Caro pesce fuori, offendere di che e chi? Sei tu che sei sempre molto aggressivo, forse non te ne accorgi (forse). In quanto al merito, non siamo più agli inizi del 900, forse ti sfugge questo particolare. Sei tu che noi sai leggere la situazione, che dovresti studiare un po' di psicologia e sociologia dell'arte, capire che il mondo è diverso, che esiste il pensiero debole, che i valori non sono più assoluti, che non c'è tensione morale totale, non c'è una tensione escatologica, è finito il comunismo per fortuna, e anche il capitalismo non sta affatto bene, ma si rigenera e si
riaggiusta garantendoci quel minimo di garanzie (conquistate col sangue,
sia chiaro,. soprattutto grazie all'impegno della sinistra, almeno in
Europa). Tu invece blateri e ti affanni dando l'impressione d'essere un fascistello da strapazzo (parlo di inpressione, lo dico per te; so benissimo che non lo sei, nelle idee, ma forse nei comportamenti un piccolo dittatore sì).
In quanto a Hirst, Koons, ecc. ma chi ha mai parlato di inventare linguaggi? O meglio, ogni artista ha il suo linguaggio, ovvio, e ha successo quando lo impone al sistema, basta leggere Angela Vettese, essendo la risultante di uno sforzo collettivo di un piccolo-grande gruppo di potere costituito da galleristi, mercanti, collezionisti, critici, pubblico e altri artisti. L'artista, non bastano idee e lavoro, deve saper mediare senza vendere il culo, fa un lavoro di diplomazia, delicatissimo, ma da
sempre in Occidente (vedi le vite che so, di Raffaello o di Tiziano), si
deve creare la legittimazione, anche grazie al meccanismo del "re nudo".
Qualcuno di influente comincia a gridare che la qualità c'è e gli altri si
accodano. Non c'è nessun sistema, nessuna congiura (forse nella tua
testa), nessuna cupola che decide, ma diverse chiese, gruppi che cercanop di
imporre i propri protetti.
La domanda è: perchè? Perchè si sceglie Hirst e
non Pesce fuori? Forse per diverse ragioni, caso, qualità del lavoro,
favori sessuali (ma senza un minimo di lavoro serve a poco). Non siamo
nella russia comunista dove si favoleggiava che tutto fosse giusto e
garantito perchè scientidficamente calibrato ecc. Qui siamo nella
giungla, nel posto meno democratico del mondo, dove l'artista di successo è il
tiranno della galleria, arriva ad avere potere assoluto, dove però la
selezione è feroce e come cantava quello uno su mille ce la fa. Più
l'artista ha successo più lo cercano e ha spazio, occasioni di mostrare,
sublimare il suo narcisisimo e il suo ego smisurato (tu ne hai da
vendere), più si mortifica o viene mortificato, più va inm down, finisce
dimenticato.
Il paradosso sta qui: che le occasioni in teoriam andrebbero divise
equamente: 90 % a Hirst, il restante 10 a Pesce fuori, invece non funziona
così, perchè Hirst se vuole si prende anche il 10. Mica puoi inpedire al
mondo di invitare lui e non te, no? O vuoi continuare a litigare con tutto
il mondo?
ma datti una calmata e pensa a produrre opere che abbiano un senso e a
risultate meno antipatico. Come diceva Renato Zero, puoi essere bravo
quanto ti pare, ma se non ci sai fare e non sei simpatico non ti faranno
mai lavorare. Capitto mia hai, caro il mio tamburello sardo? Umiltà prima
di tutto, e amore.
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Non capisco, all'arte insider viene consentito e giustificato tutto, in quanto legittimato dall'investimento che tu chiami moderazione e diplomazia, che l'investimento abbia qualche cosa a che vedere con la moderazione e la democrazia ho i miei seri dubbi ma tu sei così integralista da non avere dubbi nonostante tutto quello che sta accadendo in casa nostra dal punto di vista sociale, economico e culturale, ma in sostanza a te che te ne fotte? (consentimi il di pietrismo ma la tua idiozia merita il piatto politichese bipolare che tanto si adatta alla nostra cultura italiota), non siamo agli inizi del secolo scorso è vero, un secolo dove penso si possa dire che la meritocrazia premia chi meglio porta la borsa del potente senza fiatare sul perché e il per come sia piena, insomma il merito di eseguire senza fare troppe domande e di legittimare senza spirito critico dato che in fondo si è a busta paga o si sogna di esserlo, questo è il criterio che molti artisti oggi accettano passivamente, lo stesso Luca Vespa, Bruno Rossi, no Luca Rossi.
Dovrei studiare psicologia e sociologia dell'arte, mai smesso di farlo, solo che sai come vanno le cose, i contenuti sono sempre calibrati sull'identità di chi li riceve e secondo me la psicologia e la sociologia dell'arte non hanno proprio un cazzo a che vedere con quello che il mercato ed i mezzi di comunicazione di messa e di governo ad esso connessi con merito applicano senza ritegno scaricando pensieri unici dell'arte omologanti ed omologati su disarmate comunità che si difendono come possono da culture ed oggetti artistici misteriosi che in fondo rifiutano nel loro significato sociale, simbolico e culturale, mi dirai che le comunità sono ignoranti ed allora io ti dico che l'ignorante che dovrebbe studiare un poco meglio ed il fascistello alla periferia del sistema sei tu ed a dire il vero già lo penso.
Associ l'idea di bene pubblico al comunismo ed io non dovrei darti dell'ignorante? Pubblico e privato sono due condizione della ricerca artistica contemporanea entrambe da tutelare se si ambisce a dare senso alla parola democrazia ed anche alla parola liberismo che però mi piace un poco d meno, come canta Lindo Ferretti la libertà è una forma di disciplina.
Parli di garanzie conquistate con il sangue, quale? Quello degli imprenditori che quotidianamente si suicidano in Italia? Parli di mediare senza vendere il culo e non so perché mi vengono in mente Bersani e Vendola, facile mediare senza vendere il culo proprio e guadagnare sulla vendita del culo degli altri, troppo facile, ma dalle tue parti si è capito che i tagli alla cultura ed all'istruzione ed alla ricerca artistica in Italia sono proprio dettati dalla glorificazione di quel privato e di quei valori che tanto difendete ed osannate da tempo? Lo vedi il tuo boomerang colpirti in faccia o pensi di essere sul serio un fuoriclasse nel lancio di minchiate, facile purché ci credano, io no, non ci credo e fino a prova contraria disobbedienza e dittatura non sono proprio la stessa cosa.
Sono antipatico è vero, ma come mi diceva mia mamma da piccolino "chi mi vuole bene appresso mi segue", ti sembra troppo intima e privata come citazione? Negri sostiene che la famiglia e l'amore sono le cose da cui ripartire per una ridistribuzione dei valori e del bene comune e tutto sommato sono d'accordo con lui,
il tuo tamburello sardo che a differenza tua non è sordo
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