lunedì 13 aprile 2015

I “troll” del Pd: influencer che si autodefiniscono “spartani” di Riccardo Ghezzi da Qelsi quotidiano.

 I “troll” del Pd: influencer che si autodefiniscono “spartani” di Riccardo Ghezzi da Qelsi quotidiano del 15-02-2015.



“Questa è Sparta”. Inizia così, con l’urlo di Leonida che ha reso celebre il film 300, il video di Youdem, la tv digitale del Partito Democratico, per celebrare le mirabolanti imprese della truppa di ragazzini arruolati come influencer per diffondere i contenuti propagandistici in rete.
Bisogna pur sempre giustificare l’esistenza di un Youtube del Pd, la cui direttrice Chiara Geloni, che si è dimessa appena due settimane fa, percepiva lo stipendio di seimila euro al mese. Una tv di partito che costa 2 milioni all’anno alle casse disastrate del Pd.
Qualcosa deve pur fare. 

Un video per rivelare l’esistenza dei troll, ad esempio, che tanto ha fatto infuriare i grillini.
“Il Pd usa ragazzi per insultare su internet” è il titolo di un post apparso sul sito pentastellato attivo.it. Nel video di Youdem, che pubblichiamo anche noi, non traspare che l’attività sia quella di insultare e causare flame, ma certo non si fa mistero dell’uso propagandistico della rete.
Quei ragazzi, però, più che 300 spartani giovani e forti sembrano leoni da tastiera!

“Fare propaganda e campagna” per l’allora segretario Bersani, ma soprattutto “usare l’arma dell’ironia”. Oddio, non che faccia particolarmente ridere “Mitopoiesi contemporanea”, certo sono più divertenti le supercazzole del conte Mascetti o le frasi astruse dell’alleato Nichi Vendola, ma i ragazzotti ci sanno fare.
L’occupazione militare e spartana di internet, costituita da una ventina di coordinatori che stanno nella redazione del Nazareno e da un migliaio che “trolleggiano” da casa propria, ricorda la logica degli influencer di Casaleggio. 

Quelli del Pd sono ragazzi che stanno su internet parecchie ore al giorno, si definiscono “volontari” ma è difficile pensare che lo facciano del tutto gratuitamente.
Sono a loro volta coordinati dai leader di partito, a meno che con la segreteria di Renzi non sia cambiato il modo di gestire la propaganda: chissà cosa potrebbe partorire il Rottamatore, sindaco di Firenze a tempo perso nonché inventore di Florence Multimedia, la società di comunicazione della provincia di Firenze trasformata in una macchina da guerra per valorizzare l’immagine di Renzi.
Ma cosa hanno prodotto i troll di Bersani immortalati da Youdem e finiti nel mirino dei grillini? Tanti bei risultati. 

La viralità di certe bufale, la campagna pro Pisapia sostenuta dalle cosiddette “Sentinelle politicamente scorrette della rete” (influencer del Pd, per l’appunto), cyber-stalking a Red Ronnie, azioni di cyber-bullismo, una famigliola di simpatici troll che si fa chiamare “Skura” e che genera pagine satiriche a ripetizione. 
Alcuni esponenti degli Skura collaborano con la testata Giornalettismo, altri preferiscono invadere pagine di centro-destra o grilline.
E poi c’è la pagina finta satirica, molto propagandistica pro Pd, per eccellenza:Siamo la gente il potere ci temono, che ha avuto il privilegio di essere pubblicizzata pure da Radio24 nonostante non abbia esattamente un esercito di fan!


Che ruolo hanno avuto i “troll” del Pd in fenomeni come Popolo Viola e Se non ora quando, nati sulla rete?
 E qual è stata la loro capacità di influenza virale nel proliferare di bufale sul web?
Non siamo in grado di dirlo.
Né sappiamo se ad oggi la forza del Pd sulla rete sia superiore addirittura a quella del Movimento 5 Stelle.
L’unica certezza è che i Democratici stanno tentando di monopolizzare satira e informazione on line. E non sembra stiano fallendo.
Certo, sarebbe ironico e paradossale se si scoprisse che gli unici utenti pagati per fare propaganda politica su internet siano proprio coloro che definiscono “servi prezzolati da Berlusconi” i loro avversari politici.

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