FERMARE L’EUROPA di G Angelo Billia
Fino a qualche tempo fa, il mantra europeista era: cinquant’anni di pace in Europa sono stati garantiti dall’unione.
Nel mondo, invece, contemporaneamente questa stessa Europa era, ed è, parte diligente di guerre, aggressioni, destabilizzazioni, tutte finalizzate a servire gli “interessi strategici”, cioè rapina delle materie prime e rafforzamento dello schieramento militare contro il “nemico” concorrente.
Mentre le scartine come Renzi si battono per essere ammessi all’ombra della segreteria del Reich e la borghesia europea continua ad ingrassare, in Europa fa capolino l’ondata migratoria, che la sua politica non poteva non scatenare.
Lo sgomento di molti di fronte a ciò fa sorridere, è l’implicita ammissione di non aver capito e di continuare a non capire.
Eh sì, perché capire significa sapere che ciò che accade è l’anticipo, un piccolo anticipo, di ciò che accadrà.
Le ondate migratorie arginate dai cesari con le legioni, avevano in parte il pregio di essere causate da fattori naturali, una terra avara che non garantiva la sopravvivenza era fra queste.
Oggi accade il contrario, le legioni sono in movimento per rendere avare terre ricchissime e questo avviene in interi continenti o parti cospicue di essi.
Centinaia di milioni di uomini sono obbligati a subordinare le loro vite agli interessi superiori della “pacifica” Europa e ai suoi alleati.
Già oggi, di fronte all’esiguità iniziale del fenomeno migratorio, l’Europa perde i pezzi posticci, ne prendiamo un po’ di più o un po’ di meno è l’essenza della sua politica.
Qualcuno scalcia, qualcuno no, contando sui rimpatri effettuati alla chetichella.
Mano a mano che i migranti cresceranno di numero, aumenteranno i tentativi d’arginare il tutto mano militari, coadiuvati da un’opinione pubblica artatamente sollecitata, ponendo mano al confezionamento di “casi” atti alla bisogna.
Eppure, come ogni imbecille dovrebbe sapere, se non si interviene sulle cause non c’è esercito in grado, alla lunga, di fermare i popoli.
Quindi?
L’Europa imperialista ha il suo destino scritto nel proprio dna, e a dispetto di ciò che affermano i politici al servizio della corte, sarà ancora una volta un destino di sangue e distruzione.
Se non riusciremo a fermarla noi, si fermerà da sola, fra i piagnistei di chi, oggi, s’accanisce contro una delle cause della sua politica, i migranti.
Fino a qualche tempo fa, il mantra europeista era: cinquant’anni di pace in Europa sono stati garantiti dall’unione.
Nel mondo, invece, contemporaneamente questa stessa Europa era, ed è, parte diligente di guerre, aggressioni, destabilizzazioni, tutte finalizzate a servire gli “interessi strategici”, cioè rapina delle materie prime e rafforzamento dello schieramento militare contro il “nemico” concorrente.
Mentre le scartine come Renzi si battono per essere ammessi all’ombra della segreteria del Reich e la borghesia europea continua ad ingrassare, in Europa fa capolino l’ondata migratoria, che la sua politica non poteva non scatenare.
Lo sgomento di molti di fronte a ciò fa sorridere, è l’implicita ammissione di non aver capito e di continuare a non capire.
Eh sì, perché capire significa sapere che ciò che accade è l’anticipo, un piccolo anticipo, di ciò che accadrà.
Le ondate migratorie arginate dai cesari con le legioni, avevano in parte il pregio di essere causate da fattori naturali, una terra avara che non garantiva la sopravvivenza era fra queste.
Oggi accade il contrario, le legioni sono in movimento per rendere avare terre ricchissime e questo avviene in interi continenti o parti cospicue di essi.
Centinaia di milioni di uomini sono obbligati a subordinare le loro vite agli interessi superiori della “pacifica” Europa e ai suoi alleati.
Già oggi, di fronte all’esiguità iniziale del fenomeno migratorio, l’Europa perde i pezzi posticci, ne prendiamo un po’ di più o un po’ di meno è l’essenza della sua politica.
Qualcuno scalcia, qualcuno no, contando sui rimpatri effettuati alla chetichella.
Mano a mano che i migranti cresceranno di numero, aumenteranno i tentativi d’arginare il tutto mano militari, coadiuvati da un’opinione pubblica artatamente sollecitata, ponendo mano al confezionamento di “casi” atti alla bisogna.
Eppure, come ogni imbecille dovrebbe sapere, se non si interviene sulle cause non c’è esercito in grado, alla lunga, di fermare i popoli.
Quindi?
L’Europa imperialista ha il suo destino scritto nel proprio dna, e a dispetto di ciò che affermano i politici al servizio della corte, sarà ancora una volta un destino di sangue e distruzione.
Se non riusciremo a fermarla noi, si fermerà da sola, fra i piagnistei di chi, oggi, s’accanisce contro una delle cause della sua politica, i migranti.
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