venerdì 31 agosto 2012

Man di Oristano, perché noi ci siamo e qualcuno no.

Man di Oristano, noi ci siamo, perché qualcuno è assente?

Nel sud dell'isola stava arrivando un autunno 2012 ancora più caldo di una estate torrida, emergevano manfrine artistiche e culturali che non potevano che contribuire ad affossare la vecchia Atlantide terra dei giganti che sapevano parlare con le stelle, era emerso che l'attribuzione della carica politica di Di Retto Re del Man di Nuoro, ruolo chiave nel suo posizionamento strategico e politico di smistamento di fondi per l'arte e la cultura provinciale e regionale, a carico del contribuente, questa carica attribuita in un primo momento ad una artista isolana finendo per creare una insurrezione popolare tra i pretendenti la si era assegnata ad un toscano con la tacita consegna di non disturbare troppo gli equilibri degli ultimi anni fatti di associazionismo no profit veracemente profit quando si trattava di andare a reperire fondi e risorse a carico dell'ignaro contribuente nel nome di una sinistra (che sinistra non era) pronta a mettere mano al portafoglio in nome dell'arte e della cultura nell'isola.

I PROGETTI DEL MAN DI NUORO 

I progetti che venivano discussi in un mega summit sull'arte contemporanea al Man di Nuoro rasentavano il ridicolo ed il comune senso del pudore, ma si sa se si ragiona sull'arte contemporanea il senso del pudore è da bigotti cattocomunisti di Pasoliniana memoria e ci si ritrova in un attimo ad essere considerati aggressivi, incolti, ignoranti e pericolosi per la sana diffusione imposta ed obbligatoria dell'arte contemporanea.
Transgender svendevano artisti isolani on line per conto di una rivista specializzata d'arte nata dal naufragio di una altra rivista specializzata d'arte contemporanea abbandonata prima che affondasse; qualcuno proponeva di fare esporre gli artisti direttamente a casa loro o a casa di case di tolleranza di quartiere disposti ad ospitarne le opere; qualcun altro reclamava che anche gli spazi okkupati in nome della libera ricerca artistica necessitavano di aiuti e fondi in nome della libertà di ricerca artistica; fioccavano teste pelate precocemente di artisti di carta che lievemente e facendosi trasportare dal vento scopiazzavano idee e progetti a destra e a manca o gestivano fatiscenti gallerie dove in realtà erano domiciliati nelle quali si allevavano ed amavano ingenui artisti da batteria nutrendoli di sogni, prelevandoli in aule di pittura dove si ragionava sulla luce negandola, dipingendo a piedi scalzi; collezionisti che acquistavano giovani artisti con carta straccia in attesa di piazzare la loro privata collezione in uno spazio pubblico per incrementarne il valore di mercato (che effettivamente non esisteva su scala nazionale ed internazionale), scandaloso che il collezionismo d'arte contemporanea fosse anche un titolo che consentisse d'insegnare Storia dell'Arte Contemporanea nei conservatori, chi comprava faceva la Storia ed il pubblico doveva solo sostenerlo, anche se gli artisti stessi lo trovassero insostenibile.
Per onore di cronaca nel 2009 con il precedente Di retto re del Man di Nuoro si era organizzato un summit sul futuro dell'arte isolana ed isolata, stessi ospiti, stesso taglio e forse stessa truffa dal momento che nulla era cambiato in tre anni.
Una cosa però era realmente incredibile ed era ritrovarsi dinanzi la voce di artisti isolani, molto provinciali nella loro concezione radical chic ed iper borghese del fare artistico, inconsapevoli della loro specificità ed identità artistica millenaria, sollevare la loro voce a sostegno di questi progetti culturali (?) pro isola, a carico del contribuente ignaro si rivendicava la necessarietà del denaro pubblico per organizzare selezioni private e produrre cataloghi (ma nel 2012 per divulgare ricerche artistiche erano ancora necessari?), i più temerari e svenduti senza alcun senso del pudore sostenevano fosse inutile sollevare polveroni e che in fondo progetti come quello di Wanda Alì del portale internet pro artisti isolani divenuto di fatto una chat porno potesse avere un senso, in definitiva si era tutti sulla stessa isola e da questa si avallava l'incapacità degli artisti isolani di autodeterminarsi e vivere nel contemporaneo, addirittura a detta dei fautori più entusiasti del summit sembrava fossero anche incapaci di collegarsi al web, autopubblicare le proprie opere, condividerle e sostenerle culturalmente in un portale, incredibile!!!
Vi era di tutto nella mangiatoia del Man, ma si trattava solo di piccioni d'allevamento dalle traiettorie standard, qualcosa altro succedeva altrove ed era sul serio indy.

ASSE DI GOVERNO PD-SEL A SOSTEGNO DELL'ARTE E DELLA CULTURA?

