SE L’INGENUITA’ FOSSE UN PREGIO
SAREMMO UN FARO PER IL MONDO di G Angelo Billia
SAREMMO UN FARO PER IL MONDO di G Angelo Billia
La destrezza da actors studio del Presidente del Consiglio, in poche ore ha inanellato una tale girandola di “carta vince, carta perde”, da fare impallidire il lestofante più consumato. -“Eh, eh! Decidiamo noi quali tasse tagliare, che diamine!”-
Ohibò, che grinta!
L’italico ingenuo, senza dimenticare l’italico in vendita, C/o carta stampata e testate televisive, stappa le orecchie e asciuga commosso una lacrima furtiva.
Appena il tempo di metabolizzare, senza dimenticare che gli ‘indicatori’, quelli che i più scambiano per dati statistici, ci hanno appena fatto capire che ormai abbiamo finito di tribolare, ed ecco l’ineffabile accettare garbatamente, col sorriso riservato al sagrato, la domenica prima della messa, la sua inclusione per mano servile, cioè giornalistica, nell’Europa che conta, sì, quella di Merkel e di Hollande.
Non importa se da qualche parte si marchia il "bestiame" immigrante, se in qualche altra muoiono come mosche ricoperti dalla bava pietosa degli europei D.O.C., c’è il direttorio e quel che più conta, c’è Lui, (forse no, ma in televisione sì), e parla di accoglienza.
I cani sono come i bambini i quali, fra un compito e l’altro, durante il gioco amano dirsi emancipati dagli adulti, facendosi belli con gli amici.
Ogni tanto anche in Europa accade che i cani ammaestrati, in particolare quelli capaci di interpretare anche i desideri più reconditi degli istruttori, fra una seduta e l’altra possano baloccarsi correndo e raccontando quanto sono e siamo liberi.
La cosa veramente triste è che quel cane i dieci minuti di libertà li deve usare per defecare e lo fa in televisione.
Appena il tempo di metabolizzare, senza dimenticare che gli ‘indicatori’, quelli che i più scambiano per dati statistici, ci hanno appena fatto capire che ormai abbiamo finito di tribolare, ed ecco l’ineffabile accettare garbatamente, col sorriso riservato al sagrato, la domenica prima della messa, la sua inclusione per mano servile, cioè giornalistica, nell’Europa che conta, sì, quella di Merkel e di Hollande.
Non importa se da qualche parte si marchia il "bestiame" immigrante, se in qualche altra muoiono come mosche ricoperti dalla bava pietosa degli europei D.O.C., c’è il direttorio e quel che più conta, c’è Lui, (forse no, ma in televisione sì), e parla di accoglienza.
I cani sono come i bambini i quali, fra un compito e l’altro, durante il gioco amano dirsi emancipati dagli adulti, facendosi belli con gli amici.
Ogni tanto anche in Europa accade che i cani ammaestrati, in particolare quelli capaci di interpretare anche i desideri più reconditi degli istruttori, fra una seduta e l’altra possano baloccarsi correndo e raccontando quanto sono e siamo liberi.
La cosa veramente triste è che quel cane i dieci minuti di libertà li deve usare per defecare e lo fa in televisione.
Pazienza, ci sarà sempre l’italico ingenuo seguito a ruota da quello sempre in vendita, che farà a gara per vedere chi ha la bocca più accogliente.
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