domenica 9 dicembre 2012
Flash Art? Fuori da questo tempo....
Le vecchie istituzioni del sapere e della ricerca laboratoriale artistico, anche sotto forma di mercato e sistema dell'arte, hanno fondato la loro autorevolezza filtrando le informazioni anche per lo stesso ricercatore del proprio linguaggio artistico.
Oggi il filtro non è più nelle riviste d'arte specializzate, anche se Flash Art e Artribune cercano miserabilmente di vendere ancora questo distinguo anacronistico, il filtro è oggi costituito esclusivamente dalla nostra rete sociale, non più esperti che sentenziano sull'isola seduti in uffici Milanesi a Via Farini o Maestri d'Accademia che vengono sull'isola a professare la loro avanguardia accademica a carico del contribuente.
Attraverso il web non è possibile escludere le idee, anzi i filtri di sicurezza paradossalmente fanno salire clic e risultati verso le prime posizioni nei motori di ricerca.
L'arte e la sua ricerca linguistica è qualcosa che nel senso comune è sempre andato oltre la comunicazione imposta, oggi però tutto questo ci è quotidianamente sbattuto in faccia. Oggi sappiamo che ci sono molti artisti da conoscere e le vecchie istituzioni e i vecchi mercati non sono in grado di ampliare la conoscenza e dialogare con essa.
Un pericolo è da evitare tra i ricercatori di linguaggi artistici, trasversalmente al settore e al genere, evitare inutili contraddittori per smania di visibilità, il sovraccarico informativo è diventato una realtà del nostro ambiente come il disaccordo perpetuo.
Anche le idee base che determinano i nostri prodotti linguistici sono ovviamente oggetto di discussione e per induzione la rete può creare attaccamenti inutili e futili alle opinioni.
I filtri di quest'altro sistema oltre il sistema sono completamente cambiati, le informazioni non si possono più nascondere e rivelano attraverso motori di ricerca tutto ciò che si vorrebbe occultare.
I linguaggi dell'arte oggi devono sopravvivere e convivere con il super carico cognitivo dell'età contemporanea e attraverso ciò come risultante bisogna orientarsi.
Il contemporaneo rende il nostro incontro ordinario con i fatti dell'arte diverso da come era un tempo. Il sistema dell'arte non può essere più inteso in maniera chiusa come una catena di Sant'Antonio, non basta più un critico o un catalogo a determinare e rappresentare una teoria dell'arte nel contempo più credibile di altre.
Quanto con questo cambiamento di sistema personaggi come Politi o Bonito Oliva si sono trovati sbattuti contro un muro, contraddetti, smontati, amplificati e irrisi?
In rete ogni fatto e ogni teoria sull'arte a seconda della prospettiva e del punto di vista di chi la formula materializza la legge di Newton: ogni fatto ha una reazione uguale e contraria.
La realtà è che quando due fatti si contraddicono uno dovrebbe essere sbagliato, ma la contraddizione cambia la teoria e la forma morfologica dell'arte e del suo linguaggio.
I fatti collegati, il mio nome collegato a Bonito Oliva o Politi, spalanca una rete di processi e prodotti differenti.
Non viviamo più l'economia della carta della rivista specializzata, per la fisica che regolava il vecchio sistema dell'arte di carta, una volta stampato e pubblicato il fatto restava lì, sulla pagina della testata e entrava quasi in tempo reale in un manuale di Storia dell'arte, era impossibile da contraddire, almeno su quella pagina (questo rende rubriche come e "Lettere al Direttore" di Politi su Flash Art obsolete.
Il limite della carta faceva apparire tutto possibile e gestibile di quanto appaiano oggi.
L'ottimismo insindacabile di certi professionisti addetti ai lavoro dell'arte dipende forse ancora dai limiti intrinseci di un mondo che attestava la loro verità attraverso la pubblicazione su carta.
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