Sulcis in
tempi di crisi economica globale
Il rapporto tra l’insediamento dei paesaggi
minerari del Sulcis Iglesiente e la costa, e le possibilità di trasformazione
del contesto, sopratutto nelle zone più problematiche. Sono questi gli
obiettivi che si pone la Scuola estiva Internazionale di Architettura, promossa
dall’Università di Cagliari nelle sedi del capoluogo e di Carbonia. Su questa
base si analizzeranno infatti alcune tematiche fondamentali come architetture e
infrastrutture che hanno perduto la loro destinazione d’uso e che spesso sono
ridotte allo stato di rudere, le relazioni che le infrastrutture portuali e
minerarie instaurano con i waterfront e gli interventi a sostegno del turismo.
L’iniziativa si articola in una serie di attività che prevede laboratori di
progettazione, workshop, conferenze e seminari, che nell’arco di due settimane
daranno la possibilità a settanta studenti, provenienti da Svizzera, Canada,
Berlino, Marsiglia e Cagliari, di confrontarsi nel tentativo di restituire una
lettura complessiva morfologico-formale del territorio e formulare
esemplificazioni progettuali della vasta area archeologico-mineraria.
Nell’intento di sostenere un confronto tra
diverse culture di progettazione, la prima parte dell’iniziativa – che si
svolgerà nell’Aula Magna di via Corte D’Appello – vedrà l’alternanza di artisti
del calibro di Mimmo Jodice, Jannis Kounellis, Alfredo Pirri, e Eduardo Souto
de Moura, vincitore del premio Pritzker nel 2011. La seconda tappa prevede,
invece, il meeting Arte e architettura, idee per il Sulcis, tenuto da Joao
Nunes, Andrè Dubuc e Vittorio Magnago Lampugnani nella Grande Miniera di
Serbariu a Carbonia.
Un importante evento che coincide con un momento
particolarmente delicato per la Sardegna, dove le tensioni per le gravi problematiche
del mondo lavorativo sono al limite e che vedrà l’intervento straordinario di
Kounellis intenzionato a visitare la miniera di Nuraxi Figus e incontrare gli
operai che la occupano da giorni per impedirne la chiusura.
-
Roberta Vanali
"...ma
si può? Il sud Sardegna affonda e per quattro spiccioletti pubblici questi
alimentano il valore iper quotato di artisti sostenuti da quotazioni bancarie,
facoltosi collezionisti e gallerie private, nonché dagli stessi politici,
facendogli incontrare gli operai, la firma dell'articolo la dice lunga ed io mi
ostino a contorcermi ed a pensare che certo provincialismo in Sardegna sia
autoprodotto, ma gli operai in lotta hanno bisogno di artisti internazionali
che li sostengano? Ma alle Pussi Riot il sostegno di Sting e Madonna è vero o
non è vero che non è servito ad un cazzo?"
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