venerdì 19 aprile 2013

Antica civiltà atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni


Plutarco nel Romulos, racconta a proposito della battaglia combattuta e vinta dai Romani contro gli Etruschi di Veio, che Romolo celebrò il trionfo vestendo il capo dei Veienti con una toga bordata di porpora e gli misero al collo una bulla da bambini. Esposto al pubblico ludibrio un araldo gridava: "Sardi in vendita".


Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"


"I nuragici vivevano in un isola chiamata Sardegna, si chiamavano Sardi, o viceversa. I Sardi parlavano una lingua diversa da quella dei Greci, dei Semiti e dei Fenici; parlavano quell'antica lingua mediterranea che esportarono anche nella penisola balcanica. Il volere disgiungere la civiltà nuragica da quella shardana, porta inevitabilmente a non comprendere più il rapporto esistente fra le iscrizioni e raffigurazioni egizie con coloro che seppero esprimere così abilmente l'arte metallurgica in armonia con quella architettonica tanto da caratterizzare per sempre la loro terra".

Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"





"Anche gli antichi sardi avevano i loro luoghi sacri, i loro totem. Lo si deduce da quanto ci hanno lasciato nelle loro opere. Il nuraghe, doveva avere anche la funzione di tempio dedicato al sole, la tomba dei giganti, dove i vivi venivano in stretto contatto con gli avi attraverso il rito dell'incubazione. L'incubazione era la pratica di dormire profondamente presso un santuario al fine di ricevere nel sonno rivelazioni da parte della divinità. Si trattava del contatto mentale che i viventi avevano con gli eroi divinizzati. Gli antichi sardi assumevano potenti sostanze ipnoinducenti e nel sonno, anche assai duraturo (pare alcuni giorni), quel consiglio veniva. Al risveglio il soggetto non aveva la percezione del tempo trascorso, ma sentiva la sua mente illuminata dal rapporto con l'entità trascendente".

Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"








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