contemporanee in terra sarda, lo stesso motivo della riunione era prettamente assistenzialista anche se lo si negava negli intenti, il giorno prima ad Oristano si erano riunite infatti delle realtà che tale ricerca di visibilismo ed assistenzialismo la negavano in nome dell'autodeterminazione e del rispetto della comunità e del territorio che accoglie l'arte e l'artista e dove l'arte e l'artista non andrebbero mai imposti in nome della qualità e del valore di mercato, perché ciò vuole dire annientare le differenze identitarie e culturali che nel prodotto artistico dovrebbero trovare la loro naturale espressione simbolica ed affettiva, per cui la scarsa preparazione in materia di ricerca artistica non è solo della classe politica Dirigente, come si afferma a conclusione dell'articolo, ma degli stessi "addetti ai lavori" che attaccando la classe politica dirigente in realtà reclamano visibilità, sostegno ed assistenza economica, niente di più lontano dall'arte, noi ci auguriamo che tale provincialismo culturale cessi una volta per sempre e che spazi come il Man di Nuoro chiudano il prima possibile, più importanti sono le scuole d'arte veri luoghi di educazione alla libertà di pensiero ed espressione come forma di disciplina, ma si sa, in tempi di crisi economica si diventa incapaci di leggere la realtà e di determinarne la priorità nel nome del si salvi chi può sempre a carico del contribuente, certi artisti prima di spulciare l'operato della loro classe dirigente dovrebbero avere il giusto spirito autocritico per capire come e dove si autodeterminano.
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