mercoledì 5 giugno 2013

Premio Babel per parlarsi addosso?

Direttore, 
leggo del Premio Babel e della mostra connessa al Ghetto degli Ebrei, si tratta di qualcosa di cui non comprendo il contenuto; critici, curatori, storici dell'arte e galleristi hanno decretato sei vincitori per sei discipline categorie dell'arte (ma se parliamo di artisti e professionisti ha ancora senso il premio per categoria nel 2013? Insomma si tratta di un premio a sostegno dell'arte contemporanea per categoria?); alcuni degli artisti selezionati sono di assoluta qualità, ma il punto è un altro, lei si immagina una Biennale d'arte contemporanea oggi per categoria? Niente di più provinciale nel terzo millennio.
Quello che mi e le chiedo è, in una realtà come quella sarda e Cagliaritana, è un premio una esposizione personale a Cagliari che mira a un inserimento nel mercato dell'arte e un tour dell'isola che toccherà nientemeno Oristano, Sassari, Ulassai, Alghero e Nuoro? Ma esiste un reale mercato dell'arte contemporanea nell'isola? Quanti sono i reali collezionisti?
 Ho la sensazione che come al solito l'arte e gli artisti isolani (non per colpa loro, ma per colpa di scriteriati "addetti ai lavori" in cerca della promozione della loro figura professionale che poco ha a che fare con le reali problematiche degli artisti), come al solito si parlino addosso, perché non tentare di ragionare in termini altri? Perché non pensare di potere esportare le ricerche artistiche sarde che nulla hanno a che invidiare a quelle di altre realtà?

Mimmo Di Caterino

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