lunedì 29 aprile 2013
domenica 28 aprile 2013
sARTegna prima puntata, abbiamo intervistato Michele Mereu e Chiara Schirru
Al Man di Oristano video intervistiamo il duo di artisti di Solarussa Michele Mereu e Chiara Schirru.
Il simbolico passaggio del fucile (giocattolo) del "Mario Pesce a Fore" ai curatori del Man di Oristano, espulsi dalla mappatura ufficiale del sistema dell'arte Sardegna di Lorenzo Giusti e del Man di Nuoro.
Il primo episodio di Sartegna vede protagonista il duo artistico Askosarte, all'anagrafe Michele Mereu e Chiara Schirru, che ci hanno accolti nella loro tradizionale e ariosa casa campidanese di Solarussa (Or), diventata sede di un project space, punto di riferimento della scena creativa contemporanea della Sardegna centrale.
Ed è proprio il decentramento, geografico, artistico ed intellettuale, il fulcro di questa chiacchierata, tra discussioni sul MAN di Nuoro e la bizzarra quanto incompleta mappatura delle zone artisticamente attive dell'isola tracciate dalla nuova direzione artistica, a cui il duo risponde con l'iniziativa Man (scoprite cos'è) e, per contro, racconti d'amore per la propria terra, capace di influenzare ogni atto, perfino quello creativo, come nel caso della retrospettiva fotografica di Michele, Me Myself and I, che racconta la giornata dell'artista, esclusivamente composta di cose e persone vicine, facenti parti del ripetitivo ma reale quotidiano. È l'oggi il primo degli strumenti di ricerca di questa coppia di interpreti: abbandonata ogni forma di esterofilia, tutto quello che vive nelle parole e nelle arti visive di Askosarte è limitrofo, è frutto di un incontro che segna la propria presenza nella loro vita, un percorso identitario che compiono da ormai molti anni.
L'intervista è moderata dagli altrettanto vivaci Mimmo di Caterino e Barbara Ardau, del gruppo Mario Pesce a Fore, perciò non perdetevi questa gincana tra favole oristanesi, sarcasmo sottile su politica e provincialismo, i mali incurabili di molti artisti contemporanei, passaggi di fucile e silenzi critici di cose non dette che esplodono in una risata, tutto in compagnia del più vanitoso e telegenico dei performer, Skodino, il cane attore che firma sempre i lavori della coppia Askosarte.
Ed è proprio il decentramento, geografico, artistico ed intellettuale, il fulcro di questa chiacchierata, tra discussioni sul MAN di Nuoro e la bizzarra quanto incompleta mappatura delle zone artisticamente attive dell'isola tracciate dalla nuova direzione artistica, a cui il duo risponde con l'iniziativa Man (scoprite cos'è) e, per contro, racconti d'amore per la propria terra, capace di influenzare ogni atto, perfino quello creativo, come nel caso della retrospettiva fotografica di Michele, Me Myself and I, che racconta la giornata dell'artista, esclusivamente composta di cose e persone vicine, facenti parti del ripetitivo ma reale quotidiano. È l'oggi il primo degli strumenti di ricerca di questa coppia di interpreti: abbandonata ogni forma di esterofilia, tutto quello che vive nelle parole e nelle arti visive di Askosarte è limitrofo, è frutto di un incontro che segna la propria presenza nella loro vita, un percorso identitario che compiono da ormai molti anni.
L'intervista è moderata dagli altrettanto vivaci Mimmo di Caterino e Barbara Ardau, del gruppo Mario Pesce a Fore, perciò non perdetevi questa gincana tra favole oristanesi, sarcasmo sottile su politica e provincialismo, i mali incurabili di molti artisti contemporanei, passaggi di fucile e silenzi critici di cose non dette che esplodono in una risata, tutto in compagnia del più vanitoso e telegenico dei performer, Skodino, il cane attore che firma sempre i lavori della coppia Askosarte.
Abbiamo inaugurato il ciclo d'interviste tra artisti sullo stato della ricerca artistica contemporanea per la redazione di sARTegna, abbiamo intervistato il duo di artisti Michele Mereu e Chiara Schirru di Askosarte, si è parlato del Man di Oristano, di artisti in Sardegna con poca coscienza e consapevolezza sociale e tante altre faccenduole, buona visione.
Prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=6rrIKgOOpOg
Seconda parte: http://www.youtube.com/watch?v=RpaLfDmYQiM
sabato 27 aprile 2013
giovedì 25 aprile 2013
25 Aprile, ma che festa è? G. Angelo Billia e Su Demoniu
25 APRILE, MA CHE FESTA E’?
Altare della Patria, Roma.
Ingoio il groppo rabbioso che ho alla gola e da buon masochista mi trasferisco nei panni di un immigrato.
Sapete, uno di quelli che è sopravvissuto al passaggio nel cimitero chiamato Canale di Sicilia, di quelli che, rischia la vita pur di fuggire dalle repubbliche delle banane africane, dalla fame e dalle tante guerre, per interposta persona, che dilaniano casa sua, uno di quelli che ha superato l’italica imbecillità del “fuori di qui, negher, ci porti via il lavoro”, quale lavoro, poi…
Bene, nella mia nuova veste sto guardando il Presidente mentre commemora il 25 aprile, mi hanno detto che si tratta della festa della liberazione.
Nel mio paese, per quel che ho potuto, ho studiato, a quel che ricordo di storia, credo che la liberazione sia quella dal nazifascismo.
Squilli di tromba, scatti marziali delle truppe schierate.
Però! Fanno proprio sul serio!
La fanfara attacca l’inno nazionale, musicalmente parlando non mi piace molto.
Non conosco ancora bene la lingua, ma mi pare che anche il testo sia un po’…
Va beh, la storia non si può cambiare, quello è, comunque rappresenta i moti che hanno portato all’unità del paese e non è il caso di guardare per il sottile.
