"Morto Carlo Maurizio Benvenudi" di Delfo Cantoni.
Gian Tommaso Liverani mi disse nel 1991 -non c’è più il comunismo e non ci sono più neanche gli artisti -, Maurizio era un drammaturgo, un poeta- .
Nella mia giovinezza è stato il mio mentore amico della mia fragilità.
Un uomo che ha dedicato la sua vita alla nostra scuola: l’istituto statale d’arte Roma 1.
Un grande edificio che si diceva stesse per crollare e poi è stato smantellato da via Silvio D’Amico è stato trasferito a via Argoli.
Da noi hanno insegnato Marcello Beltramme stretto collaboratore di Argan, Luca Patella, Eliseo Mattiacci, il grande incisore e scultore Pasquale Santoro, poi venne Nunzio di Stefano due anni prima leone d’oro della Biennale d’arte di Venezia.
Tanti artisti ma io voglio ricordare soprattutto Luciana Resta animatrice del femminismo e delle lotte per i diritti delle donne.
Non voglio fare un torto a nessuno ma i nostri professori erano sull’Argan, dei maestri.
Maurizio oggi mi direbbe con Gramsci: non esiste un organizzazione della rivoluzione essa matura nelle forze produttive ed ha i suoi tempi bisogna oppore a questo stato di classe della borghesia un altro apparato, dissolvere le classi.
Costruire l’egemonia compito degli intellettuali dei funzionari delle super strutture: intellettuale+specialista.
Evolvere le classi l’insegnamento di padre Bresciani dare le cose semplici ai giovani, evolvere e condurre questa lotta tra mentalità che nasconde la reazione e l’oppone al progresso.
Maurizio capiì i nuovi linguaggi dell’arte e fu tra i pionieri dell’arte che si dice concettuale-cronaca delle tautologie discontinue e correnti-.
Compito dei professori dopo Don Milani dare voce ai ragazzi capirli perfino psicologicamente, ed in questo Maurizio era unico tanto che divenne preside di questa nave di artisti.
La specificità del comunismo italiano e la zia maoista di Maurizio, il materialismo dialettico per cui c’è un interna contraddizione in ogni cosa ed i cambiamenti sono sempre interni i due lati delle questioni da esaminare che sono opposti in lotta fin dentro di noi.
Se non crediamo a questa legge della contraddizione per cui i cambiamenti sono sempre interni, rimaniamo meccanicisti.
Quando negli anni ottanta si preparava la sciagura del pci, e sopra di noi il crollo dell’URSS andavo sicuro verso la fine dell’adoloscenza, -il futuro non era più quello di una volta- i nati nei settanta si sono visti scippare l’utopia, e tutto in nome di un finto realismo l’eredità ed il senso di commozione politica che lascia una generazione come scrisse lo stesso Marx .
La vita artistica doveva preparami all’arte che è stata degli anni novanta e l’arte degli anni settanta era li tramortita da tutto questo mercato che vendeva una pittura notturna, espressionista, ed anche minimal, le opere di Tulio Catalano, Lillo Romeo, Luciano Trina non vanno tenute nascoste.
Una galleria che si chiamava GAP in onore ai partigiani, Gianni Fileccia, Giancarlo Croce i nomi di questi animatori tra cui Maurizio Benveduti le cui performance lui stesso editava in libretti.
Di questo geniale artista caro Mimmo di Caterino ti invito a vedere il sito con i contributi critici storia di un decennio i settanta.
Partecipazione alla Biennale rosa del 1976 invito di Enrico Crispolti, e da cercare il libro arte ed ideologia -ufficio per l’immaginazione preventiva- edizioni Marani a cura di Filiberto Menna.
Io vorrei che tra storici dell’arte e critici militanti ma soprattutto tra artisti nascesse la dovuta attenzione per un arte non intossicata dal mercato e non anestetizzata dall’ideologia dominante di questo stato borghese, che per dirla con David Cooper lascia sempre imprevisti effetti collaterali.
Caro Maurizio a Gramsci preferisco Lenin, serve un organizzazione della assidua lotta di classe come sai forse il moderno principe il partito comunista è più importante del picci: personal computer.
L’oppressione della borghesia imperialista affama ed uccide popoli, nazioni, zone del mondo in malessere occidentale se addirittura si parlava si surplus negativo ed aristorcrazie operaie che partecipavano al racket dello sfruttamento del terzo mondo, oggi ci lascia poveri proletarizzati tutti, questi trent’anni di filosofia del soggetto e liberalismo, questi trent’anni senza Marx ci hanno distrutto caro Maurizo ricorderò sempre quella frase che nei tuoi libri citavi da l’ideologia tedesca di Marx -solo nella società comunista ciascuno sarà cacciatore, pescatore e poi critico, perché verrà superato l’angusto limite della divisione sociale del lavoro-.
Un giovane Marx umanista, non quello del capitale.
Grazie Maurizo per averci portato l’ideologia che viene sempre da fuori ed allora serve l’organizzazione, significato del "Che fare" leniniano.
La luckacsiana partiticità dell’arte la politicizzazione ora che la politica ed il suo cattivo condominio sono sputtanamenti, sento le risa gli sghignazzi i soliti fascisti post moderni.
