venerdì 31 ottobre 2014

"DUE GIORNI DOPO" di G Angelo Billia

Se questi scioperi , così tempestivi, ma pur sempre locali, fossero stati nazionali, al momento in cui il primo posto di lavoro è stato messo in discussione, Renzi-Napolitano e il padronato non avrebbero avuto qualche problemino in più a fare ciò che vogliono? Va bene che oggi ha preso una manganellata, ma Landini era segretario anche quando le manganellate le prendevano altri.

DUE GIORNI DOPO  di G Angelo Billia

Dunque, sciopero generale FIOM a novembre, concertazione fra sindacati (rigorosamente istituzionali) e la Polizia, per la gestione “della piazza”.
A corollario Camusso chiama il Governo a ripensarci: 

"senza di noi (le dirigenze sindacali), non ci riuscite a fare quel che volete. 
Non la sfiora il fatto che la maggior parte del progetto annientamento diritti è già passato grazie anche alle sue scelte".
Intanto Renzi incontra il Napolitano del: "giusto ciò che si fa, ma bisogna fare altro".
Là dove altro vuol dire che, il regime deve andare fino in fondo nella svendita dei diritti dei lavoratori e nel processo di annientamento delle garanzie democratiche.
Nel clima del vogliamoci bene perché tanto facciamo ciò che vogliamo, Renzi “concede” un incontro, che chiederà al burocrate europeo capo, cioè la Merkel, per definire quanti lavoratori si licenzieranno nel bel paese.
Il tutto avviene mentre l’ISTAT, con gli eufemismi abituali, comunica che il 28% degli italiani è sulla strada che conduce alle mense di carità.
Si rendono evidenti alcune questioni, implicitamente contenute nel quadretto appena delineato.
La dirigenza dei sindacati istituzione, si appresta ad assumere il ruolo di cane da guardia del regime, in modo formale, accollandosi anche il cosiddetto ordine pubblico. 

La cosa avverrà nel modo più tradizionalmente consono a siffatti dirigenti, strumentalizzando i lavoratori. 
Se non fosse così non si spiegherebbe l’annuncio odierno dello sciopero generale nazionale, sciopero che doveva essere indetto anni fa, non appena è divenuto chiaro ciò che stava accadendo sul fronte della ristrutturazione capitalistica, di fronte alla quale, invece, la triade non ha trovato di meglio che rendersi garante con l’accordo sulla rappresentanza.
Questo modo di procedere “sindacale” consegna al regime, mani e piedi legati, centinaia di migliaia di lavoratori, che a questo giochetto concertativo non ci stanno. 

E’ evidente che il controllo della piazza concertato diviene una priorità, soprattutto quando ad occuparla saranno propaggini di quel 28% messo dal regime ai margini della vita.
Non servono profeti per prevedere ciò che accadrà: tutto ciò che sfuggirà al viatico confederale in termini di gestione di ulteriori ridimensionamenti occupazionali, di riduzioni di salario e quant’altro, finirà nel tritacarne della repressione più dura, fino a che, pacificate le ribellioni, il regime avrà mano libera anche con gli illusi affidati alle cure della dirigenza sindacale. 
Tranquilli, non è la prima volta che vediamo dirigenti dei lavoratori passare armi e bagagli dalla parte dei padroni. 

L’importante è ricordare come sono finiti storicamente.




MIRACOLO!

Il governo del regime, attraverso il Sig. Polletti (ma non solo), è stato toccato dalla grazia divina. Risultato: anche la matematica si piega alla legge del padrone.
Per voi, inetti comuni mortali, uno più uno fa due, non per lui e chi come lui è stato unto. Per loro uno più uno fa due meno meno.
Così si spiega l’aumento della disoccupazione e degli occupati.
Ecco l’arcano: “i disoccupati sono aumentati solo perché sono diminuiti quelli, sempre disoccupati, che non cercavano neppure più lavoro”.
I tapini, nella loro astuta dabbenaggine, non si rendono neppure conto di smascherare i ritocchi arbitrari al ribasso sul numero dei disoccupati reali.
Va tutto bene, un regime come questo non può puntellarsi ad altro che alla metafisica per giustificarsi.

BASTARDO!

Perdonatemi, non eccedo quasi mai, ma quando ci vuole…
Dunque, Barroso, noto microcefalo al servizio del capitale europeo, nonché ispiratore dei microcefali nostrani, a commento dell’accordo per la fornitura di gas russo all’Ucraina ha detto: “nessuno in Europa avrà motivo di stare al freddo quest’inverno”.
Ha omesso di dire: a parte quelli che non se lo possono permettere, in Italia il 28% della popolazione, sempre ammesso che i numeri non siano stati manipolati al ribasso.
Datemi pure dello scurrile.


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