La corona viene accarezzata dal Presidente prima di essere deposta solennemente ai piedi dell’Altare della Patria.
Accidenti, qui fanno davvero sul serio.
Squilli di tromba e sbatter di tacchi, poi, gli ottoni intonano... “La leggenda del Piave”!
Si legge la commozione nella postura dei convenuti, mentre assorti pensano ai caduti, del Piave. “La leggenda” si spegne, nuovo sbatter di tacchi, il Presidente porge gli omaggi alle personalità convenute, poi si sposta e va ad omaggiare i rappresentanti della resistenza.
Altare della Patria, Roma.
Squilli di tromba, scatti marziali delle truppe schierate.
Si legge la commozione nella postura dei convenuti, mentre assorti pensano ai caduti, del Piave. “La leggenda” si spegne, nuovo sbatter di tacchi, il Presidente porge gli omaggi alle personalità convenute, poi si sposta e va ad omaggiare i rappresentanti della resistenza.
E’ il momento, penso, mentre guardo curioso
la fanfara schierata, ecco che ora si omaggia la resistenza.
Ordini secchi, scanditi, sbatter di tacchi: che coreografia! I fiati prendono vita assieme agli altri strumenti e… l’inno di Mameli dispiega le sue note.
Non ce la faccio più e ritorno nei miei panni.
Penso al partigiano Massimo, mio padre, sepolto dieci anni fa all’ombra della bandiera dell’ANPI, sorretta dal partigiano Paisanetto che, se n’è andato dopo poco, anche lui.
Penso all’epopea partigiana entrata nella mia vita quando ancora questi uomini non la consideravano conclusa.
Penso ai partiti che avevano creato la resistenza e al progressivo scollamento dagli ideali che l’avevano sostenuta.
Penso alla “sistemazione” personale di molti “partigiani” che avevano “combattuto” quando la resistenza aveva già vinto e penso al ritorno alla condizione di paria della società in cui la Repubblica relegava gli autentici combattenti antifascisti.
Penso alla mancata epurazione degli apparati dello Stato fascista e alle fortune di un apparato imprenditoriale arricchitosi con la monarchia, con il fascismo e con la Repubblica.
Ciò che ho visto oggi, a Roma, era il funerale della parte migliore dell’Italia, quella capace di grandi ideali e che è disposta a concimarli con il proprio sangue.
Una ulteriore conferma della restaurazione, in senso autoritario, di cui Napolitano è garante e al tempo stesso artefice.
G.Angelo Billia
Non ce la faccio più e ritorno nei miei panni.
Ciò che ho visto oggi, a Roma, era il funerale della parte migliore dell’Italia, quella capace di grandi ideali e che è disposta a concimarli con il proprio sangue.
Che senso ha festeggiare il 25 Aprile? Si festeggia quale liberazione? Da quale fascismo? Il fatto storico è che dal dopoguerra a oggi siamo stati lentamente confinati a essere periferia, la forma stato si è frammentata e di fatto siamo un paese in saldo con tutti i suoi servizi pubblici sul mercato per sanare i debiti pubblici causati dal privato, cosa c'è seriamente da festeggiare domani? Al limite è una ricorrenza per commemorare la liberazione che fu, anche perché in Italia chi ha una età compresa tra i 0 e i 40 anni non ha mai avuto seriamente la sensazione di essersi liberato da qualcosa, la mia e la tua generazione al limite può riflettere su come a partire da allora una resistenza a qualcosa in Italia non c'è mai stata, mi sbaglio?
dal 45 al 2013 sono 68 anni (l'età dei nostri genitori), sbaglio a dire che chi ci ha liberato (?) ci sta riportando nel punto esatto da dove è partito? Di fatto questa crisi economica è più imponente di quella del 29 e con una maggiore viralità, ho la sensazione che questa festa ideologicamente ed idealmente santa in virtù del vestito buono porti certi militanti in buona fede a sostenere il loro oppressore divenuto nel frattempo fluttuante ed etereo, insomma il principio mi sembra lo stesso dei fedeli che vanno a messa e che si trovano al loro fianco signori ben vestiti che li condannano a sperare nella preghiera e nella fede in Dio per trovare consolazione e in segno di pace si stringono la mano davanti al comune maligno oppressore.
Il 25 Aprile dovrebbe essere una data di festa per i movimenti e non una occasione di sbandieramento politico centralizzato e colonizzato, mi sono sempre mosso tra i movimenti e non ho mai fatto la tessera di un partito, all'inizio per militanza attivistica e poi perché ritengo che un dipendente pubblico non possa e non debba iscriversi a un partito, rischierebbe di falsificare e mistificare dei contenuti che devono restare, nel pubblico interesse, di ricerca comune.
Su demoniu
mercoledì 24 aprile 2013
Nexus - Marck Buchanan
"Le reti sociali sono fatte d'intensità di legame tra le persone.
Forti sono le reti che uniscono familiari, amici o colleghi che passano molto tempo insieme, deboli sono i legami di generica conoscenza.
I legami forti però non sono mai rilevanti in una visione di sistema e si possono eliminare senza produrre gravi danni.
I ponti e la rete di sistema sono costituiti invece dai legami deboli che svolgono la funzione di tenere realmente salda la rete sociale.
I legami deboli sono ponti verso altre persone e mondi sociali lontani, altrimenti del tutto estranei, i legami forti hanno invece un effetto dirompente che ci connettono con persone con le quali saremo connesse comunque.
I ponti tra mondi sono la chiave che rende le reti sociali piccole, se è vero che sei passaggi di relazione consentono a una qualsiasi persona di arrivare a qualsiasi altra è chiaro che sono le scorciatoie sociali a consentire questo".
