mercoledì 24 dicembre 2014

BUON NATALE di G Angelo Billia

BUON NATALE di G Angelo Billia

Mentre la cariatide spruzza veleno, cioè ordini a tutto spiano, in attesa di fare il pensionato “nobile” dell’ignobile fascismo, Lupi spara sulla protesta “terroristica” sognando tribunali speciali, inquisitori alla Torquemada, carceri nelle quali appendere per i pollici alle pareti trasudanti umidità i “colpevoli”, perché dissenzienti.
Alfano, dal canto suo, agitandosi per smentire i maldicenti che ad ogni piè sospinto dicono “Alfano chi?”, promette che confezionerà un capolavoro di leggi antiterrorismo.

 A tale scopo sembra abbia intenzione di avvalersi della consulenza di Magistrati torinesi noti per la loro “preparazione”.
 Nel frattempo qualcuno giura di averlo visto nei musei vaticani, mentre scartabella le relazioni dei prelati al seguito dei conquistadores.
Intanto l’uomo al comando (mamma mia), con l’ausilio dei molti badanti di cui si circonda, ritocca con finezza i testi appena approvati per cancellare anche l’ombra dei diritti. 

E’ Natale, santa Madonna, i regali li ha fatti in anticipo ed ora è in ambasce. 
Tra una spunta e l’altra trova anche il tempo per accusare gli “altri” di aver sbagliato tutto con la vicenda Marò. Non sia mai che Lui non difenda la sua “onorabilità”!
La Bonino, laica sì, ma è Natale anche per lei, si sveglia dal torpore che l’assale da quando sogna il Quirinale e, udite, udite, “le regole d’ingaggio di La Russa erano sbagliate”.

Della serie “anche i topi a Natale partoriscono”.
Nel frattempo in Emilia e in altre regioni, la nomenclatura PD è in affanno, lo stesso di chi, dopo aver confezionato il termine Mafia Capitale, non sa più a che santo voltarsi per definire le loro prodezze.
Una visione d’insieme non può prescindere, però, da quelli che un tempo lontano venivano definiti con rispetto consessi elettivi. 

Sgradevole sensazione quella di essere circondati, in ogni dove, da personalità la cui definizione, se la giustizia non fosse una chimera, si troverebbe agevolmente nel Codice Penale.
E poi, adattando una frase abusata nei tempi passati, un pensiero agli italiani d’oltremare lo vogliamo dedicare? 

No, non agli emigranti, merce avariata ininfluente nei grandi progetti, parlo degli uomini in divisa, quelli che si dice abbiano la testa a Roma e quelle altre cose all’estero, nei teatri di guerra, cioè, volevo dire, di pace.
Buon Natale amici e compagni.
P.S. A proposito, ce lo ricordiamo che se le cose stanno così è anche colpa nostra?




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