venerdì 26 luglio 2013

Flash Art è le "nostre radici"


Flash art è le “nostre radici”.

Direttore amato,
nei propositi ideali e ideologici, l’idea di Musei provinciali sarebbe condivisibile, io stesso da anni faccio nei limiti di quelle che sono le mie possibilità, una campagna ininterrotta a sostegno di libere  ricerche artistiche, loro malgrado sommerse e scartate dalla produzione  del sistema dell’arte per cui l’abbiamo conosciuto fino a qualche tempo fa (c’è una incredibile mutazione in corso derivante dal cambio di rotta dell’economia globale di cui nessuno può prevedere gli effetti); verissimo che molti artisti hanno lavorato benissimo, prodotto linguaggi artistici compresi e inediti nel territorio dove hanno operato, verissimo che di loro non resterà traccia (in programma nella Tavor Art Mobil abbiamo nomi come Remo Brindisi, Franco Chiatti e Beppe Serafini, chi se li ricorda? Lei li ricorda?).
 Ma è anche vero che la risposta a questa immensa problematica non la si può demandare a “addetti ai lavori” nel senso classico del termine, i quali ben sappiamo come si muovano tra equilibri politici locali e ammiccamenti a facoltosi privati (non sempre locali), questo crea già di per sé una discriminante storica.
Il bandolo della matassa non può essere in una richiesta d’aiuto rivolta alle amministrazioni locali, bensì è nelle mani di quei privati che con questi artisti hanno vissuto e li hanno amati, che ne hanno condiviso e vissuto la ricerca, per questo io ritengo che lei, da privato e Direttore della rivista d’arte più autorevole d’Europa, possa fare molto di più di un ennesimo appello per un inutile Museo locale, in fondo anche questa è stata una ragione “storica” della nostra contesa.
La smetta di pensare al sistema dell’arte che è stato, alla classica forma Museo, contribuisca a smuoverlo lei, da privato e da operatore culturale “addetto ai lavori”.

Mimmo Di Caterino
mariopesceafore@hotmail.it

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