mercoledì 12 novembre 2014

L'intervento di Enrico Lobina in Consiglio Comunale a Cagliari.


Gentile presidente, colleghe, colleghi, Sindaco, signore e signori della Giunta,
vi comunico la costituzione della componente consiliare
“Sardegna Sovrana” che, momentaneamente collocata al gruppo misto, punta ad allargarsi e crescere e a svolgere un ruolo rinnovato e sempre più attivo all’interno del consiglio comunale.
La costituzione di “Sardegna Sovrana” fa parte di un percorso di costituzione di una coalizione sociale e politica, potenzialmente maggioritaria, che metta insieme le ragioni del lavoro, del progresso e della sovranità. 
Abbiamo un progetto, che chiamiamo Agenda 2019, e siamo consapevoli che senza lavoro non c’è libertà, e senza sovranità, in Sardegna, non c’è libertà.
Il diritto all’autodeterminazione dei popoli, basti vedere quanto successo nella sorella Catalogna due giorni fa, ancora non viene lasciato libero di esprimersi.
La Sardegna, in questi mesi, sta regredendo economicamente e socialmente, di almeno quarant’anni. 
Cagliari insieme a lei. 
Il lavoro che scompare, la dispersione scolastica, l’aumento della povertà: fenomeni che conosciamo bene.
Noi politici e dobbiamo fare politica. 
L’abbiamo detto in campagna elettorale.
 Anche in una situazione normale, avremmo comunque il compito di andare ben oltre la buona amministrazione. In una situazione straordinaria come questa il compito si traduce in obbligo e in urgenza e, per quanto mi riguarda, in dovere morale irrinunciabile.
Questo non sta accadendo in consiglio regionale, e non sta accadendo in Sardegna in generale. 
Sulle servitù militari, sulle entrate, sul modello di sviluppo, sul lavoro, il giudizio è negativo.
Questo si riflette anche sul Comune di Cagliari.
Ho ristudiato, in questi giorni, il programma elettorale e le dichiarazioni programmatiche presentate nel 2011. 
Quel programma, arricchito di temi emersi in questi anni, era e rimane il patto sul quale ci siamo uniti. 
Chiedo a tutti di rispettarlo.
E’ ormai entrato nel senso comune il concetto che: “in campagna elettorale si dicono tante cose, si fanno tante promesse”. Io non ci sto. 
Non so voi, ma mi sono sempre sentito lontano da questa modalità. 
E non credo che la classe dirigente della capitale della Sardegna debba essere così.
Proprio per queste ragioni dichiaro di assumere, rispetto alla maggioranza, una posizione autonoma e distinta.
Questo significa che valuterò, volta per volta, gli atti che arriveranno in commissione ed in consiglio.
Noi tutti vogliamo Cagliari Capitale della Sardegna, col suo ruolo economico,culturale, sociale. 
Vogliamo Cagliari locomotiva di Sovranità e Pace per la Regione nel suo insieme e nell’area mediterranea.
Care colleghe colleghi, non è uno sganciamento dalla maggioranza consiliare. 
Al contrario, è l’invito ad uno scatto in avanti, a realizzare, in questi 15 mesi che ci dividono dalle elezioni, tutto quello che abbiamo scritto e non abbiamo realizzato. 
Ed anche qualcosa in più.
Signor presidente, colleghe e colleghi, Sindaco e componenti della giunta, nel 2016 la fame, in città, si avvicinerà a quella del 1906, quando violente ribellioni scossero la città, e furono represse nel sangue. Dobbiamo dare una risposta diversa rispetto ad allora. Attrezziamoci.
Buon lavoro a tutti noi.


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