"Sondare il terreno con amici intimi è facilissimo, ma la notizia non si propaga più di tanto, quando il messaggio invece raggiunge conoscenti e parenti che non si vedono mai è più alta la probabilità di superare gli angusti confini del nostro gruppo sociale e di giungere all'orecchio di molti. Senza i legami deboli, una comunità sarebbe frantumata in tanti gruppi isolati".
"La contagiosità "memetica" dei desideri e delle idee è tra l'altro alla base di una nuova teoria pubblicitaria definita "permission marketing", ovvero pubblicità su consenso. Sostengono i suoi alfieri che è ora di finirla, con la pubblicità televisiva e radiofonica, i cartelloni e simili in cui il consumatore è tenuto in ostaggio per i pochi secondi necessari a recepire il messaggio; si devono invece creare desideri e idee contagiosi da trasmettere da una mente all'altra. Insomma, smettete di vendere alla gente! Diffondete come una epidemia le vostre idee, convincendo i vostri clienti a fare marketing per voi.
I pubblicitari contano sempre di più sulla propagazione delle idee e dei desideri di testa in testa. Del resto è proprio questa l'essenza della moda: l'emergere di un modello che genera desiderio perché si presenta in se stesso "figo" e capace di innescare un'epidemia".
Forti sono le reti che uniscono familiari, amici o colleghi che passano molto tempo insieme, deboli sono i legami di generica conoscenza.
I legami forti però non sono mai rilevanti in una visione di sistema e si possono eliminare senza produrre gravi danni.
I ponti e la rete di sistema sono costituiti invece dai legami deboli che svolgono la funzione di tenere realmente salda la rete sociale.
I legami deboli sono ponti verso altre persone e mondi sociali lontani, altrimenti del tutto estranei, i legami forti hanno invece un effetto dirompente che ci connettono con persone con le quali saremo connesse comunque.
I ponti tra mondi sono la chiave che rende le reti sociali piccole, se è vero che sei passaggi di relazione consentono a una qualsiasi persona di arrivare a qualsiasi altra è chiaro che sono le scorciatoie sociali a consentire questo".
"Sondare il terreno con amici intimi è facilissimo, ma la notizia non si propaga più di tanto, quando il messaggio invece raggiunge conoscenti e parenti che non si vedono mai è più alta la probabilità di superare gli angusti confini del nostro gruppo sociale e di giungere all'orecchio di molti. Senza i legami deboli, una comunità sarebbe frantumata in tanti gruppi isolati".
"La contagiosità "memetica" dei desideri e delle idee è tra l'altro alla base di una nuova teoria pubblicitaria definita "permission marketing", ovvero pubblicità su consenso. Sostengono i suoi alfieri che è ora di finirla, con la pubblicità televisiva e radiofonica, i cartelloni e simili in cui il consumatore è tenuto in ostaggio per i pochi secondi necessari a recepire il messaggio; si devono invece creare desideri e idee contagiosi da trasmettere da una mente all'altra. Insomma, smettete di vendere alla gente! Diffondete come una epidemia le vostre idee, convincendo i vostri clienti a fare marketing per voi.
I pubblicitari contano sempre di più sulla propagazione delle idee e dei desideri di testa in testa. Del resto è proprio questa l'essenza della moda: l'emergere di un modello che genera desiderio perché si presenta in se stesso "figo" e capace di innescare un'epidemia".
domenica 21 aprile 2013
venerdì 19 aprile 2013
Esclusiva intervista a Pino Boresta
Abbiamo intervistato in esclusiva Pino Boresta, il performer Romano che ha messo davanti la loro futilità con una azione artistica fortemente critica "Io vivrò" Baratta e Gioni, colpevoli di non averlo invitato a partecipare alla loro Biennale, dopo avere annunciato la sua morte perché omesso dalla prestigiosa panoramica ha dichiarato con forza a Gioni che continuerà a vivere nonostante la dolorosa e dolosa esclusione.
Duramente attaccato da Luca Rossi risponde indirettamente dalle pagine del nostro blog, rifiuta l'accostamento a artisti come Luca Lo Coco e Lavagetto e ci confida che continuerà la sua azione performatica e critica nei confronti della Biennale di Venezia.
Mimmo:
Pino da cosa è stata mossa la tua azione performatica "Io vivrò"?
Ti chiedo questo perché personaggi sintetici creati dal sistema in maniera fintamente disfunzionale come Luca Rossi ti hanno accusato di essere troppo estremo e quasi impresentabile, secondo lui/loro e secondo una certa mentalità artistica, provocazioni e lavori come il tuo hanno senso solo quando realmente inquadrati in un sistema.
Pino Boresta:
Quale sistema? Ci sono tanti sistemi, a me piace il mio sistema, credo che ognuno debba utilizzare il sistema che preferisce, il giorno in cui questo sistema non fosse più soddisfacente, cambierò sistema, e quale sistema utilizzerò?
Probabilmente ancora una volta un sistema di quelli non realmente inquadrati, o forse no o forse si.
Mimmo:
Tu ti definisci un artista di processo o di prodotto? Quando determini una tua azione artistica pensi in termini di prodotto o t'interessa esplorare il processo che deriva da una suggestione che diventa processo e azione?
Pino Boresta:
A me interessa tutto, il prodotto, il processo, l'azione artistica, il prodotto che nasce dall'azione artistica le esplorazioni, le suggestioni e tutto ciò che sorge a galla nel corso dell'azione stessa e dopo e prima di questa.
Mimmo:
Avevi annunciato la tua morte per poi urlare a Baratta e Gioni che vivrai, ma pensi sul serio che a certi artisti oggi interessi partecipare alla Biennale di Venezia? Forse realmente interessati a partecipare alla Biennale di Venezia sono solo quelli artisti Accademici (per carica artistica di portaborse politico e di partito) che non riescono a risolvere la loro frustrazione con un mercato privato che giustamente non ne ha mai riconosciuto l'attività ed il valore (il problema l'aveva bene evidenziato Sgarbi), ma un artista come te, ben radicato nel suo territorio e nella sua comunità che cosa ha in comune con la fiera del mercato culturale dell'arte con una patina d'istituzionalità?
