sabato 22 giugno 2013

Lettera spedita a Peter Gomez (mai pubblicata) a commento di "Ecstasy party", Espresso del 18-11-99


 Marco Lavagetto










































 Il componente dell'ectasi è il MDMA e veniva usata solo dai militari USA per le sue qualità stimolanti e anoressizzanti, non certo come agente empatico. 
Più che per amare, direi che veniva usata soprattutto per odiare.
Vediamo di dare qualche informazione corretta : l'an(m)fetamina è un potente stimolante del sistema nervoso centrale, che aumenta il battito cardiaco e la pressione del sangue. E' la terapia d'elezione per combattere la narcolessia. Viene anche prescritta contro certe forme di depressione e obesità. L'amfetamina agisce aumentando glieffetti della noradrenalina, neurotrasmettitore endogeno.  La prima amfetamina fu preparata nel 1887, ma  l'uso in medicina venne introdotto solo negli anni venti. Negli anni della seconda guerra mondiale, era come il pane dei soldati e anche la popolazione civile iniziò ad abusarne, consumandola sotto varie forme, dalle compresse dimagranti e per stare svegli (pep pills o uppers) alle iniezioni di metamfetamina(speed). La prima popolazione di questo mondo a dover fare i conti con gli effetti collaterali di questa potente droga, fu quella giapponese. Negli anni del dopoguerra, ciò che i Kamikaze non erano riusciti a consumare (ce n'era per tutti!) fu immesso sul mercato e così il Giappone sperimentò per primo gli effetti devastanti dell'abuso di questa droga, soprattutto tra le giovani generazioni. Un uso irragionevole della sostanza porta a stati di estrema irritabilità, delusioni paranoidi e allucinazioni, che sfociano in comportamenti violenti e omicidi, profonda depressione e inclinazione al suicidio. 
E' vivamente sconsigliata agli ipertesi e a coloro che hanno insufficienza epatica, renale o cardiaca, anche lieve. Una overdose può causare ictus, aritmie cardiache gravi, esito.
Gli atleti che usano amfetamina, sono soggetti a rischio di overdose, perché l'effetto della droga maschera il sovraccarico cardiaco.

Nella primavera del 1979, ci fu una invasione di cristalli simpatomimetici. I cristalli si potevano consumare sia iniettati che inalati. La prima possibilità era la più usata, perché l'inalazione causava forti irritazioni alle mucose nasali, visto che si trattava di cristalli non facilmente friabili. 
Nel 1979 avevo diciassette anni e conoscevo solo due droghe: l'hashish e l'eroina.
Il mio primo buco di speed (e fu anche l'ultimo), mi piacque molto. Forse perché era poca o perché riuscii a dosare la quantità con precisione tale da non accorgermene il giorno dopo. Ricordo che ero sulla riviera ligure con un mio amico che se l'era portata un pò da Milano. Passammo la notte sul lungomare, camminando avanti e indietro sulla passeggiata, parlando e ascoltando a turno, non so per quanti chilometri. La notte era buia, ma io riuscivo a vedere il mare fino all'orizzonte, dove iniziava il cielo, di un nero diverso dal mare.
Le mie pupille vedevano tutto, come un gatto.
Qualche settimana dopo, all'inizio dell'estate, c'era un concerto di Iggy Pop al Palasport di Milano e decisi di andare solo, portandomi un po' di fumo. Ero partito con pochi soldi, indossando una giacca di pelle nera di mio papà con un bel colletto anni 70. La mamma era tranquilla perché sapeva che c'era lo zio di Milano che  mi accompagnava al concerto insieme con sua figlia, una bambina molto simpatica e sveglia. Prima del concerto di Iggy, c'erano gli Human League con le loro proiezioni di diapositive.  
Mi stavo preparando una canna e vidi un ragazzo che mi guardava con occhi stralunati il quale mi disse che era una settimana che si faceva di anfe, naturalmente non aveva dormito e non aveva nessuna intenzione di farlo, almeno per questa notte.  Gli chiesi dove si comprava l'anfe e lui,sorridendo, mi accompagnò con un suo amico che ci vendette una busta da cinquemila lire, piuttosto piena di cristalli. 
La sniffammo lì nel gabinetto, vicino ad altri che fumavano. Scendendo le scale, verso il palco, mi sentii che mi saliva di brutto! Una sensazione di forza e di prepotenza che non avevo mai provato. Cazzo! Avevo comprato la maglietta di Iggy e decisi di mettermela sopra la camicia azzurra a maniche corte. Dopo l'inalazione, non ci fu più il tempo di vedere il concerto, perché tutto si fece più veloce, anche noi non riuscivamo a stare fermi e quel concerto si esaurì senza che io potessi godermelo appieno. 
Ricordo un momento in cui regalai un pacchetto appena aperto di De Bruine ad un ragazzo molto educato che mi aveva chiesto una sigaretta, ricordo un altro ragazzo in bagno che mi chiese meno educatamente un fazzoletto e dopo aver detto al suo socio che l'oppio che si era fatto gli piaceva tanto, me lo restituì bagnato e sporco, senza neanche guardarmi in faccia. In quel momento, così carico di adrenalina, mi salì al cervello la sclero e menomale che c'era Massimo che mi tirò, sennò lo avrei picchiato di brutto. Dopo il concerto, notai lo zio che mi aspettava con la sua Mercedes per accompagnarmi a casa ma decisi di  non farmi vedere in quello stato. Fuori dal palazzetto, notai un gruppo di persone sedute su un prato e ci aggregammo a quegli sballati. Un tipo mi offrì un tiro di coca perché diceva che gli ero simpatico e lo menò per un'ora con il fatto che non era uso a questi gesti di generosità, anche perché la sua coca era di una qualità superiore, quella rosa. Peccato che io non l'accusai minimamente, ero già troppo fatto!

