BUON ANNO di G Angelo Billia
Questo augurio non vale per la sera di S. Silvestro e non vale per il primo dell’anno.
Questa sera e domani molti di noi avranno fatto del loro meglio per dimenticare.
Vale per il momento in cui l’oasi di felicità posticcia e l’oblio della volontà lasceranno nuovamente il passo alla vita, quella delle illusioni appiccicate artificialmente, dei sogni indotti, destinati a rimanere tali, delle speranze, non dissimili e più credibili di quelle contenute nelle slot machine, della precarietà o della mancanza di lavoro, dei diritti negati, delle malattie in crescita costante, dei bimbi di cui si vede la bellezza e non si vede il benché minimo futuro accettabile, della famiglia, nella quale si riflettono i disvalori offerti gentilmente dalla classe dirigente, della pace, sempre più diligentemente dei cimiteri.
Ecco in quei momenti auguro a tutti noi buon anno, sia l’anno in cui la smettiamo di farci trattare come allocchi che si nutrono alla mangiatoia di falsi valori gentilmente fornita dai media,
lo sia perché iniziamo a comprendere che con la passività o la testimonianza fine a se stessa questo stato di cose non finirà, lo sia perché decidiamo di rischiare qualcosa in proprio, finendola di grogiolarci nel nulla chiamato impropriamente vita,
Lo sia, infine, quando capiremo che senza far nulla le nostre oasi personali continueranno ad essere ciò che sono:
parcheggi in cui aspettiamo diligentemente che altri decidano della nostra vita e della nostra morte.
Questo augurio non vale per la sera di S. Silvestro e non vale per il primo dell’anno.
Questa sera e domani molti di noi avranno fatto del loro meglio per dimenticare.
Vale per il momento in cui l’oasi di felicità posticcia e l’oblio della volontà lasceranno nuovamente il passo alla vita, quella delle illusioni appiccicate artificialmente, dei sogni indotti, destinati a rimanere tali, delle speranze, non dissimili e più credibili di quelle contenute nelle slot machine, della precarietà o della mancanza di lavoro, dei diritti negati, delle malattie in crescita costante, dei bimbi di cui si vede la bellezza e non si vede il benché minimo futuro accettabile, della famiglia, nella quale si riflettono i disvalori offerti gentilmente dalla classe dirigente, della pace, sempre più diligentemente dei cimiteri.
Ecco in quei momenti auguro a tutti noi buon anno, sia l’anno in cui la smettiamo di farci trattare come allocchi che si nutrono alla mangiatoia di falsi valori gentilmente fornita dai media,
lo sia perché iniziamo a comprendere che con la passività o la testimonianza fine a se stessa questo stato di cose non finirà, lo sia perché decidiamo di rischiare qualcosa in proprio, finendola di grogiolarci nel nulla chiamato impropriamente vita,
Lo sia, infine, quando capiremo che senza far nulla le nostre oasi personali continueranno ad essere ciò che sono:
parcheggi in cui aspettiamo diligentemente che altri decidano della nostra vita e della nostra morte.
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