Pino Boresta:
Lo sai che mi hai convinto? Infatti credo che questo sia il mio ultimo tentativo di partecipare alla Biennale di Venezia, anche perché che altro potrei inventarmi? Oddio, una ideuzza mi è venuta.
Mimmo:
Diciamo qualcosa su Massimiliano Gioni, questo vento nuovo dell'arte contemporanea, di cosa è figlia questa sua presunta competenza superiore? Politi da anni sostiene su Flash Art di essere un suo padre spirituale di formazione, suo come di Cattelan, Bonami, Beatrice e Bellini per esempio, come mai tutte le grandi competenze del sistema dell'arte italia sembrano obbligatoriamente passare da Flash Art?
Pino Boresta:
Forse perché lo dice lui? Ma potrebbe anche essere vero, ma non credo mi interessi molto rispondere a questa domanda comunque l'ho fatto.
Mimmo:
Ti ritrovi nell'etichetta outsider del sistema dell'arte contemporanea? Se accomuno il tuo nome a quello di Marco Lavagetto (l'autore della beffa di Tirana ai danni di Politi e Flash Art e di Luca Lo Coco (l'artista costretto a chiudere il suo sito d'arte ashart sotto provvedimento cautelativo del tribunale di Palermo per una azione legale di Politi e il suo studio legale) sbaglio?
Pino Boresta:
Si!
Mimmo:
Pensi che l'informazione artistica specializzata nell'epoca del web 2.0 abbia ancora un senso? In fondo a cosa servono ancora critici, curatori e galleristi? In questo tempo di forte crisi economica l'artista ha in fondo finalmente la possibilità di relazionarsi senza filtro, col suo lavoro, al suo pubblico ed alla comunità che lo determinano.
Pino Boresta:
Gli artisti sono come i bambini, che soffrono se i genitori non elogiano quello che fanno. Lo stesso vale per tutti coloro che cascano in depressione se non trovano nessuno che si accorge di loro.
Mimmo:
Luca Rossi sostiene che per vivere non bisogna andarlo a urlare alla conferenza della biennale. Sostiene che la tua operazione sia solo critica istituzionale che mostra la tua debolezza che ha bisogno di essere alla Biennale per vivere, dice testualmente "Boresta dipende da ciò che critica, contraddittorio e fine a se stesso". Ho già dichiarato pubblicamente che Luca Rossi è qualcosa che mira a intercettare i cambiamenti in corso per capitalizzarli in futuro attraverso il web, tu cosa vorresti rispondergli direttamente.
Pino Boresta:
Io rispondo che Luca Rossi ha ragione e che anche tu hai ragione su quello che dici di lui, ma anche io ho le mie ragioni che nessuno di voi due pero conosce.
Mimmo:
Luca Rossi mi ha scritto di te: "Boresta è il più insider di tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web attraverso il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi realmente di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie logiche di sistema?
Luca Rossi mi ha scritto di te: "Boresta è il più insider di tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web attraverso il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi realmente di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie logiche di sistema?
Pino Boresta:
No!
I Santini del prete per il route n.10: Dicembre 2013
6 Ottobre – Dicembre Autunno 2013
Lo slavo Dimitri Bioy scomparso di recente la cui opera-azione
artistica ha segnato il secolo e il suo movimento artistico in corsp(Marco
Lavagetto), Walter Santoni,
Michele Melis “Ozzo” (MUD, Stay on fango), Nicolò Rizzo, Michelangelo Paone,
Pierpaolo Mameli, Nicola Piscopo, Mario Pischedda (Tap roul), Grafiche
d’Assalto, Cristina Cherchi, Rosanna Rossi, Santini Del Prete, Margherita Levo
Rosenberg,Silla Campanini, Enza Voglio e Marco Lay.
Per non dimenticare Sebastian
Matta
Antica civiltà atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni
Plutarco nel Romulos, racconta a proposito della battaglia combattuta e vinta dai Romani contro gli Etruschi di Veio, che Romolo celebrò il trionfo vestendo il capo dei Veienti con una toga bordata di porpora e gli misero al collo una bulla da bambini. Esposto al pubblico ludibrio un araldo gridava: "Sardi in vendita".
Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"
"I nuragici vivevano in un isola chiamata Sardegna, si chiamavano Sardi, o viceversa. I Sardi parlavano una lingua diversa da quella dei Greci, dei Semiti e dei Fenici; parlavano quell'antica lingua mediterranea che esportarono anche nella penisola balcanica. Il volere disgiungere la civiltà nuragica da quella shardana, porta inevitabilmente a non comprendere più il rapporto esistente fra le iscrizioni e raffigurazioni egizie con coloro che seppero esprimere così abilmente l'arte metallurgica in armonia con quella architettonica tanto da caratterizzare per sempre la loro terra".
Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"
"Anche gli antichi sardi avevano i loro luoghi sacri, i loro totem. Lo si deduce da quanto ci hanno lasciato nelle loro opere. Il nuraghe, doveva avere anche la funzione di tempio dedicato al sole, la tomba dei giganti, dove i vivi venivano in stretto contatto con gli avi attraverso il rito dell'incubazione. L'incubazione era la pratica di dormire profondamente presso un santuario al fine di ricevere nel sonno rivelazioni da parte della divinità. Si trattava del contatto mentale che i viventi avevano con gli eroi divinizzati. Gli antichi sardi assumevano potenti sostanze ipnoinducenti e nel sonno, anche assai duraturo (pare alcuni giorni), quel consiglio veniva. Al risveglio il soggetto non aveva la percezione del tempo trascorso, ma sentiva la sua mente illuminata dal rapporto con l'entità trascendente".
Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"
lunedì 15 aprile 2013
Macchine e movimenti: succede a Los Angeles
OUR IDEA: Los Angeles is exploding with diverse creative talent and sites for cultural production and we believe that anything is possible here. Furthermore we believe that the most interesting ideas emerge from outside our traditional educational and cultural institutions. Our project Everything, Everywhere helps to explore the city’s full creative potential by providing artists and art organizers with the logistical and organizational support to create temporary or semi-permanent arts spaces in ten communities across greater Los Angeles. By helping artists and communities redefine and experiment with sites of cultural production we can question how we want culture to look and function in our city. Our goal for 2050 is to develop visionary models of local cultural production in a diverse set of communities. Together let’s create the cultural spaces and grassroots organizers of tomorrow.
Everything, Everywhere is based on three basic principles:
• Every Angelino has the power to create and re-imagine culture in our city
• Artists can act as a catalyst for interaction within a community
• Any location has the potential to be transformed into a site of creative use and civic discourse
HOW WE WILL DO IT:
1. Selective application process
To implement Everything, Everywhere first Machine Project will publicize an open call for applications. We will accept applications from artists, collectives, community leaders, and small organizations throughout Los Angeles. Successful applicants will propose visionary activity that reflects their community. We expect a wide range of proposals from one-day outdoor tours, to temporarily transforming unused public spaces for cultural use, to converting private space into public forums, to establishing a more permanent artist-run center.
2. Intensive project training and development
Our process will draw from both our informal grassroots education and institutional collaboration models. We will select a cohort of ten applicants, with special care to capture a wide range of neighborhoods. This cohort will enter a three-month training program to learn how to conceptualize, create, and manage their projects. The program will be comprised of lectures, site visits, classes, and workshops. We will assemble a dedicated team to work directly with each cohort member to identify potential locations/venues, build support within their home neighborhoods, produce and document their programming. Machine Project will remain involved in each project through frequent check-ins and consultation.
HOW IT WILL IMPACT ARTS AND CULTURAL VITALITY:
Everything, Everywhere will provide visionary ways for the public to experience art throughout Los Angeles County. Because each project will evolve out of a different community we have the potential to discover hundreds of innovative ways to produce and experience culture.
Everything, Everywhere will empower the next generation of artists to create, thrive, and grow in every neighborhood of Los Angeles. By creating connected arts programming across greater Los Angeles we will develop an infrastructure of sustainable art creation and a network of local artists and audiences. By 2050, we envision hundreds of community-led projects and spaces, each bringing a uniquely local, but highly visible program to their neighborhoods. The artists and audiences will inspire as well as be inspired by their home.
Everything, Everywhere will sidestep cultural production and participation barriers (high cost, transportation, intimidating arts intuitions) by bringing alternative, participation-driven arts spaces to every neighborhood through the innovation of their own local artists. We believe that cultural vitality depends on creating opportunity, support and space for artists to experiment. Furthermore, we believe that artists should be actively involved in re-imagining how these spaces are built and how culture is experienced.
WHAT ARE SOME OF YOUR ORGANIZATION’S MOST IMPORTANT ACHIEVEMENTS TO DATE?
Since 2003, Machine Project has built a national reputation for nurturing innovative, experimental modes of arts engagement by framing challenging arts and educational opportunities as fun, approachable, and occasionally bizarre community events. And together all of our interrelated activities create active participants in culture where everyone sees themselves as producers and every place as a site for cultural exchange. Our most important achievements to date include:
• Hosted over 1,000 free events on everything from lectures on the sex life of sea slugs, butter-making aerobics, poetry readings, and mind-reading workshops.
• Changed how museums relate to their publics. In the past 4 years we have partnered with major cultural institutions (LACMA, Hammer Museum, Walker Art Center) to develop and execute a replicable model for how artists and small organizations can work with larger institutions to break down participation barriers.
• Supported the creation of new work by hundreds of artists. This includes direct financial support, often presenting their first solo show or first museum show and providing professional video documentation of their work.
PLEASE IDENTIFY ANY PARTNERS OR COLLABORATORS WHO WILL WORK WITH YOU ON THIS PROJECT.
At its core Everything, Everywhere creates a collaborative framework for visionary artists and groups to partner with other artists, organizations and communities. Our primary partners will be the ten cohort members, however there are endless possible collaborations to be discovered once each project is underway.
PLEASE EXPLAIN HOW YOU WILL EVALUATE YOUR PROJECT. HOW WILL YOU MEASURE SUCCESS?
Community outreach is critical to this endeavor. We will evaluate the community participation, in terms of attendance and interaction, of each project to determine the neighborhood and cultural impact. Qualitative and quantitative evaluation will be integrated into each project as it is developed. Through regular surveys and interviews, we will evaluate our own implementation and process with hopes towards improvement and replication.
More broadly, we believe this project is built for success because the programming originates from the community itself – through local artists. Therefore we will evaluate Everything, Everywhere by examining the responsiveness and relevance of the ten projects to each community. Everything, Everywhere will be successful if the cohorts find other ways to collaborate with artists and neighbors and if the audiences will be inspired to create their own projects and sites. Ultimately the greatest success of this project will be the visionary thinking and re-imagining of the place and function of cultural space. This inquiry will advance the form and develop new modes of cultural production and experience. By 2050, the seeds planted in these ten neighborhoods will have inspired the radical exponential growth of cultural activity.
HOW WILL YOUR PROJECT BENEFIT LOS ANGELES? PLEASE BE SPECIFIC.
Everything, Everywhere will benefit Los Angeles by:
• Creating replicable examples of community initiated and supported projects that inspire creativity, participation and experimentation citywide.
