sabato 4 aprile 2015

"Salvini non indossa le felpe FIOM" di Delfo Cantoni.

"Salvini non indossa le felpe FIOM" di Delfo Cantoni.



Come i fascisti i nuovi squadristi prezzolati della lega hanno i loro padroni.
Per questi padroni aboliscono la natura progressiva della tassazione indebolendo le casse dello stato e facendo il torto a tutti di non far pagare i ricchi e ricchissimi.
Il loro liberismo:
Lo stato minimo ed al posto dell’odiata forza pubblica ronde padane e fasciste, per intimidire, ecco la vecchia ricetta di Farinacci e Balbo, lo squadrismo.
Ecco chi sono i mandanti di questi signori, ricchi possidenti, industriali di quel nord, che sfrutta il lavoro non fa che evadere e cerca di contrapporre gli ultimi.
Menano le mani pronti a lutti ed a piazze in sommossa, squadristicamente con Iannone, casa Pound gente che usa le lame, e ti aggredisce quando sei solo e loro sono una decina.
Il fascismo di cui è reato l’apologia, tanto da determinare quadro istituzionale e carta costituzionale si ripresenta oltre il duemila.
La Lega il peggio del turpiloquio fa riabilitare Cossiga che sapeva minacciarli a dovere, e viste le ruberie e i diamanti le lauree comprate, Cossiga era un docile.
Kissinger sardo amico dei servizi, pazzo, ma aveva ragione sulla LEGA.
Il più vecchio partito che siede in parlamento è la LEGA, sempre presi per sbruffoni debutteranno con violenza se non creiamo ad ogni loro passo un argine cari compagni.
Alleati di Berlusconi, capaci con la legge Biagi di precarizzare tutto.
La lega è una cosa vecchia.
Una sola aliquota per convincere a pagare coloro che spalleggiano di più.
Quei padroncini di un nord dove venti o forse trent’anni fa ormai al benessere si univa l’incultura e la degenerazione di un gretto economicismo, che disgusta chiamare comunismo padano.
Nome che si è dato Salvini tanto per ricordare il Mussolini che è stato socialista massimalista.
Tutte queste felpe nessuna è della FIOM.
Ma sempre nel bacino del popolo guardano per portare la mistica della nazione, loro adoratori delle acque del po razzisti contro gli stessi meridionali, ineggiano alla mistica della nazione, contro l’Europa, ma sono su cose grandi tornati indietro.
La seccessione? 
Torneranno indietro anche sull’Europa.
A chi vuole il socialismo danno il nazionalismo che ne è la negazione, all’internazionalismo dei popoli, oppongono una visione corporativa intimamente gerarchica e violenta.
Sempre al carro del populismo si dicono di popolo e sono stati alleati di un miliardario corrotto.
Ma è dalla Francia, si è scritto, di ceti popolati e coltivatori, e perfino ex appartenenti alla classe operaia, che si prepara con la signora Le Pen a sdoganare un prodotto che è made in Italy cioè il fascismo stesso di vent’anni della nostra storia.
Ricomprato e rivenduto nel mercato delle cose vecchie delle ideologie colpevoli assieme a questo liberalismo liberismo ottocentesco che elimina il diritto al lavoro al welfare, rendendo la vita precaria, abbattendo diritti conquistati e conclamati facendo sciocchi favori al padronato per piacere ai poteri forti, e questo è Matteo Renzi l’altro Matteo, quello che fa caricare studenti e lavoratori dalla forza pubblica.


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