Flash art è le “nostre radici”.
Direttore amato,
nei propositi ideali e ideologici, l’idea di Musei
provinciali sarebbe condivisibile, io stesso da anni faccio nei limiti di
quelle che sono le mie possibilità, una campagna ininterrotta a sostegno di
libere ricerche artistiche, loro
malgrado sommerse e scartate dalla produzione del sistema dell’arte per cui l’abbiamo conosciuto fino a
qualche tempo fa (c’è una incredibile mutazione in corso derivante dal cambio
di rotta dell’economia globale di cui nessuno può prevedere gli effetti); verissimo
che molti artisti hanno lavorato benissimo, prodotto linguaggi artistici
compresi e inediti nel territorio dove hanno operato, verissimo che di loro non
resterà traccia (in programma nella Tavor Art Mobil abbiamo nomi come Remo
Brindisi, Franco Chiatti e Beppe Serafini, chi se li ricorda? Lei li ricorda?).
Ma è anche vero
che la risposta a questa immensa problematica non la si può demandare a
“addetti ai lavori” nel senso classico del termine, i quali ben sappiamo come
si muovano tra equilibri politici locali e ammiccamenti a facoltosi privati
(non sempre locali), questo crea già di per sé una discriminante storica.
Il bandolo della matassa non può essere in una richiesta
d’aiuto rivolta alle amministrazioni locali, bensì è nelle mani di quei privati
che con questi artisti hanno vissuto e li hanno amati, che ne hanno condiviso e
vissuto la ricerca, per questo io ritengo che lei, da privato e Direttore della
rivista d’arte più autorevole d’Europa, possa fare molto di più di un ennesimo
appello per un inutile Museo locale, in fondo anche questa è stata una ragione
“storica” della nostra contesa.
La smetta di pensare al sistema dell’arte che è stato, alla
classica forma Museo, contribuisca a smuoverlo lei, da privato e da operatore
culturale “addetto ai lavori”.
Mimmo Di Caterino
mariopesceafore@hotmail.it
Nessun commento:
Posta un commento