sabato 17 novembre 2012

Tavor Art Mobil, oltre il sistema

La spinta del lavoro concreto del fare arte in maniera concreta è verso il fare bene una attività, fare bene una attività è una spinta verso l'autodeterminazione, fare bene qualcosa è una sonda del giudizio dello stesso artista per capire se una cosa è fatta bene o fatta male.
Attraverso l'esercizio del fare si riconosce nella propria attività una attività sociale, il fare spinge l'arte verso l'autodeterminazione sociale.
Il sistema dell'arte è invece fondato su una idea astratta dell'arte, la spinta verso la determinazione dell'attività dell'artista è nel denaro, il lavoro astratto prodotto dal mercato è il lavoro artistico prodotto nel minore tempo possibile.
Un altro sistema dell'arte vuole dire lavorare contro l'idea del lavoro astratto dell'artista per svincolare il fare e i processi artistici dalla loro alienazione e distanza dal sociale.
La ribellione contro l'idea astratta del fare artistico del sistema mercantile dell'arte è: Noi non faremo arte in questo modo, faremo arte nel modo che crediamo migliore, faremo quello che vogliamo fare che consideriamo necessario e desiderabile.
Quello che dovrebbe fare l'artista di questo terzo millennio è rappresentare i processi del suo fare e non consegnare passivamente la sua capacità d'elaborazione del prodotto, un conto è criticare il sistema dell'arte sottobanco, altra cosa è evidenziare che non esiste una reale differenza di mercato tra insider e outsider.
Il mercato imposto dell'arte è più vorace (e verace) di quanto si possa pensare, invade aspetti e modi in cui pensiamo e agiamo come artisti e deforma i nostri processi, gli spazi di alterità sono minacciati e rischiano sempre di essere eliminati dal mercato finanziario globale.
Certi artisti possono non esserne coscienti, e per questo si consegnano direttamente al nemico, ma il loro fare altra arte esiste come sfida permanente alle esigenze di monetizzare del sistema dell'arte, la loro è resistenza attiva alla richiesta del sistema di trasformare ogni attività artistica umana in lavoro astratto.
Gli spazi dell'altra arte sono insubordinazioni, sfide; la relazione tra il sistema mercantile dell'arte e il sistema processuale del fare arte è una relazione estatica oltre che estetica, contro e oltre.
Il fare arte concretamente utile è lotta per sfuggire a una astrazione del prodotto artistica distante e incomprensibile dalla vita, un modo per sfuggire a una idea astratta dell'arte, è la libertà, il non ancora, il potrebbe essere, è i popoli del Chiapas che creano i loro municipi autonomi, potreste trovare eccessiva l'idea che io e mia moglie Santa Barbara Ardau da artisti gestiamo una automobile in rete con altri artisti a costo zero creando una terra di frontiera e di nessuno tra il sistema, l'altro sistema e l'oltre il sistema, potrebbe sembrarvi evanescente, ma è quello che viviamo, è il nostro punto di partenza, il luogo e non luogo dove possiamo pensare alla possibilità di elaborare la diversità.
A qualcuno può sembrare patetico? Ma la crisi del capitale non può costituire l'inizio di un altro sistema oltre il sistema?



In fondo questa idea di rivoluzione e di diffusione non dell'arte in quanto prodotto ma del suo linguaggio nasce dall'assunto indiscutibile che altri artisti oltre il sistema dal sistema sono repressi.
Il potenziale che manifestiamo è il potenziare del potere fare riflettere sui processi artistici e sui metalinguaggi dell'arte, noi siamo il poter fare che determina socialmente il nostro fare, siamo la potenza e la capacità. Dire che esistiamo come negazioni vuole dire che esistiamo come negazione delle negazioni di sistema, questa doppia negazione ci porta a essere non positivi ma rivoltosi.
La nostra rivoluzione è il ritorno del represso, anche del represso interiore, quello che esiste contro e spinge oltre, è il fare creativo che spinge oltre la determinazione estranea e porta all'autodeterminazione sociale, l'auto-creazione e auto-rappresentazione del nostro sentire, pensare e agire.
Noi siamo il movimento artistico indistinto contro il finto genio prodotto e concepito a tavolino, nessun curatore, nessuno psicanalista dell'artista, non è arte terapia ma auto analisi collettiva, auto-terapia.
Gli artisti non parlano ma si pongono in ascolto, cerchiamo solo quello che già c'è.

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