva permettergli di parlare.
Gas e petrolio continuarono ad affluire nel bel paese, la cui classe dirigente aveva, attraverso i suoi rappresentanti politici, ancora una volta dimostrato che il concetto di onore non abita sui colli fatali di Roma.
2015- i wc del Palazzo sono ancora intasati dalle pagine della Costituzione che già Gentiloni si vede in sahariana. 
In Libia l’ISIS sta chiudendo i rubinetti, niente più “affari” per le oltre centocinquanta aziende italiane nel “bel suol d’amore”. 
Costernazione, ovviamente anche per lo stuolo di “mediatori” senza più pezze giustificative.
Pinotti, intanto, raccolto il “la” del collega si sogna già in veste di condottiera, alla testa di 5.000 guerrieri che marciano trionfanti sul suolo riconquistato.
Si capisce che Renzi prenderebbe la palla al balzo: 
l’uomo solo al comando che fa la guerra e la vince.
Ma il solito consigliere, sì quello che non si è formato come Renzi sulla collezione del “Balilla” prestatagli da un amico, gli fa notare che: 
1) formalmente la parte della Costituzione relativa alla guerra è ancora in vigore e qualcuno potrebbe ricordarlo;
 2) l’Italia le busca se contrappone i suoi guerrieri nutriti di retorica e di soldini a combattenti motivati davvero;
 3) c’è bisogno del casus belli e non si può considerare tale la chiusura dei rubinetti;
 4) l’ISIS è una creatura americana e, anche se misconosciuta dagli USA, fin’ora ha fatto tutto meno che colpire interessi americani.
Ecco allora il Renzi ragionevole, tutto diplomazia, coalizione e mandato dell’ONU per fare l’ennesimo macello “di pace”.
Intanto, il Parlamento si attrezza, Berlusconi finito di piangere perché scarsamente considerato, s’accoda, accontentandosi del ciuco al seguito del capo. 
Né c’è da sperare in reminiscenze di saggezza in nessuna delle forze che, già in passato hanno finto di credere nelle “missioni di pace”. 
Certo, ancora si presenta il motivo “umanitario”, la copertura morale con la quale da secoli si giustificano le stragi.
Mentre tutto questo accade, a Lampedusa arrivano, quando non muoiono in mare, migliaia di uomini in fuga.
 Si tratta di rappresentanze esigue dei beneficiati dal “benessere” distribuito sull’intero Continente africano dall’occidente “civile”.
A questo punto, fingendo d’essere Renzi, direi che manca solo una cosa per coinvolgere gli italiani nell’avventura d’oltremare, manca ancora l’azione eclatante condotta sul suolo nazionale.
Non voglio dare suggerimenti, per cui dirò solo che se si guarda intorno non ha neppure bisogno di appellarsi all’ISIS.
 In Italia per queste cose si è dimostrato che ci sono molte abilità “eccellenti”.
Dopo stia certo che, in cambio, come sempre di prebende, non mancheranno neanche a sinistra gli estimatori dell’umanità delle bombe italiane.



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