DOV’E’ LA DIFFERENZA?
Mi rivolgo a coloro che formalmente si oppongono al napolitanismo, berlusconismo, renzismo, cioè, in poche parole a tutti quelli che, a prescindere dalla loro ideologia di riferimento, formulano condanne sulla base di un criterio d’onestà al di sopra delle parti.
Lo farò con una serie di esempi, anticipando che sono graditi tutti gli argomenti idonei a confutare, su un piano d’obiettività reale ciò che scrivo.
1) L’associazione a delinquere di tipo mafioso classica, ha lo scopo di arricchirsi estorcendo parte dei guadagni a chi lavora onestamente, e lo fa creando una rete estorsiva composta da lestofanti che, pur introitando le briciole dell’affare, sono la base operativa dell’associazione stessa.
2) I nemici di tale associazione sono sia quelli che rifiutano di piegarsi all’imposizione, sia quelli che, pur non essendo vittime dirette, con il loro operato ne contrastano il potere estorsivo.
3) Il delinquente ha, come base “morale” giustificativa a supporto dell’estorsione, la “protezione” delle proprie vittime stesse.
4) L’associazione a delinquere, attraverso la sua base operativa, non disdegnando, però, di spaziare con prebende sostanziose su chi, pur non essendo organicamente collegato ad essa, ha una particolare predilezione all’accumulazione economica, costruisce una rete di complicità, anche culturali, che modificano a suo favore la percezione del sentire comune.
Soprassediamo ora sulla definizione di Stato che ognuno immagina e basiamoci solo sulla realtà.
1) Decisione di attribuire il debito pubblico alla collettività, cioè a chi non ha mai avuto, neanche di riflesso, le ricchezze accumulate grazie alla sua creazione.
Rifiuto di costruire qualsiasi tipo di patrimoniale che sfiori gli interessi di chi si è arricchito e contestuale accanimento verso i redditi da lavoro reale.
Creazione di leggi e regolamenti che permettano di saltare il pizzo alla fonte, cioè non corrispondendolo ai lavoratori e, già che c’erano, ampliandolo.
Donazione collettiva forzata, di circa sette miliardi di Euro, alla struttura tecnica dello strumento dell’Associazione denominato banche.
2) Chi si oppone all’uso spregiudicato che viene fatto dei soldi estorti ai lavoratori, si trova di fronte l’apparato giudiziario poliziesco, nel cui confronto c’è da chiedersi, se davvero non c’è nessuna similitudine, con i picciotti che combattono i nemici della cupola.
Chi, nell’ambito della magistratura, osa far emergere qualche altarino dell’operato sommerso della struttura delinquenziale, è trattato come un paria che merita solo riprovazione. Alcuni, addirittura sono oggetto degli insulti più sanguinosi, come comunista, per es.
3) La spogliazione delle masse lavoratrici è coperta “moralmente” da: lo facciamo per garantire la ripresa e i posti di lavoro! Cioè la variante statale della “protezione” mafiosa.
4) La “buona scuola” è pensata per asservire all’associazione sia le nuove generazioni, sia chi ha il compito di formarle.
Minacce, direttive, occhiolini ammiccanti, corruzione più o meno “legale”, fanno sì che ci sia un apparato gigantesco di media cartacei e televisivi impiegati come cassa di risonanza delle “ragioni” dell’associazione.
La schematizzazione salta a piè pari un milione di altre questioni, ne sono consapevole, ma credo sia sufficiente per porre qualche interrogativo.
Il più importante è relativo al come opporsi a questa situazione.
E’ pensabile immaginare vie traverse come, ad es. la ristrutturazione del debito pubblico, cosa che implica, di fatto, una sua legittimazione?
E’ immaginabile una direzione dello Stato così caratterizzato, che possa mettere in discussione davvero gli interessi dell’associazione a delinquere, con qualche misura comunque compatibile con la stessa?
Cambia qualcosa se il tutto si concretizza attraverso persone che lo fanno per vocazione e non per soldi?
Che concetto di democrazia (e quindi di legalità) sottende uno stato che considera fisiologico qualche milione di disoccupati e qualche milione di pensionati al limite della sussistenza?
La povertà ha una dignità che non può essere svilita dalle “dame di carità”.
Bisogna mettere in condizione, gli oppressi da uno Stato fatto su misura per gli oppressori, perché possano rivendicare il loro diritto, abbandonando ogni residuo del credito accordato alle idee della borghesia e del suo Stato.
