sabato 29 settembre 2012

Arte extra-comunitaria

Una comunità è fondata su regole ristrette su limiti diffusi ma chiari, netti, definiti, limiti che determinano anche quando vengono infranti la determinazione di nuove identità interne alla comunità, la progressione e le scoperte in una comunità hanno il loro tempo e non dovrebbero cercare con affanno il contempo, nel luogo e nel tempo comunitario l’extra comunitario quando è un prodotto artistic
o suscita ed alimenta curiosità, per la sua diversità, perché innalza la soglia e la volontà della difesa e della comprensione del sé.
La vera sfida artistica di questo tempo consiste nel convivere in maniera sana con il prodotto artistico extracomunitario imposto dal libero mercato, accogliere l’extracomunitario solo in quanto interazione con il bene pubblico identitario, un valore culturale ed artistico da scambiare con consapevolezza con altre terre e frontiere di ricerca, questo e solo questo può fare cambiare rotta ad una idea di mercato del segno e del gesto artistico che considera la comunità un fatto privato da penetrare; un altro mercato ed un altro sistema dell’arte passano per una idea comune della comunità, dove un extracomunitario inteso come prodotto o come vita umana vale quanto un comunitario e nel suo interesse vitale privato e in quello pubblico e comune, se l’arte è veramente un linguaggio un linguaggio si evolve quando c’è scambio linguistico, non si tratta di comunismo o liberismo che nel mondo dell’arte e degli artisti sono forse sovrastrutture relative, ma si tratta di bilanciare la figura dell’artista all’interno della propria comunità attraverso un equilibrio ed uno scambio di segni e gesti artistici tra il comunitario e l’extra comunitario.

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