venerdì 4 dicembre 2015

E’ UNA QUESTIONE DI FEDE di G Angelo Billia


E’ UNA QUESTIONE DI FEDE di G Angelo Billia

C’è stato un tempo in cui, nell’immaginario collettivo, le “personalità” venivano percepite come qualcosa che, in qualche modo si poneva al di sopra della media.
Secoli d’educazione alla sudditanza del popolino, mai disgiunta dalla contiguità dei “grandi” con il trascendente, contribuiva a creare un alone misterico attorno agli uomini di potere. 
Era proprio questo, alla fine, che rendeva così difficile anche solo immaginare che l’uomo comune potesse avere davvero voce in capitolo nel governo del suo mondo.
Nel contemporaneo, pur in assenza di un cambiamento reale nei meccanismi di gestione del potere, così come sono ridotti al lumicino il numero dei bambini continentali che non sanno com’è fatto il mare, allo stesso modo sono avviati all’estinzione gli umani che non riescono ad intravvedere il marciume coperto dalle facciate ufficiali delle varie personalità.
Qualcuno sostiene che è un processo di crescita naturale e forse è vero, ma è indubbio che ci sono uomini che hanno contribuito ad accelerare questo processo. 
L’attuale Presidente del Consiglio è uno di questi.
Nel momento in cui anche il papato sta correndo ai ripari di fronte all’ondata di razionalità diffusa, l’allievo di De Mita, memore delle ore trascorse in sacrestia per prepararsi ad essere il migliore, non trova di meglio che mutuare sistemi di gestione tipici degli imbonitori trascendentali.
Cos’è, infatti, l’appello senza capo né coda, alla fiducia basata sul nulla, intesa come elemento risolutivo della crisi? 

E’ possibile immaginare questo paese salmodiante, mentre conta gli spiccioli ( chi li ha), per arrivare a fine mese?
Indubbiamente fa un certo effetto pensare l’alto dei cieli immerso nella cacofonia delle preci, che so… contro la siccità?

L’atto di fede renziano, mentre, un po’ più in là, precedute dall’eroe ISIS di turno transitano decine di vergini fresche seguite dall’equipe di chirurgia plastica.
Resta il fatto, comunque, che è prassi generale, a tutte le latitudini, l’utilizzo dell’immaginifico senza nessun riscontro con la realtà, per mantenere in condizione di sudditanza psicologica la maggioranza della popolazione e permettere ai ricchi d’imperversare come uno sciame di locuste benedette.
Ecco, quando ci renderemo conto che uomini come quelli non sono neanche degni di defecare dove la fanno gli umani, forse, ovviamente comportandoci di conseguenza, chiuderemo finalmente quelle bocche, per sempre.




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