Per concretizzare questo obiettivo non ci sono scorciatoie, o ci si organizza prefigurando un Stato in mano agli sfruttati, o hanno ragione le migliaia di persone che lo Stato ha portato al suicidio.
Dispiace, ma tutto il resto è fuffa.
PROPOSTA:
Siccome sono stufo di sentire gaglioffi impenitenti soffiare sull'emergenza emigrazione, propongo di accogliere i migranti consegnando loro un fucile mitragliatore e lasciandoli liberi d'andare dove vogliono.
Farebbero meno danni della merda incravattata che imperversa in televisione.
MALALA:
Gli aggressori della ragazzina pachistana, ridotta in fin di vita, per aver scelto di studiare, e per questo insignita del Nobel per la pace, sono stati liberati!
I dieci, processati a suo tempo a porte chiuse da un tribunale militare pachistano e che s'immaginava fossero ad espiare, per 25 anni, sono stati liberati alla chetichella contando sulla complicità degli alleati, fra cui l'Italia, e sul silenzio della stampa "libera".
GRAMELLINI L’ANTIRAZZISTA:
Così va la vita, c’impieghi anni (e qualche centinaia di metri di corsivi), per farti l’immagine dell’illuminato, politicamente corretto, incorrotto censore della corruzione, e poi basta un niente e piombi dall’altra parte.
Stamane l’ineffabile, nel suo “buongiorno” castiga il magistrato che ha ridato la libertà ad uno dei fratelli rom ormai famosi.
Per farlo s’improvvisa magistrato, a sua volta, rendendo nota una versione dei fatti congeniale a sé stesso, saltando a piè pari l’inchiesta della magistratura romana.
Sotto il titolo “Diritto romano” improvvisa un concetto del Diritto che, a suo dire, non fa che dare armi all’ondata razzista.
Caro dotto, uno come te, dovrebbe sapere che ciò che proponi è una versione “giudiziaria” della legge di Lynch.
E’ questo che vuoi?
Le inchieste nelle mani degli scribacchini e la Legge piegata alle esigenze della parte peggiore del paese?
Lascia fare, la Legge in mano al popolo è un’altra cosa, e, se è per questo, anche il popolo è un’altra cosa.
Tu stai semplicemente camminando nel sentiero cosiddetto benpensante, sì, quello che condanna il razzismo più rumoroso e copre il razzismo strisciante, senza il quale l’altro non esisterebbe.
Mi rivolgo a coloro che formalmente si oppongono al napolitanismo, berlusconismo, renzismo, cioè, in poche parole a tutti quelli che, a prescindere dalla loro ideologia di riferimento, formulano condanne sulla base di un criterio d’onestà al di sopra delle parti.
Lo farò con una serie di esempi, anticipando che sono graditi tutti gli argomenti idonei a confutare, su un piano d’obiettività reale ciò che scrivo.
1) L’associazione a delinquere di tipo mafioso classica, ha lo scopo di arricchirsi estorcendo parte dei guadagni a chi lavora onestamente, e lo fa creando una rete estorsiva composta da lestofanti che, pur introitando le briciole dell’affare, sono la base operativa dell’associazione stessa.
2) I nemici di tale associazione sono sia quelli che rifiutano di piegarsi all’imposizione, sia quelli che, pur non essendo vittime dirette, con il loro operato ne contrastano il potere estorsivo.
3) Il delinquente ha, come base “morale” giustificativa a supporto dell’estorsione, la “protezione” delle proprie vittime stesse.
4) L’associazione a delinquere, attraverso la sua base operativa, non disdegnando, però, di spaziare con prebende sostanziose su chi, pur non essendo organicamente collegato ad essa, ha una particolare predilezione all’accumulazione economica, costruisce una rete di complicità, anche culturali, che modificano a suo favore la percezione del sentire comune.
Soprassediamo ora sulla definizione di Stato che ognuno immagina e basiamoci solo sulla realtà.
1) Decisione di attribuire il debito pubblico alla collettività, cioè a chi non ha mai avuto, neanche di riflesso, le ricchezze accumulate grazie alla sua creazione.
Rifiuto di costruire qualsiasi tipo di patrimoniale che sfiori gli interessi di chi si è arricchito e contestuale accanimento verso i redditi da lavoro reale.
Creazione di leggi e regolamenti che permettano di saltare il pizzo alla fonte, cioè non corrispondendolo ai lavoratori e, già che c’erano, ampliandolo.
Donazione collettiva forzata, di circa sette miliardi di Euro, alla struttura tecnica dello strumento dell’Associazione denominato banche.
