Ricordate Maurizio Cattelan e il suo finto pre pensionamento d'artista?
Alla lunga si è forse reso conto che tale atteggiamento offendesse troppo gli esodati ed ha finito per annunciare il suo rientro ufficiale nel grande circo (o circolo?) del sistema dell'arte contemporanea. Tornerà come curatore e non come artista (come se i due ruoli si sconfessassero a vicenda, cosa vera solo all'interno del marketing di sistema che dissocia competenze e professionalità), curatore di "Torino One", mostra parallela ad artissima che ha forse il compito di spegnere i riflettori su Paratissima.
Adesso, che lui non abbia mai realmente abbandonato la scena è un fatto, ha anche spedito una copia di Toilet paper, un suo progetto iconico fotografico editoriale, con il fotografo Ferrari per la Tavor Art Mobil n.2.
Candidamente dichiara a mezzo stampa di non avere mai preso in mano un pennello, la sua è la posizione di chi ha un contratto a tempo indeterminato con il mercato senza avere mai realmente lavorato.
Insomma un non artista arricchito che potrebbe riuscire meglio come curatore, possibile vista la sua idea dell'arte?
Qualcuno dirà ora: ma nel 2014, non saremo ancora a fare polemiche sul fatto che un artista debba sapere mettere in pratica le proprie cose con le proprie mani?
Centinaia di libri di Storia dell'arte (o del suo mercato?) ci dicono che Cattelan è indubbiamente un artista, che ha messo a nudo tutte le emorroidi del sistema dell'arte contemporanea, che ci ha preso in giro prendendo in giro il sistema, che lui se la ride, del sistema, di me, di voi, di noi, ma è tutto vero?
Quando penso ad artisti che hanno messo a nudo il sistema penso a grandi omessi dal mercato, a personaggi come Marco Lavagetto che ha truffato Politi e Toscani, spacciandosi per Toscani e proponendo quattro artisti mai esistiti, con un lavoro sapientemente riciclato tra il trash del web anno 00, ma nei libri di Storia dell'Arte dove si parla di Cattelan, di lui neanche un cenno.
Forse bisogna cominciare a pensare a Cattelan, non come a un anarchico artista attivista e situazionista, ma una bolla economica, complice del mercato anche con le sue dinamiche da crisi economica globale.
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