IL LINGUAGGIO DELL’ARTE SPIEGATO AI
Più GRANDI
L'arte è ciò che meno si
può spiegare, ha degli obblighi, quello di rinnovare i segni, la sua continua
produzione di un senso arbitrario (solo in apparenza), la sua pulsione di
senso, il mistero logico del suo ciclo costituiscono l'essenza del momento
sociale.
I processi logici
dell'arte e i suoi linguaggi vanno applicati all'intera dimensione della
cultura, all'intera produzione sociale e comportamentale dei segni, dei valori
e delle relazioni.
Il classico e il
romantico (o avanguardistico) non hanno niente a che vedere con una liberazione
o defenestrazione dell'arte, del bello o del vecchio.
Il concetto di bellezza
dell'arte è da cercare in termini come "chic", di "gusto",
di "eleganza" e fondamentalmente di "distinzione".
La verità è che la
bellezza come concetto assoluto non ha nulla a che vedere con l'arte, non va
cercata neanche come modello, l'arte veramente e assolutamente bella porrebbe
fine all'arte, ragion per cui i linguaggi dell'arte negano la bellezza, proprio
a partire dalla logica equivalenza tra bello e brutto.
Può imporre l'arte, come
elementi di distinzione, l'eccentricità, l'ermeticità, la scarsa funzionalità e
il ridicolo.
Questo è il trionfo del linguaggio
dell'arte, l'imposizione e legittimazione del surreale e irrazionale,
perseverando nella logica profonda del razionale.
Occorre
arrendersi forse all'evidenza che l'arte moderna e contemporanea nasce per non
contestare niente, sempre che l'abbia mai fatto.
La rivolta è
imbrigliata, la maledizione attraverso il segno è "consumata".
Bisognerebbe
abbandonare nostalgie,aspirazioni e pretese di originalità; ammettendo che la
propria diversità linguistica è figlia di una costrizione formale che si
costruisce per gioco attraverso successive differenze.
L'arte quando si fa opera o prodotto è
sempre costituita per essere immediatamente integrata in un sistema che la
declina come qualsiasi altro oggetto.
Questo ha reso l'arte contemporanea
quotidiana, carica di connotazioni che non creano un reale problema
dell'ambiente.
Uno stile o un linguaggio artistico non
contraddice mai nulla, entra in un gioco naturale di distribuzione nello
spazio, non può esistere un artista non colluso.
L'artista con i
suoi linguaggi è parte del gioco generale del sistema, può parodiare,
illustrare, simulare e truccare il sistema linguistico dell'arte, ma non ne
turberà mai realmente l'ordine.
Non esiste e non
è questo il tempo dell'arte borghese, che riconciliava con la propria immagine,
siamo davanti alla guerriglia con il mondo, davanti a soggetti che cercano
diplomaticamente di riconciliarsi con la propria immagine, questo tentativo
crea la serialità e questo nella presa di distanza e nella sfida e destinato a
creare un mondo sempre più integrato.
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