2) Chi si oppone all’uso spregiudicato che viene fatto dei soldi estorti ai lavoratori, si trova di fronte l’apparato giudiziario poliziesco, nel cui confronto c’è da chiedersi, se davvero non c’è nessuna similitudine, con i picciotti che combattono i nemici della cupola.
Chi, nell’ambito della magistratura, osa far emergere qualche altarino dell’operato sommerso della struttura delinquenziale, è trattato come un paria che merita solo riprovazione. Alcuni, addirittura sono oggetto degli insulti più sanguinosi, come comunista, per es.
3) La spogliazione delle masse lavoratrici è coperta “moralmente” da: lo facciamo per garantire la ripresa e i posti di lavoro! Cioè la variante statale della “protezione” mafiosa.
4) La “buona scuola” è pensata per asservire all’associazione sia le nuove generazioni, sia chi ha il compito di formarle.
Minacce, direttive, occhiolini ammiccanti, corruzione più o meno “legale”, fanno sì che ci sia un apparato gigantesco di media cartacei e televisivi impiegati come cassa di risonanza delle “ragioni” dell’associazione.
La schematizzazione salta a piè pari un milione di altre questioni, ne sono consapevole, ma credo sia sufficiente per porre qualche interrogativo.
Il più importante è relativo al come opporsi a questa situazione.
E’ pensabile immaginare vie traverse come, ad es. la ristrutturazione del debito pubblico, cosa che implica, di fatto, una sua legittimazione?
E’ immaginabile una direzione dello Stato così caratterizzato, che possa mettere in discussione davvero gli interessi dell’associazione a delinquere, con qualche misura comunque compatibile con la stessa?
Cambia qualcosa se il tutto si concretizza attraverso persone che lo fanno per vocazione e non per soldi?
Che concetto di democrazia (e quindi di legalità) sottende uno stato che considera fisiologico qualche milione di disoccupati e qualche milione di pensionati al limite della sussistenza?
La povertà ha una dignità che non può essere svilita dalle “dame di carità”.
Bisogna mettere in condizione, gli oppressi da uno Stato fatto su misura per gli oppressori, perché possano rivendicare il loro diritto, abbandonando ogni residuo del credito accordato alle idee della borghesia e del suo Stato.
Per concretizzare questo obiettivo non ci sono scorciatoie, o ci si organizza prefigurando un Stato in mano agli sfruttati, o hanno ragione le migliaia di persone che lo Stato ha portato al suicidio.
Dispiace, ma tutto il resto è fuffa.
PROPOSTA:
Siccome sono stufo di sentire gaglioffi impenitenti soffiare sull'emergenza emigrazione, propongo di accogliere i migranti consegnando loro un fucile mitragliatore e lasciandoli liberi d'andare dove vogliono.
Farebbero meno danni della merda incravattata che imperversa in televisione.
MALALA:
Gli aggressori della ragazzina pachistana, ridotta in fin di vita, per aver scelto di studiare, e per questo insignita del Nobel per la pace, sono stati liberati!
I dieci, processati a suo tempo a porte chiuse da un tribunale militare pachistano e che s'immaginava fossero ad espiare, per 25 anni, sono stati liberati alla chetichella contando sulla complicità degli alleati, fra cui l'Italia, e sul silenzio della stampa "libera".
GRAMELLINI L’ANTIRAZZISTA:
Così va la vita, c’impieghi anni (e qualche centinaia di metri di corsivi), per farti l’immagine dell’illuminato, politicamente corretto, incorrotto censore della corruzione, e poi basta un niente e piombi dall’altra parte.
Stamane l’ineffabile, nel suo “buongiorno” castiga il magistrato che ha ridato la libertà ad uno dei fratelli rom ormai famosi.
Per farlo s’improvvisa magistrato, a sua volta, rendendo nota una versione dei fatti congeniale a sé stesso, saltando a piè pari l’inchiesta della magistratura romana.
Sotto il titolo “Diritto romano” improvvisa un concetto del Diritto che, a suo dire, non fa che dare armi all’ondata razzista.
Caro dotto, uno come te, dovrebbe sapere che ciò che proponi è una versione “giudiziaria” della legge di Lynch.
E’ questo che vuoi?
Le inchieste nelle mani degli scribacchini e la Legge piegata alle esigenze della parte peggiore del paese?
Lascia fare, la Legge in mano al popolo è un’altra cosa, e, se è per questo, anche il popolo è un’altra cosa.
Tu stai semplicemente camminando nel sentiero cosiddetto benpensante, sì, quello che condanna il razzismo più rumoroso e copre il razzismo strisciante, senza il quale l’altro non esisterebbe.
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