giovedì 8 gennaio 2015

Cordoglio per i morti di Parigi di G Angelo Billia


Cordoglio per i morti di Parigi di G Angelo Billia



Per la conferma dell’avvenuto decesso della libertà d’informazione.
E’ terribile commentare la morte violenta di esseri umani, gente che, come tutti noi, lavora, fa progetti, si batte per ciò in cui crede. 


E non ha senso farlo ascrivendo le vittime a categorie buone o meno buone a seconda di come la pensavano.
Credo che l’unico approccio possibile sia quello dettato dal rigore e dall’onestà intellettuale, cioè tutto l’opposto della pesante coltre mistificante stesa da commentatori vari abilmente orchestrati dall’industria della manipolazione dell’informazione.
Attacco terroristico alla libertà di stampa, poche frasi, precise, che hanno il compito di rendere credibile l’assunto che la libertà ci sia e preparare il terreno alle ulteriori perdite di libertà giustificandole con un obiettivo nobile.
Possibile che a nessuno venga in mente che il terrorismo arabo è il risultato di un asservimento ormai secolare dell’area mediorientale all’imperialismo statunitense ed europeo? 


E poi, sono i terroristi arabi ad aver coniato l’espressione “danni collaterali” per giustificare le migliaia di morti innocenti causati dalle bombe “democratiche” delle potenze neocoloniali, tra le quali l’Italia?
Dicendo “matrice terroristica islamica” si rincara la dose mettendo in risalto l’uso della religione a scopi militari. Cosa abominevole, ma non è forse ciò che fan tutti in guerra?


 Israele che fa, mentre porta avanti il suo genocidio del popolo palestinese? 


Senza ricordare le benedizioni alle armi del Duce o le stragi dirette dal papato in epoche passate e, nel contemporaneo, la messa al campo del cappellano, soprattutto se eseguita con truppe coinvolte in operazioni neocoloniali, come in Afganistan o in Iraq, non è forse questo l’uso della religione a sostegno della barbarie?
Questa nota non ha in alcun modo lo scopo di giustificare la strage di Parigi, al contrario, ha lo scopo di collocarla nel contesto reale, utile a colpire la gente comune sottraendole le residue quote di libertà.
L’operazione, bestiale per le modalità con le quali è avvenuta, non si sottrae per nulla all’interrogativo “a chi serve?”. 


Spiace, ma la risposta è che serve più ad imbavagliare le vittime europee del comitato d’affari di Bruxelles, piuttosto che al cosiddetto califfato. 


Serve a stornare l’attenzione dai crimini europei contro l’umanità e a far quadrato con i loro autori.
Al contrario della valenza data dagli organi di disinformazione, il valore simbolico delle penne alzate rappresenta il primo risultato, dell’attecchimento a livello popolare, della campagna che ha lo scopo di nascondere il pensiero unico europeo dietro un concetto di libertà di stampa inesistente.
Osservo i politici europei parlare di valori, di cordoglio, di giri di vite sull’immigrazione, e non posso fare a meno di pensare che da oggi, grazie proprio all’inesistente libertà d’informazione, saranno più liberi di opprimere, di portare avanti le loro avventure militari, di seminare cadaveri innocenti ovunque sia necessario per garantire potere e ricchezze ad un pugno di parassiti.
Cordoglio per i caduti di Parigi, sapendo però che sono solo gli ultimi di una strage internazionale la cui responsabilità è ascrivibile tutt’intera all’imperialismo.






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