Lo scorso 20 maggio nell'ambito del red carpet nel Festival cinematografico di Cannes, in occasione della prima del film di David Cronenberg “Map To The Stars”, è andata in scena una performance di protesta e critica sociale al sessismo maschilista imperante, in cui una donna, la fotomodella Zoe Duchesne, si è denudata lasciando trasparire un body con su la scritta “FRAGILE” , la scritta è stata apposta mediante nastro adesivo per le spedizioni di oggetti fragili.
I linguaggi dell'arte si rimando e si citano, purtroppo nell'effimero mondo dei linguaggi dell'arte contemporanea, gli "addetti ai lavori" sembrano incapaci di virgolettare le citazioni di frasi altrui.
Per questo mi premeva raccontarvi di una artista italiana, di nome Alessia Babrow, che nel 2010 ha attivato on line un progetto, che appunto si presenta e rappresenta come "FRAGILE" e dove appunto per segnalare la fragilità della condizione della donna contemporanea, trattata come un pacco da mercificare,usa un nastro adesivo.
Il progetto della Babrow, mira a creare una rete di connessioni di presa di coscienza del "FRAGILE" come condizione dell'anima, estende il concetto di fragilità al tutto tutto, ai ruoli e le convenzioni sociali, l'energia, l'arte, l'acqua, il cibo, l'abbigliamento, il territorio, il paesaggio, la natura, il clima, tutto consumato con ingordia e avidità; anche la comunicazione divenuta prodotto comunicativo, merce di tutto e di tutti.
Per la Babrow FRAGILE è un marchio con il quale obliterare tutto ciò che nella nostra società è "Fragile", assumendone consapevolezza.
Lo scorso 3 ottobre il progetto FRAGILE è approdato anche all Roma fiction Fest di Roma, nell'ambito del "Think Pink award" , con il quale l'artista ha poi avviato una collaborazione.
Che dire? Mi viene da pensare che Alessia Babrow, al festival di Cannes abbia posto personalmente la scritta FRAGILE sul corpo della modella Zoe Duchesne. Come? Mi dite che non è andata così, bha, a questo punto, non ditemi niente, ma penso sia giusta virgolettare la performance di Cannes come una citazione e se volete prendetela pure come una provocazione.
I linguaggi dell'arte si rimando e si citano, purtroppo nell'effimero mondo dei linguaggi dell'arte contemporanea, gli "addetti ai lavori" sembrano incapaci di virgolettare le citazioni di frasi altrui.
Per questo mi premeva raccontarvi di una artista italiana, di nome Alessia Babrow, che nel 2010 ha attivato on line un progetto, che appunto si presenta e rappresenta come "FRAGILE" e dove appunto per segnalare la fragilità della condizione della donna contemporanea, trattata come un pacco da mercificare,usa un nastro adesivo.
Il progetto della Babrow, mira a creare una rete di connessioni di presa di coscienza del "FRAGILE" come condizione dell'anima, estende il concetto di fragilità al tutto tutto, ai ruoli e le convenzioni sociali, l'energia, l'arte, l'acqua, il cibo, l'abbigliamento, il territorio, il paesaggio, la natura, il clima, tutto consumato con ingordia e avidità; anche la comunicazione divenuta prodotto comunicativo, merce di tutto e di tutti.
Per la Babrow FRAGILE è un marchio con il quale obliterare tutto ciò che nella nostra società è "Fragile", assumendone consapevolezza.
Lo scorso 3 ottobre il progetto FRAGILE è approdato anche all Roma fiction Fest di Roma, nell'ambito del "Think Pink award" , con il quale l'artista ha poi avviato una collaborazione.
Che dire? Mi viene da pensare che Alessia Babrow, al festival di Cannes abbia posto personalmente la scritta FRAGILE sul corpo della modella Zoe Duchesne. Come? Mi dite che non è andata così, bha, a questo punto, non ditemi niente, ma penso sia giusta virgolettare la performance di Cannes come una citazione e se volete prendetela pure come una provocazione.
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