• Cultivating, strengthening and maintaining Los Angeles’s high percentage of working artists and arts professionals.
• Providing access and exposure to a diverse range of grassroots cultural production.
WHAT WOULD SUCCESS LOOK LIKE IN THE YEAR 2050 REGARDING YOUR INDICATOR?
In 2050, artists will be thriving, supported by their community and by a more flexible, responsive civic infrastructure. Community members will collaborate on the creation of innovative artworks and projects outside of established commercial, academic, and cultural institutions. And every person – both artist and audience member – will be empowered to develop their creative potential. Success in 2050 can be examined on artist, participant and organizational level:
• Artist support: Artists receive financial support for experimentation through residencies and commissions funded by community and civic organizations that are co-created by the artists they serve.
• Fewer barriers to participation: Engaging in the arts will no longer be thought of as a once-a-year field trip to the intimidating downtown museum, but instead a daily, local, participatory event.
• Local-Global organizational action: A densely connected web of local creative activity will empower other artists and communities to create their own programming, arts spaces and support models. These models and ideas can then move through the world, adapted by other organizations and communities.
Taken together these three levels of success will dramatically enhance human development. Los Angeles is at the forefront of cultural activity, but in order to truly live up to its full creative potential we need to build an infrastructure of locally driven arts participation. Then we can imagine and ultimately realize a place where it is a civic responsibility to support the arts and that the arts are integrated into everyone’s daily life.
Il video
Los Angeles 2050
LA NOSTRA IDEA: Los Angeles sta esplodendo con diversi talenti creativi e siti per la produzione culturale e riteniamo che tutto è possibile qui. Inoltre riteniamo che le idee più interessanti emergono da fuori dei nostri tradizionali istituzioni educative e culturali. Tutto il nostro progetto, aiuta ad esplorare ovunque pieno potenziale creativo della città, fornendo artisti e organizzatori d'arte con il supporto logistico e organizzativo per creare temporanei o semi-permanente, spazi d'arte in dieci comunità di tutto di Los Angeles. Per aiutare gli artisti e le comunità ridefinire e sperimentare con i siti di produzione culturale che può mettere in discussione il modo in cui vogliamo guardare la cultura e la funzione nella nostra città. Il nostro obiettivo per il 2050 è quello di sviluppare modelli visionari di produzione culturale locale, in un insieme diversificato di comunità. Insieme creiamo gli spazi culturali di base e gli organizzatori di domani.
Tutto, Ovunque si basa su tre principi fondamentali:
• Ogni Angelino ha il potere di creare e ri-immaginare la cultura nella nostra città
• Artisti può fungere da catalizzatore per l'interazione all'interno di una comunità
• Qualsiasi posizione ha il potenziale per essere trasformato in un luogo di uso creativo e discorso civico
COME NOI LO FACCIAMO:
1. Processo di applicazione selettiva
Per implementare tutto, Progetto Macchina Ovunque primo pubblicizzare un invito aperto per le applicazioni. Accettiamo candidature degli artisti, collettivi, leader di comunità, e le organizzazioni di piccole dimensioni in tutta Los Angeles. I candidati prescelti proporrà attività visionario che riflette la loro comunità. Ci aspettiamo una vasta gamma di proposte di escursioni all'aria aperta di un giorno, di trasformare temporaneamente inutilizzati spazi pubblici per uso culturale, a convertire lo spazio privato in forum pubblici, per stabilire un più permanente artist-run centro.
2. Progetto di formazione intensiva e lo sviluppo
Il nostro processo si avvarrà sia dalla nostra educazione informale di base e modelli di collaborazione istituzionale. Noi selezionare un gruppo di dieci candidati, con particolare attenzione per catturare una vasta gamma di quartieri. Questa coorte entrerà in un programma di tre mesi di formazione per imparare a ideare, creare e gestire i loro progetti. Il programma sarà composto da lezioni, visite in loco, corsi e workshop. Noi assemblare un team dedicato di lavorare direttamente con ogni membro di coorte per identificare le posizioni potenziali / Luoghi, costruire il sostegno nei loro quartieri a casa, produrre e documentare la loro programmazione. Progetto Macchina rimarrà coinvolto in ogni progetto attraverso frequenti check-in e di consultazione.
Come sarà l'impatto ARTI e la vitalità culturale:
Tutto, Everywhere fornirà i metodi visionari per il pubblico di vivere l'arte in tutta Los Angeles County. Poiché ogni progetto si evolverà da una diversa comunità abbiamo il potenziale per scoprire centinaia di modi innovativi per produrre e vivere la cultura.
Tutto, Ovunque consentirà a una nuova generazione di artisti per creare, crescere, e crescere in ogni quartiere di Los Angeles. Con la creazione di programmazione collegato attraverso arti di Los Angeles verrà sviluppare un'infrastruttura di creazione artistica sostenibile e una rete di artisti locali e di pubblico. Entro il 2050, si prevedono centinaia di comunità di progetti gestiti e spazi, ciascuno portando un programma di carattere specificamente locale, ma ben visibile ai loro quartieri. Gli artisti e pubblico ispirerà e essere ispirati dal loro casa.
Tutto, Everywhere schivare produzione culturale e di ostacoli alla partecipazione (alto costo, trasporto, intimidire intuizioni arti) portando alternativa, la partecipazione-driven spazi arti di ogni quartiere attraverso l'innovazione dei propri artisti locali. Noi crediamo che la vitalità culturale dipende dalla creazione di opportunità, il sostegno e lo spazio per gli artisti di sperimentare. Inoltre, riteniamo che gli artisti dovrebbero essere coinvolti attivamente nella re-immaginare come questi spazi sono costruiti e come la cultura viene vissuta.
Quali sono alcuni dei risultati più importanti della vostra organizzazione fino ad oggi?
