venerdì 27 febbraio 2015

SENZA BALLE di G Angelo Billia.

SENZA BALLE
Per l’istituto Tiepolo il jobs act è gradito al 65% degli intervistati.


E’ una bufala?

 No, non credo. 
Un sondaggio sul fascismo nel 1930 avrebbe dato percentuali di gradimento ancora maggiori.
Allora? 

Popolo maledetto che sostieni i reazionari?
Comprensibile, ma troppo semplicistico.
Domandiamoci piuttosto come mai il referendum sulla scala mobile non la salvò affatto. Fondamentalmente è una questione di numeri: la scala mobile serviva soprattutto a garantire una minoranza, vitale per la produzione di ricchezza reale, ma minoranza.
Lo so anch’io che intorno agli interessi di questa minoranza si raccolgono quelli della maggioranza della popolazione, ma è un dato oggettivo e basta, perché la maggioranza ne è inconsapevole.

 Il monopolio dell’informazione detenuto dal regime costruisce analfabeti politici e non si può incolpare lo schiavo della sua condizione.
Allora? 

Insistere su questa strada sapendo che è una partita truccata? 
Perché aiutare i capò del lager culturale nel quale viviamo portando acqua al loro mulino? 
Davvero il riscatto delle masse lavoratrici passa attraverso qualche referendum, qualche mini ammucchiata elettorale, qualche vagheggiata correzione supposta del sistema?
La storia, per chi ha mantenuto raziocinio mentale insegna: i propugnatori delle “riforme di struttura” hanno dimostrato che andavano a parare in una forma di fascismo moderno.
Forse è ora di ricordarsi che la classe operaia sarà minoranza numerica fino alla vigilia della rivoluzione e fingere che non sarà così è illusione, quando non è tradimento.
Organizzare la classe operaia, il suo esercito e il suo stato maggiore, senza cercare illusori sconti in un parlamentarismo becero, adatto solo ad aggiungere danni a quelli sopportati nel passato.


Crocifisso, scuola e fb.

Signora, se mai avrà la possibilità di leggere questo post, sappia che è tutto per lei. Quando condivide il post di qualcuno, abbia cura di verificare di non finire di nuovo sulla mia pagina. Sarei infinitamente maleducato, glie lo garantisco.
Quanto a ciò che dice, tanto per non lasciare nulla di non detto, non s’azzardi più ad attribuirmi, sia pure in forma interlocutoria, simpatie per gli sgozzatori dell’ISIS. 

Deve sapere che una delle ragioni per le quali mi oppongo al crocifisso a scuola è proprio l’autoritarismo che lei dimostra, non prendendo nemmeno in considerazione il fatto che la scuola è pubblica e invitandomi a guardare da un’altra parte.
No signora, lei è libera di fare la sua professione di fede dove vuole, pubblicamente e privatamente, ed è libera di tappezzare casa sua con tutti i simboli che crede, può anche appenderseli al collo, o anche in altre parti del corpo meno nobili, ma non può, ha capito? 

Non può imporre il suo punto di vista religioso a tutti. 
Lo so, è dura da digerire, ma anche se molti non se ne sono ancora accorti quei tempi sono finiti.


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