Direttore caro, come ben sa, sostengo che l'arte sia un linguaggio, tutti possono essere artisti ma con una grammatica di linguaggio diversa, risultante delle diverse conoscenze e abilità.
Per questo motivo vorrei soffermarmi su un artista nord americano particolare, il suo nome George W.Bush, già l'anno scorso dei suoi quadri avevano consociuto la ribalta dei mezzi d'informazione di massa (in Italia aveva fatto scomodare anche autorevoli "addetti ai lavori") con dei quadri molto intimi, cani, gatti e punti di vista nella sua vasca da bagno.
Questa volta,intervistato dai microfoni di Today News dalla figlia, ha annunciato invece la presentazione dei ritratti di Tony Blair, Vladimir Putin, il Dalai Lama, La Merkel e anche del nostro ex capo del governo Silvio Berlusconi.
Potrei adesso fare simpatici accostamenti tra la qualità di W Bush come leader politico globale e le sue qualità pittoriche, ragionare su come la pittura sostanzialmente avrà effetti deleteri sull'animo di chi non gradisce la comunicazione, ma è pur sempre meglio dipingere che tirare cluster bomb a Baghdad; potrei ragionare su come umilmente chi ama la pittura dovrebbe rifiutarsi di dipingere senza averla adeguatamente studiata per non offenderla nella sua grammatica semantica e gestuale, ma non lo farò e analizzerò la sua pittura come farei per chiunque.
Il livello pittorico è un incrocio tra l'ingenuità di Hockney e la pittura amatoriale da parocchia, insomma si colloca sapientemente su un filone pittorico born in the U.S.A. della seconda metà del secolo passato, si evince da questo anche la la scarsa frequentazione di G W Bush delle problematiche legate all'arte e agli artisti contemporanei figurativamente iconoclasti e innovatori; interessante è soffermarci sul suo stile pittorico e riflettere su come certe correnti artistiche statunitensi, innovative o conservatrici che siano, ci abbiano colonizzato nel gusto e nei valori simbolici e culturali.
Vorrei soffermarmi in particolare sul ritratto, politicamente scomodo in questo momento storico, di Silvio Berlusconi:
qualche capello in più, un accattivante e seducente ciuffo bianco (che non ha) e che lo rende divo maturo sul modello estetico statunitense dove invecchiare bene è una virtù; un ritratto ideale e quindi non realistico, potrei accostare questa idealizzazione a delle sue affermazione diplomatiche come l'invasione in Iraq dovute alla detenzione di armi di distruzioni di massa mai trovate, ma non lo farò, non sarebbe giusto verso la grammatica comune dei linguaggi dell'arte e deluderei chi ben sa che l'arte è una trasmissione d'informazioni e talvolta i messaggi sono incompleti per ignoranza dell'artista o di chi fruisce del suo lavoro gestuale e comportamentale.
Dimenticavo, tra i ritratti manca Bin Laden, bisogna sapere distinguere tra i terroristi e la classe politica dirigente globale che incarna il mito americano, tra gli amici e i nemici, al nemico canaglia e terrorista, neanche l'onore delle arti e dei ritratti.
Non riesco a concludere questa lettera, anzi si, ecco il modo di concluderla, ricorda cosa disse Diego Armando Maradona a Fazio? "Noi non siamo tutti americani" e il nostro Silvio nazionale non è mai invecchiato da buon texano, non ha mai ricordato Richard Gere o Clooney, non ha mai mostrato la sua fascinosa chioma bianca e ha anche nascosto la sua calvizia e la saggezza della sua vecchiaia fin quanto o per quanto ha potuto.
Non sarà che W Bush stia cominciando a sostenere la sua immagine per fare fronte al ciclone Renzi e all'attivismo cinque stelle? Ma W Bush sa che Silvio in Italia ha l'obbligo di firma o per informarsi ascolta solo la voce del suo amico?
Forse semplicemente alla base del tutto c'è un ragionamento da imprenditore che mira a divenire un ritrattista di corte, se così fosse mi auguro che se Silvio decidesse di acquisire il suo ritratto firmato dall'amico W Bush, non lo paghi a carico dei contribuenti.
Dal sud dell'isola, Mimmo Di Caterino
Silvio Berlusconi, ritratto dall'amico "artista" George W Bush
Nessun commento:
Posta un commento