Dal 2003, il progetto della macchina è costruita una reputazione nazionale per coltivare innovative modalità sperimentali di impegno arti inquadrando arti difficili e le opportunità educative come divertimento, accessibile, e gli eventi della comunità talvolta bizzarri. E insieme tutte le nostre attività correlate creare partecipanti attivi nella cultura in cui ognuno si vede come produttori e ogni luogo come luogo di scambio culturale. I nostri risultati più importanti fino ad oggi sono:
• Hosted oltre 1.000 eventi gratuiti su tutto, dalle lezioni sulla vita sessuale delle lumache di mare, burro facendo aerobica, letture di poesie e di lettura della mente seminari.
• Cambiato come musei in relazione alle loro opinioni pubbliche. Negli ultimi 4 anni abbiamo collaborato con importanti istituzioni culturali (LACMA, Hammer Museum, Walker Art Center) per sviluppare ed eseguire un modello replicabile di come gli artisti e le organizzazioni di piccole dimensioni in grado di lavorare con le più grandi istituzioni ad abbattere le barriere di partecipazione.
• ha sostenuto la creazione di nuovo lavoro di centinaia di artisti. Ciò comprende il sostegno finanziario diretto, spesso presentano il loro prima mostra personale o mostrare il primo museo e fornendo la documentazione video professionale del loro lavoro.
Si prega di indicare eventuali partner o collaboratori che lavoreranno con voi a questo progetto.
Al suo centro tutto, crea Ovunque un quadro di collaborazione per gli artisti visionari e gruppi di collaborare con altri artisti, organizzazioni e comunità. I nostri partner principali saranno i dieci membri della coorte, tuttavia ci sono infinite possibili collaborazioni da scoprire una volta per ogni progetto è in corso.
Indicare come si valuterà il progetto. COME si misura il successo?
Comunità di sensibilizzazione è fondamentale per questa impresa. Valuteremo la partecipazione della comunità, in termini di presenze e di interazione, di ogni progetto per determinare il quartiere e impatto culturale. Valutazione qualitativa e quantitativa saranno integrati in ogni progetto come si sviluppa. Attraverso indagini regolari e interviste, valuteremo la nostra implementazione e di processo con le speranze per il miglioramento e la replica.
Più in generale, crediamo che questo progetto è costruito per il successo, perché la programmazione nasce dalla comunità stessa - attraverso artisti locali. Quindi valuteremo tutto, ovunque esaminando la capacità di risposta e la pertinenza dei dieci progetti per ogni comunità. Tutto, Ovunque avrà successo se le coorti trovare altri modi di collaborare con artisti e vicini di casa, e se il pubblico sarà ispirato a creare i propri progetti e siti. In definitiva il più grande successo di questo progetto sarà il visionario pensare e ri-immaginare il posto e la funzione di spazio culturale. La richiesta e avanzerà la forma e sviluppare nuovi modi di produzione culturale e di esperienze. Entro il 2050, i semi piantati in questi dieci quartieri si hanno ispirato la crescita radicale esponenziale di attività culturale.
Come sarà il vostro progetto benefico LOS ANGELES? Prega di essere specifici.
Tutto, Ovunque andrà a beneficio Los Angeles per:
• Creazione di esempi replicabili di progetti comunitari avviati e sostenuti che ispirano la creatività, la partecipazione e la sperimentazione in tutta la città.
• Coltivare, il rafforzamento e il mantenimento di un'alta percentuale di Los Angeles di artisti che lavorano e professionisti delle arti.
• Fornire l'accesso e l'esposizione a una vasta gamma di produzione culturale di base.
COSA SAREBBE SUCCESSO ASSOMIGLIARE nel 2050 RIGUARDANTE LA SPIA?
Nel 2050, gli artisti saranno fiorente, con il sostegno della comunità e da una più flessibile, reattiva infrastrutture civili. I membri della comunità collaboreranno alla creazione di opere d'arte e progetti innovativi al di fuori della sede istituzioni commerciali, accademiche e culturali. E ogni persona - sia artista e spettatore - avrà la facoltà di sviluppare il loro potenziale creativo. Il successo nel 2050 può essere valutata in artista, partecipante e livello organizzativo:
• Supporto Artist: Artisti ricevere un sostegno finanziario per la sperimentazione attraverso residenze e commissioni finanziati da organizzazioni della comunità e civile che sono co-create dagli artisti che servono.
• Meno barriere alla partecipazione: Coinvolgere nelle arti non sarà più considerata come una volta-un-anno gita al museo centro intimidatorio, ma un giorno, locale, evento partecipativo.
• Local-Global organizzativo azione: Una rete capillare di attività creativa locale consentirà a altri artisti e comunità per creare la propria programmazione, spazi artistici e modelli di supporto. Questi modelli e idee possono quindi muoversi attraverso il mondo, adattato da altre organizzazioni e comunità.
Nel loro insieme questi tre livelli di successo aumenteranno drammaticamente la sviluppo umano. Los Angeles è in prima linea di attività culturali, ma per vivere veramente all'altezza del suo pieno potenziale creativo abbiamo bisogno di costruire un'infrastruttura di partecipazione a livello locale guidato arti. Quindi possiamo immaginare, e infine realizzare un luogo in cui si tratta di una responsabilità civile per sostenere le arti e che le arti sono integrati nella vita quotidiana di tutti.
Cerchio Quadrato: A Sud Arte contemporanea Alfonso Siracusa presenta...
Cerchio Quadrato: A Sud Arte contemporanea Alfonso Siracusa presenta...: Questa sera, di sabato 13 aprile alle ore 19, nella Galleria A Sud artecontemporanea di Realmonte (Agrigento) sarà inaugurata una personal...
domenica 14 aprile 2013
Shardana: La bibbia degli urim
"Queste tribù, circa quattrocento anni dopo la Grande Invasione, tornarono a "casa" nelle Terre Occidentali del Mediterraneo. Sono coloro che i greci chiameranno erroneamente "Fenici". Parola purtroppo ripresa da studiosi italici del secolo scorso e fatta proprio da cattedratici e archeologi soprattutto in Sardinia. Tutto quanto emerge dall'Antico è in Sardegna definito fenicio.