Un dato era assolutamente sconcertante ed era che tutti gli addetti ai lavori attestati dal Man di Nuoro in questa mappina delle mappature sullo stato dell'arte contemporanea in Sardegna era in realtà una associazione a scopo di lucro che da anni si muoveva melliflua ed in maniera democristiana sull'asse PD-SEL, addirittura erano stati invitati senza ritegno segretari di assessori del sindaco ciuffo di plastica che avevano anche la colpa di essere collaboratori in pianta stabile di Flash Art, insomma si era davanti diavoli che vestivano prada e quando non lo facevano era per cercare consenso ed approvazione, sarà stato un caso ma in questo summit realtà culturali anarchiche e rosso comunista non trovavano rappresentanza, così come erano assenti destre liberali e liberiste e sociali, si era davanti ad una lotizzazione bipartisan arrivata direttamente dall'Italia a colpi di spot mediatici ed elettorali sull'arte e la cultura bipartisan, agli Accademici il Padiglione Italia Sardegna con il suo taglio conservatore di destra, agli avanguardisti illuminati e rivoluzionari della sinistra di plastica (meno reale della destra culturale ed artistica che Sgarbi rappresenta con cultura e dignità) targata Bersani-Vendola e tristemente Casini l'arte e la cultura di ricerca che non può esistere senza pubblica assistenza pure essendo al servizio dei privati.
La cosa triste era che la cultura rosso di ricerca reale stava scomparendo dalla rappresentanza politica, culturale e sociale Europea ed Italiana e che ad i minatori della Carbonsulcis non restava niente altro da fare che scendere in miniera e tagliarsi le vene in rassegna stampa, il caos regnava sovrano la cultura della sinistra che ambiva al governo e che di fatto "tecnicamente" già lo era era destra, la cultura della destra di governo era di fatto di sinistra, ci sarebbe stato da schierarsi con Sgarbi, Bonami e Beatrice non fosse che avrebbe significato distruggere ed azzerare una idea politica e sociale dell'arte storicamente di sinistra.

LA STAMPA SPECIALIZZATA ITALICA

Intanto la stampa specializzata italica si occupava d'altro, l'arte e gli artisti sardi non avevano mai interessato sul serio, l'argomento era la performance da condannare di Julian Charrière, il quale dopo avere catturato e dipinto colombi colorati li ha lasciati svolazzare in Piazza San Marco a Venezia, a detta di Julian che si definisce un osservatore socio urbanista, svizzero di 25 anni, altro non è che un safari nel landscape urbano, in fondo i piccioni (più degli artisti sardi aggiungo) fanno parte del nostro common ground ed il colore sparirà nel giro di pochi mesi, i piccioni si legge sono stati dipinti con un sistema di erogazione ad acqua, lo stesso che si usa per segnare le migrazioni degli uccelli, cento piccioni colorati in piazza San Marco a Venezia e gli artisti isolani non esistono, le varianti sono blu cobalto, verde smeraldo e rosso tiziano.

MAN DI ORISTANO

Nell'Oristanese nasceva in parallelo un altro Man, voluto fortissimamente da due artisti locali di Solarussa Michele Mereu e Chiara Schirru (Direttori), un MAN più maschio di quello del nuorese che di fatto aveva cominciato a contraddire lo spirito barbaricino, il tutto nasceva con la benedizione dell'unico consigliere comunale rosso del capoluogo sud isolano, un bizzarro ed eroico personaggio che negli ambienti indipendenti ed underground delle arti visive non solo isolane chiamavano Clark Kent Lobina, perché in realtà quello che contraddistingueva sul serio l'isola da tutte le altre realtà artistiche del sistema occidentale era che le realtà indy erano sul serio indy; si stava configurando con tanto di attestato di rappresentanza politica uno scenario dove da un lato vi era una arte contemporanea sarda isolana e non isolata che non cercava assistenza e dall'altra artisti di plastica sardi per caso che avevano come unica causa comune quella di svendersi a privati con fondi pubblici, insomma erano a carico di un contribuente che difficilmente avrebbe potuto comprarne le opere.

INAUGURAZIONE DEL Man di Oristano il 13-09-2012

Direttori del Man di Oristano: Uby Atza, Michele Mereu e Chiara Schirru.

Tira somme preventivo: Ivo Serafino Fenu.

Primi artisti visivi indipendenti firmatari l'appello per la nascita del Man di Oristano:

Augusto Murgia - Valentina Siddi - Stay on Fango - Francesco Cogoni - Andrea Basciu - Stefano Melis - Michele Melis - Matteo Campulla - Movimento Oscurantista - Matteo Tauriello - Tavor Art Mobil - Barbara Ardau - Domenico "Mimmo" Di Caterino.

Appuntamento ore 14 a Solarussa

Presenzierà l'operazione Man di Oristano, l'unico consigliere comunale rosso di Cagliari Clark Kent Enrico Lobina alle ore 16.


Nessun commento:

Posta un commento