domenica 27 gennaio 2013

"Addetti ai lavori" che non leggono i lavori

Prendendo spunto da un articolo di un noto portale d'arte contemporanea, dove un "addetto ai lavori" di chiara fama e con un certo credito da parte di non sappiamo bene chi, è stato sorpreso a recensire la mostra di Marino Marini al Man di Nuoro, mostra di esordio del curatore toscano Lorenzo Giusti (che da queste parti conserva il peccato originale di non essere stato capace di rapportarsi alle realtà "artistiche disobbedienti" isolane che per principio e in nome della libera ricerca artistica non accettano il principio che il loro lavoro e la loro ricerca artistica debba arrivare al pubblico e alla propria comunità di riferimento tramite intermediarie figure filtro (come ad esempio la curatrice isolana da cui prende spunto questo articolo) senza averla vista omettendo nella sua lettura della mostra la parte di ricerca artistica e videoartistica contemporanea che aveva la pretesa (non riuscita) di snodare il lavoro di Marino Marini (indiscutibilmente legato ai linguaggi dell'arte classica intesi in maniera espressivo romantica) verso certe frontiere multimediali tipiche del post e dell'ipermoderno.
Il punto quale è? Che certi addetti ai lavori scrivono, blaterano e parlano di linguaggi che non possiedono e non conoscono, al punto che raccontano di eventi di cui non sono in grado di cogliere il senso linguistico e cognitivo-concettuale, ragion per cui oggi introduciamo un nuovo sondaggio nel nostro blog che troverete scorrendolo, della durata di tre mesi ed è questo:

Gli "Addetti ai lavori" servono a:

- Creare disinteresse intorno alle ricerche artistiche contemporanee

- A permettere alle forze governative e politiche di controllare libere ricerche artistiche

- A alimentare finte distinzioni tra arte e non arte

- Sono indispensabili, senza di loro gli stessi artisti oltre che il loro pubblico, non capirebbero quello che fanno.


Questo facendo presente che gran parte dei visitatori di mostre d'arte contemporanea in spazi come il Man di Nuoro è costituita da artisti e ricercatori di frontiera dei linguaggi dell'arte.

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