Il sito di Maurizio: http://www.cmauriziobenveduti.it/
Gian Tommaso Liverani mi disse nel 1991 -non c’è più il comunismo e non ci sono più neanche gli artisti -, Maurizio era un drammaturgo, un poeta- .
Nella mia giovinezza è stato il mio mentore amico della mia fragilità.
Un uomo che ha dedicato la sua vita alla nostra scuola: l’istituto statale d’arte Roma 1.
Un grande edificio che si diceva stesse per crollare e poi è stato smantellato da via Silvio D’Amico è stato trasferito a via Argoli.
Da noi hanno insegnato Marcello Beltramme stretto collaboratore di Argan, Luca Patella, Eliseo Mattiacci, il grande incisore e scultore Pasquale Santoro, poi venne Nunzio di Stefano due anni prima leone d’oro della Biennale d’arte di Venezia.
Tanti artisti ma io voglio ricordare soprattutto Luciana Resta animatrice del femminismo e delle lotte per i diritti delle donne.
Non voglio fare un torto a nessuno ma i nostri professori erano sull’Argan, dei maestri.
Maurizio oggi mi direbbe con Gramsci: non esiste un organizzazione della rivoluzione essa matura nelle forze produttive ed ha i suoi tempi bisogna oppore a questo stato di classe della borghesia un altro apparato, dissolvere le classi.
Costruire l’egemonia compito degli intellettuali dei funzionari delle super strutture: intellettuale+specialista.
Evolvere le classi l’insegnamento di padre Bresciani dare le cose semplici ai giovani, evolvere e condurre questa lotta tra mentalità che nasconde la reazione e l’oppone al progresso.
Maurizio capiì i nuovi linguaggi dell’arte e fu tra i pionieri dell’arte che si dice concettuale-cronaca delle tautologie discontinue e correnti-.
Compito dei professori dopo Don Milani dare voce ai ragazzi capirli perfino psicologicamente, ed in questo Maurizio era unico tanto che divenne preside di questa nave di artisti.
La specificità del comunismo italiano e la zia maoista di Maurizio, il materialismo dialettico per cui c’è un interna contraddizione in ogni cosa ed i cambiamenti sono sempre interni i due lati delle questioni da esaminare che sono opposti in lotta fin dentro di noi.
Se non crediamo a questa legge della contraddizione per cui i cambiamenti sono sempre interni, rimaniamo meccanicisti.
Quando negli anni ottanta si preparava la sciagura del pci, e sopra di noi il crollo dell’URSS andavo sicuro verso la fine dell’adoloscenza, -il futuro non era più quello di una volta- i nati nei settanta si sono visti scippare l’utopia, e tutto in nome di un finto realismo l’eredità ed il senso di commozione politica che lascia una generazione come scrisse lo stesso Marx .
La vita artistica doveva preparami all’arte che è stata degli anni novanta e l’arte degli anni settanta era li tramortita da tutto questo mercato che vendeva una pittura notturna, espressionista, ed anche minimal, le opere di Tulio Catalano, Lillo Romeo, Luciano Trina non vanno tenute nascoste.
Una galleria che si chiamava GAP in onore ai partigiani, Gianni Fileccia, Giancarlo Croce i nomi di questi animatori tra cui Maurizio Benveduti le cui performance lui stesso editava in libretti.
Di questo geniale artista caro Mimmo di Caterino ti invito a vedere il sito con i contributi critici storia di un decennio i settanta.
Partecipazione alla Biennale rosa del 1976 invito di Enrico Crispolti, e da cercare il libro arte ed ideologia -ufficio per l’immaginazione preventiva- edizioni Marani a cura di Filiberto Menna.
Io vorrei che tra storici dell’arte e critici militanti ma soprattutto tra artisti nascesse la dovuta attenzione per un arte non intossicata dal mercato e non anestetizzata dall’ideologia dominante di questo stato borghese, che per dirla con David Cooper lascia sempre imprevisti effetti collaterali.
Caro Maurizio a Gramsci preferisco Lenin, serve un organizzazione della assidua lotta di classe come sai forse il moderno principe il partito comunista è più importante del picci: personal computer.
L’oppressione della borghesia imperialista affama ed uccide popoli, nazioni, zone del mondo in malessere occidentale se addirittura si parlava si surplus negativo ed aristorcrazie operaie che partecipavano al racket dello sfruttamento del terzo mondo, oggi ci lascia poveri proletarizzati tutti, questi trent’anni di filosofia del soggetto e liberalismo, questi trent’anni senza Marx ci hanno distrutto caro Maurizo ricorderò sempre quella frase che nei tuoi libri citavi da l’ideologia tedesca di Marx -solo nella società comunista ciascuno sarà cacciatore, pescatore e poi critico, perché verrà superato l’angusto limite della divisione sociale del lavoro-.
Un giovane Marx umanista, non quello del capitale.
Grazie Maurizo per averci portato l’ideologia che viene sempre da fuori ed allora serve l’organizzazione, significato del "Che fare" leniniano.
La luckacsiana partiticità dell’arte la politicizzazione ora che la politica ed il suo cattivo condominio sono sputtanamenti, sento le risa gli sghignazzi i soliti fascisti post moderni.
Il sito di Maurizio: http://www.cmauriziobenveduti.it/
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