martedì 28 ottobre 2014

E DICIAMOLO PER UNA VOLTA! di G Angelo Billia

E DICIAMOLO PER UNA VOLTA!

A proposito della testimonianza di Napolitano in merito alla trattativa Stato-Mafia, forse è ora di smettere la rabbia e ragionare. Personalmente leggo questa vicenda, per come è stata gestita e commentata sino ad oggi, come uno specchietto per le allodole. 

La questione è ininfluente, per qualsiasi ipotesi di svelare questioni sottobanco, in cui eventualmente fosse stata coinvolta la persona, per il semplice fatto che sarebbero comunque indimostrabili.
Al contrario sta servendo allo scopo di sollevare un polverone sulla dignità nazionale ferita, nella figura del massimo rappresentante del paese, nonché garante della Costituzione. 

Già… Garante-della-Costituzione.
Personalmente sono dell’opinione, e sono certo di non essere solo, che la manfrina serva a mettere la sordina a ben altro, peraltro sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere.
Il Presidente è stato rieletto e, anche se la cosa non è espressamente menzionata nella carta costituzionale, in spregio alla consuetudine e allo spirito stesso della Carta, costruendo così un precedente la cui pericolosità antidemocratica è tangibile anche nell'immediato.
Il Parlamento, costituzionalmente delegittimato, essendo composto da nominati anziché da eletti, dopo aver rieletto il Presidente, continua, nella sua copertura, alle decisioni assunte dal pregiudicato Berlusconi e dallo scout di provincia, nominato dallo stesso Napolitano, senza, ovviamente, come da tradizione consolidata durante i mandati di Napolitano, passare per le urne.
Nonostante l’illegittimità parlamentare, l’opera di svuotamento democratico dello stesso continua con ricorsi insistenti al voto di fiducia, svuotandolo anche della prerogativa di discutere le leggi.
La Costituzione, durante la presidenza Napolitano, non solo non è stata applicata per la parte sempre ignorata, ma addirittura è soggetta all’erosione della parte restante, applicata o parzialmente applicata in passato.
In un paese normale, non comunista, per carità, normale, dove la legge costituente dello stesso viene regolarmente dileggiata ad opera delle istituzioni, il Presidente non dovrebbe rispondere ai legali di Riina, ma dovrebbe essere chiamato a rispondere per attentato contro le basi democratiche dello Stato. 

E’ mia convinzione che questo reato sia stato commesso e per questo reato penso convintamente che dovrebbe essere prevista anche la pena capitale.
Invece assisto impotente alla barbarie di fior d’intellettuali, di tutte le tendenze, uniti come un sol uomo per costruire l’immagine oltraggiata di una democrazia inesistente.
Ma c’è anche chi gioisce, come se una semplice testimonianza fosse un surrogato di ben altro processo. 

Attenzione, perché l’infantilismo permette punti d’incontro a volte impensabili, col qualunquismo.


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