RIFLESSIONE CONSEGUENTE ALL’ASCOLTO
DI UN “ONOREVOLE” DELINQUENTE di G Angelo Billia
DI UN “ONOREVOLE” DELINQUENTE di G Angelo Billia
Fino a qualche anno or sono noi comunisti difendevamo le istituzioni nate dalla resistenza.
La cosa valeva anche a dispetto della marmaglia flatulente che le occupava.
Ci fregava la storia: il fascismo ha segato le istituzioni prima di affermarsi.
Non sapevamo, (o non volevamo vedere), che il fascismo le poteva utilizzare affermandosi.
Da ciò traggo due lezioni.
La prima, universalmente riconosciuta, è che la storia non si ripete mai in modo meccanico.
La seconda, di vitale comprensione, è che la strada della libertà richiede un adeguamento sia nella definizione del nemico, sia nelle armi da utilizzare per batterlo.
Certamente gli anatemi servono a poco.
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