La notte si concluse a Parco Ravizza, tra ronde di carabinieri muniti di torce e canne che giravano come sigarette. All'alba mi rimaneva ben poco; durante la notte avevo perso qualche chilo e un pezzettino di incisivo a furia di digrignare i denti e non mi rimaneva altro da fare che tornare a casa in metropolitana, con la gente delle sette che andava al lavoro e mi guardava come fossi il solito sballato. Poi presi il treno. Arrivato a casa, alla mamma le dissi che avevo dormito dallo zio ma vedendomi così dimagrito, non la bevve. La notte successiva, ancora sveglio! Non c'era verso di prendere sonno. Se poi mi azzardavo ad uscire di casa, avevo la netta sensazione di essere pedinato, sentivo passi dietro di me, mi voltavo e non c'era nessuno. Allora parlavo da solo. I postumi si fecero sentire per una settimana e giurai a me stesso di non toccare più quella roba. Come in tutte le cose, l'eccesso è il nemico.

Oggi questi tossicini, non se ne rendono tanto conto, dicono che non bisogna esagerare ma già lo fanno.
In realtà, sono delle palle molle, non hanno mai comprato una insulina per iniettarsi cocaina, la loro bomba, se la mangiano, come una innocua vitamina. Poi muoiono per la fatica su una pista da ballo, come cavalli maltrattati. Ma loro non hanno fatto punture di Roferon ® per un anno e mezzo, non sanno cosa vuol dire il gustoamaro della roba che ti prende tra gola e naso quando il primo risucchio è in circolo. A Scamone e a Brunella, che forse dell'eroina conoscono solo qualche versione sintetica per bocca, consiglio di approfondire la loro cultura sugli alcaloidi, prima di dire che l'ext è la droga più bella del mondo...
Oppure fatevi un the di datura stramonium, per la quale già nel III° secolo prima di Cristo, Teofrasto raccomandava nei suoi scritti:
"...alcune gocce di Stramonio danno euforia; il doppio, paurose visioni; il doppio ancora una certa morte.".
Come in tutte le cose, l'eccesso è il nemico.

PS: Quella bambina simpatica e sveglia, qualche anno dopo, iniziò a drogarsi.

Nessun commento:

Posta un commento