sabato 3 ottobre 2015

IN BOMBA VERITAS di G Angelo Billia

IN BOMBA VERITAS di G Angelo Billia



Ma che strano, all’improvviso spunta l’esercito della CIA, cioè degli Stati Uniti e si scopre che sta attaccando il Governo di Damasco.
Sono fra quelli che ha preso la sua dose di insulti quando, a suo tempo, sgambettando i sinistri italiani che parlavano di guerra di liberazione, sosteneva che si trattava di un’operazione militare orchestrata dagli USA, al solo scopo di inserire la Siria e la sua produzione petrolifera nell’alveo dei paesi d’obbedienza statunitense.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, migliaia di morti hanno rimpinguato l’elenco delle vittime degli SU e alleati, il silenzio è subentrato al furore esaltatorio di parte della sinistra italiana e, finalmente, arrivano le ammissioni ufficiali dei media.
Né le ammissioni si fermano qui. 

Scopriamo che in Afganistan i baldi eserciti occidentali hanno fallito, tanto che, se non guardassi con disprezzo la figura del professionista delle armi, giusto per rimanere in un ambito di ragionamento comprensibile per persone che hanno considerato corretto inviare truppe a sostegno delle aggressioni americane, chiederei conto dei caduti al Governo e al Parlamento.
Finalmente si dice apertamente, però senza mai citare i responsabili italiani, che l’avventura militare per defenestrare Gheddafi è stata una bestialità, come lo è stata la guerra contro l’Iraq. 

Preciso che ci sono anni luce fra chi fa queste recriminazioni basate essenzialmente sui risultati fallimentari per le mire occidentali e chi, come me, lo fa perché considera l’autodeterminazione dei popoli fattore imprescindibile.
L’attacco militare della Russia in Siria ha il pregio di aver aperto questa finestra “informativa” in occidente.
Il Pentagono piagnucola perché i bombardieri non fanno distinzioni fra i mercenari pagati e preparati da lui direttamente, e quelli pagati e preparati dai suoi alleati, Arabia Saudita, Qatar e Turchia in testa. Ciò rende esplicita la menzogna con la quale in questi anni è stato presentato il cosiddetto terrorismo islamico, si tratta di creatura americana esattamente come lo è stato in Afganistan, in Ucraina e in Cecenia.
L’intervento russo avviene in un momento fra i più complessi della situazione mediorientale. Finite le “primavere arabe” con l’installazione, in Egitto, di una giunta militare supina agli interessi americani e con l’aggressione in atto contro lo Yemen ad opera della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, nella quale è inserito l’Egitto stesso, con la situazione irachena tutt’altro che normalizzata, con Israele che continua imperterrita la sua guerra di sterminio della popolazione palestinese e affila i coltelli per assestare il colpo, nel momento più opportuno, a quello che considera suo nemico giurato, cioè l’Iran, magari col contributo dell’Arabia saudita stessa, con una Libia divenuta terra di nessuno dopo la sua “primavera” e l’”aiutino” occidentale, con una Turchia crocevia della guerra d’aggressione contro la Siria, che non perde occasione, tra l’altro, per mandare i suoi caccia a bombardare le formazioni curde fingendo di bombardare l’ISIS.
Sul versante propriamente occidentale la situazione è tutt’altro che definita. I tentativi americani di Utilizzare la crisi Ucraina, dopo averla creata, come elemento di rottura definitiva fra Europa e Russia, al di là della facciata presentano vistose crepe. Non tutti, soprattutto fra quelli che “contano”, come la Germania, sono disposti ad andare davvero in profondità in questo processo. Sono troppi gli interessi commerciali esclusivamente europei ad essere seriamente minacciati.
Questo è il quadro che offre la chiave di lettura più appropriata per l’”incidente” americano della Wolkswagen, si tratta di una dimostrazione concreta che gli USA, “pacificamente” possono fare molto male agli alleati riottosi.
Non manca, però, nel vecchio continente, il piccolo cabotaggio alla Renzi, che aspira a guidare una coalizione atta ad imporre gli interessi del capitale nostrano, né quella, per certi versi infantile, di Holland che, al pari del suo predecessore vuole, almeno per una volta fare sfoggio di grandeur, dimenticando che quando viene preso in considerazione davvero è solo perché serve a qualcuno molto più in alto, per fare il lavoro sporco, esattamente come per l’Italia.
L’attacco Russo avviene in questo scenario e, occorre dirlo, anche se non condivido la “legalità” delle regole ONU, in un quadro di legalità internazionale distante dalla legge del più forte usata dagli USA per creare il macello siriano.
Resta il fatto che, come si può intuire, le variabili politiche sono molte e spesso quest’ultime si trasformano in variabili militari, i cui effetti sono imprevedibili, ma sempre nefasti.
Inutile dirlo, quando l’imperialismo si scanna è comunque sempre il popolo a pagare. 

La salvezza, l’unica, sta nella consapevolezza che senza l’estinzione della classe dirigente e l’unità internazionale degli sfruttati costruita per questo scopo, anche le guerre non avranno mai fine.

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