Pensate alla stele di Tell Dan, definita inizialmente "fenicia" e poi riconosciuta come stele scritta in Ebraico antico".
Leonardo Melis
"Gli indiani Hopi pare abbiano ereditato da un misterioso popolo, gli Anasazi, usanze e tecniche di costruzione diverse dagli altri indiani della zona.
A parte il labirinto identico in quello sparso in tutta l'Europa, dalla Russia alla Spagna, Sardinia, Siria, Grecia, Egitto; il ballo tondo simile al Ballo Sardo, alla Sardana Catalana, il ballo citato da Omero, con tanto di suonatore al centro del cerchio e con passi simili, ritmato da strumenti identici a quelli del popolo del mare, tamburo e sonos de canna.
Che dire poi di alcuni pozzi che questo popolo costruiva su un preciso modello a toppa di serratura, proprio come i pozzi sacri trovati in Sardinia, Bulgaria, Creta...."
Leonardo Melis
"Qualcuno si chiederà ora perché tanta presenza egizia in Sardinia e nel Mediterraneo del secondo millennio A.C.
La risposta sta proprio nell'identificazione dei popoli del mare in coloro che gli Egizi chiamavano SRDN.N.PI.YAM, Shardana del mare, i "Signori delle isole poste nel grande cerchio d'acqua, nel grande verde"".
Leonardo Melis
"L'uso della pietra sonora poteva essere associata ai riti d'incubazione, la persona che si sottoponeva al rito poteva percepire i suoni scanditi nella sala accanto. Nella zona di Ruinas, in un area megalitica, si trova una pietra chiamata "sa perda sonora", con fori, che produce suoni "a percussione" come quella del Losa.
Forse le "pietre sonore" di Pinuccio Sciola, scultore sardo, si ispirano a qualche ritrovamento che l'artista ha taciuto?"
Leonardo Melis
"Ho sempre pensato che dal punto di vista politico gli scrittori latini potevano essere influenzati dal potere centrale, che non vedeva di buon occhio la resistenza che i Sardi gli opponevano".
Francesco Verona, "Antica civiltà Atlantica e ruolo dei Shardana-Tirreni"
sabato 13 aprile 2013
Tavor Art Mobil, route n.8: Primavera. Il video della partenza.
Nonostante l'influenza ci abbia questa volta costretti agli arresti domiciliari, partiamo lo stesso, idealmente interconnessi, senza ospiti ma carichi di arte e di artisti, il video didascalico delle e sulle ricerche artistiche a bordo:
Bob Marongiu
Davide Carcanella e Barbara D'Annunzio
Carlo Sain
Carcanella e D'Annunzio
Bola Ecua
Diego Dall'Ara
Bola Ecua
Alfonso Siracusa
Donatella Sechi
Antonio Manfredi
Joanna Romaniuk
Bob Marongiu
Carlo Sain
Nama
Garcia Rossi
Jorrit Tornquist
Ibrahim Kodra
Kumi Sugay
Ibrahim Kodra
Giuseppe Migneco
Kumi Sugay
Cy Twombly
Kumi Sugay
Tavor Art Mobil Primavera
Tavor Art Mobil Primavera
Tavor Art Mobil Primavera
Antoni Tàpies
Antoni Tàpies
Carmine Calvanese
Carmine Calvanese
Carmine Calvanese
Carmine Calvanese
Osserva, osserva e scopri che l'uomo giornale accartocciato con water catenella è Giancarlo Politi Direttore di Flash Art, grande pezzo quello dell'artista Calmine Calvanese!
Start
Bola Ecua
Tavor
Art Mobil n.8
Route
n.8 con Antonio Manfredi, artista prima che Direttore del Cam di Casoria,
l’unico museo d’arte contemporanea dove le opere si bruciano e ci si relaziona
senza il filtro del mercato alle libere ricerche artistiche.
Joanna
Romaniuk e la sua idea dell’amore.
Carmine
Calvanese e il suo sottile incontro in terra di confine tra il bidimensionale e
il tridimensionale.
Bob
Marongiu l’artista sardo che ha più mercato nell’isola e per questo è
bistrattato da enti e istituzioni accademiche.
Carlo
Sain e la sua pittura destinata a resistere al tempo per mezzo della plastica.
Donatella
Sechi e la sua visione della figurazione sospesa tra pop e espressione.
La
pittura di Diego Dall’Ara l’artista oscurantista sospeso tra Morandi e
l’espressionismo dark.
Nama
e le sue sculture nate dall’arte del riciclo.
Alfonso
Siracusa e le sue idee omesse dalla massa, pronte per essere offerte ed
indossate dal migliore sofferente intelligente.
L’inedito
lavoro di Bola Ecua, artista nigeriana presentata da Marco Lavagetto, “The
judge” che sonda l’ambigua relazione che si crea tra giudice e imputato.
21 Aprile – 13 Luglio, Primavera 2013: Antonio Manfredi
(Doll’s house), Joanna Romaniuk, Carmine Calvanese, Bob Marongiu, Carlo Sain, Donatella
Sechi, Alfonso Siracusa e Spazio Sott'Olio (Davide Carcanella e Barbara
D'Annunzio), Diego Dall’Ara (Mov.oscurantista) e Nama feat la nigeriana Bola Ecua
(Marco Lavagetto).
Per non dimenticare: Kumi Sugay, Garcia Rossi, Cy Twombly,
Antoni Tàpies , Jorrit Tornquist, Ibrahim kodra e Giuseppe Migneco.
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