martedì 5 gennaio 2016

“Bromuro" di G Angelo Billia

BROMURO



Quando il servizio di leva era ancora obbligatorio e il massimo d’intervento guerresco del “nostro” esercito erano i terroristi altoatesini, fra le reclute a cui s’imponeva l’assenza totale di libera uscita per un congruo numero di giorni dopo l’arruolamento, era diffusa la convinzione che nel caffelatte mattutino ci fosse una certa percentuale di bromuro. 

Nessuno riusciva a capacitarsi, altrimenti, la rassegnazione con la quale quei giorni venivano affrontati.
Da allora è passata tant’acqua sotto i ponti ed è triste constatare che, ai giorni nostri analogo “additivo dietetico” sembra essere assunto a livello di massa.
Quanti ad esempio, guardano con timore e sospetto al barbuto mediorientale che incrociano per caso? Automaticamente tornano agli occhi le immagini di uomini sgozzati o falciati a colpi di mitra. 

Qualcuno dirà che è una reazione normale: con quello che si vede in televisione!
Ricordo, e non finirò mai di farlo perché non sembra memoria condivisa, l’episodio in auge in televisione, per un certo periodo, del bimbo iracheno senza gambe, unico superstite di una famiglia composta da tredici persone falciata dai bombardamenti americani.

 Per un bel po’ la grancassa mediatica ha battuto sulla bontà americana che donava al bimbo le gambe artificiali. 
Finalmente qualcuno si accorse che, così facendo, anziché ottenere il risultato desiderato, si focalizzava l’attenzione sull’episodio che l’aveva reso storpio e solo al mondo.
Il tutto sparì all’istante, non si sa con quali eventuali strascichi per i responsabili, molti, così come sono quelli che, pur di compiacere il potente, pubblicano acriticamente qualsiasi cosa considerino di suo gradimento.
Quest’episodio parla anche del “nostro” esercito di mercenari (di mestiere), un esercito che già allora aveva le sue responsabilità nell’annientamento sotto le bombe di intere famiglie in quella parte del mondo.
Tant’é, il bromuro chiamato ignavia, fa sì che pochi guardino perlomeno con realismo, quando incrociano un qualsiasi esponente delle forze armate, o un politico, anche sedicente di sinistra, responsabile d’averle trasformate in strumento d’aggressione. 

Dietro all’omelia funebre dei “nostri eroi”, dietro ad ogni applauso alle parate, c’è la sciagura di una guerra con un numero inimmaginabile di morti innocenti di cui anche l’ esercito italiano è responsabile.
Il 2016 è anno di elezioni, Renzi gioca furbescamente all’indipendenza dall’Europa e raccatta un po’ di soldi (nostri) per pagare i voti, mettendo in sordina le scelte “italiane” in merito alla guerra, solo apparentemente mediorientale.
Qualcuno finge d’essere politicamente attivo, annullandosi nelle disquisizioni su quale amministratore sia più adatto a gestire gli interessi privati nella cosa pubblica, fingendo di non sapere che a breve le esigenze dell’impero difese dalla NATO, imporranno il rispetto delle decisioni già prese.
L’Italia con le sue forze armate sarà trascinata in prima linea più di quanto non sia. 

Pochi, veramente pochi razionalizzeranno che ciò comporterà anche un tributo di sangue innocente, ad un paese la cui Carta costituzionale esclude la guerra.
La salvezza, l’unica possibile, è chiamarsi fuori da ogni guerra d’aggressione e da ogni alleanza militare, imponendo la chiusura delle basi USA nel nostro paese.
Purtroppo, se non si rifiuta il bromuro, va detto chiaramente che la responsabilità del sangue versato sarà di tutti. 

Piangeremo i “nostri eroi”, piangeremo i nostri civili e lo faremo con quelle che si dice siano lacrime di coccodrillo, anche se, a ben guardare è un vecchio vizio mai smentito.



G Angelo Billia

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