venerdì 3 aprile 2015

T.A.M. Cagliari nr.45 # Tonia Erbino "Driver".

T.A.M. Cagliari nr.45 # Tonia Erbino "Driver".

"Dedicata agli antesignani".
 Tonia Erbino


Tonia Erbino: la zavorra bilancia la tendenza dell’assenza di gravità.


Tonia nella tua pittura è fortissimo nel gesto e nel segno il rimando alla corrente espressionista d’avanguardia del secolo scorso, in questo inizio secolo gli artisti sono davanti delle problematiche non molto diverse da quelle che hanno rivoluzionato il linguaggio dell’arte nel secolo scorso?

Gli artisti odierni, si muovono in uno scenario sociale in cui molti mi sembrano i punti di ritorno dell’etica e delle problematiche imperanti nel periodo di diffusione dell’Espressionismo.
L’assenza di ideali e di valori fondanti e il dilagare di una politica vuota, contraddittoria, ridondante, sono solo alcuni degli aspetti comuni.
Gli Espressionisti facevano, inoltre, i conti con lo spettro della prima guerra mondiale.
Gli artisti del XXI secolo secolo, a mio parere, sono chiamati a confrontarsi con un reticolo di ” micro – guerre” non meno deleterie: quasi non definibili e circoscrivibili , conflitti dell’epoca attuale , da localizzati sempre più capillarmente diffusi ed ” improvvisamente” generalizzati, ci trovano, spesso, sgomenti ed impreparati , come gli ultimi avvenimenti di cronaca ci insegnano.

Segno espressionista ma non solo, il tuo spazio pittorico è uno spazio mai messo a fuoco, visioni, sogni, frammenti di mistero, quasi come se concedessi allo spettatore la possibilità di percorrere i tuoi sogni e attraverso di essi il mistero, quanto è faticoso nella tua ricerca artistica questo processo di allontanamento dalla messa a fuoco per rincorrere la narrazione dell’essenza e del mistero della vita?

La fatica e il sacrificio consisterebbero nel censurare e non nell’assecondare questo processo di allontanamento dalla messa a fuoco della realtà , intimamente naturale e fortemente radicato nel mio essere persona ed artista e da te così intuitivamente ravvisato nella mia ricerca artistica.
Mi sono sempre procurata delle zavorre che mi tenessero ancorata al suolo , per compensare una certa tendenza ” all’assenza di gravità ” e tali da creare un legame intimo tra realtà e sovrarealtà .
Quanto della cultura popolare e della filosofia napoletana sospesa tra sacro e profano, tra rito e magia, è presente e determina la tua ricerca artistica?

Sono dotata di una personalità fortemente ibrida.
Intrisa fino al midollo della magia , dell’esoterismo e della religiosità napoletana ma al contempo cosmopolita e dotata di vasti orizzonti, senza limiti o punti di fuga, ristretti ed univoci.
Così definirei me stessa e la mia arte .
Nella terra in cui vivo, il rapporto intimo e misterioso del sacro con il profano, della ritualità e della magia che sembrano sottesi ad ogni cosa , ha permeato profondamente il mio essere e la mia ricerca artistica l’ha assorbito intimamente.

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