TAVOR
GENERATION da Facebook, anno 2010
GENERAZIONE TAVOR - MALA VIDA!
Ripercorri il tuo passato e scopri quei conflitti che per
sopravvivere ti costringono ad indossare una corazza, senza il tuo passato il
tuo futuro non esiste, come un albero cresci in alto con le tue radici che si
spandono nel profondo della terra, il tuo passato è scritto ed è segnato sul
tuo corpo e come lo muovi.
Ti affermi, ma non trovi presuntuosa ed eretica la
messa in dubbio di tutto ciò che affermi,
pensi che quello che affermi si
ferma alla tua persona, questo forse ti rende indipendente.
Quello che
sostieni l'hai provato e calibrato su di te, non diresti agli altri ciò che non
dici prima di tutto a te; la ferita non ti ha mai spezzato e non hai poi una
paura cosi irrazionale per il dolore, quando cedi per sfinimento al dolore
arrivi a comprenderne la tensione e questo ti provoca sollievo.
Abiti la tua
vita nel tuo corpo e per questo non lo remprimi limitandone l'autoespressione.
La tua avventura? La scoperta di te; la tua terapia? Il viaggio dentro di te,
un viaggio fatto di pericoli e rischi nel tuo passato, un passato superato,
forse dimenticato ma che tranquillo non è stato, altrimenti dove le hai
rimediate quelle cicatrici?
Non difendi il tuo io negando, non lo difendi
proiettando, colpevolizzando o sfiduciando, lo difendi razionalizzando ed
intellettualizzando ma solo quando ti sforzi d'essere presente.
Ti armi della
tua rabbia cercando di egosintonizzarla ma mentre mantieni la difesa di te
rischi di divenire il limite del tuo vivere.
TAVOR GENERATION - ROCKWOLL (ELECTRO CARDIOGRAM)!
Non ti piace la
diacronia, preferisci pensare ad oggi piuttosto che a ciò che è stato ieri, la
storia è statica come lo storico, il dato di fatto non è mai un semplice fatto!
Non ti fidi di certa storia, una nozione dubbia, una informazione di parte
priva di arte, preferisci alla storia il mito; il mito è sostituibile ed
intercambiabile, c'è un mito per ogni occasione, solenne nella sua frivolezza
che gli conferisce una densità di significato, cerchi di essere come il tuo
mito del momento.
Il provvisorio mito di riferimento ti solleva dall'ideale e
non ha lotte di classe da sbandierare, semplicemente lotta con qualche peccato
consumistico da farsi perdonare, attraverso di lui non comprendi che la tua
originalità è nella tua falsa povertà che inventa un modo di essere dove
l'essere non c'è!
Rifiuti il perbenismo borghese cosi come l'ideale
sinistorso, fuggi via da impegni politici ed ideali sociali, non credi a chi
nel dettato t'impone di scrivere della differenza tra rossi e neri.
Credi
nella rete come espressione artistica del gesto umano, sai però che le tue
performance linguistiche sono destinate al fallimento, in fondo sono
pronunciate semplicemente da te che non hai il potere di realizzarle, non hai
il diritto riconosciuto dai tuoi interlocutori quando pronunci i tuoi discorsi.
Non riesci a capire che non puoi agire a titolo personale, agisci sul serio
solo se sei un depositario delegato.
Sei istintuale, inconscio, autoritario ed
estemporaneo, proprio come un fottuto muso giallo potresti essere in ogni dove.
Il popolare, il santino e la figurina ti hanno circondato e vegliano su di te,
tutto su di te ed intorno a te è pubblicità ed autopubblicità, tutto cerca di
attirare la tua attenzione e di prolungarne l'effetto e tu con tutto cerchi
d'attirare l'attenzione su di te e di prolungarne l'effetto, tutto è altamente
popolare come te, niente distinzione di classe, tutto è iconograficamente alla
portata del potenziale fedele, tutto è arte creata per il tuo popolo ed è
accettabile dal grosso pubblico, tutto meravigliosamente nuovo e replicabile, questo
è il tuo zeitgeist, buona fortuna se non credi più a niente e ti sta bene cosi.
GENERAZIONE TAVOR: REQUIEM FOR A DREAM!
Critichi il tuo consumo perché è il tuo feticcio, lo accusi dei
tuoi danni fisici, psichici, etici, economici ed estetici; non hai molti dubbi:
il tuo mondo è basato sul tuo stimolo al consumo!
Cosa succederebbe se tu
smettessi di desiderare di consumare? Stop agli acquisti ed anche alle
produzioni, questo, solo questo ti rende indispensabile.
Sei uno schiavo che
consuma in base al suo potere d'acquisto, patologico e compulsivo, incapace di
capire sul serio quali sono i suoi bisogni primari.
Tenti di recuperare un
minimo di equilibrio, limite e misura, sei incastrato in un presente eterno e
mostruoso che non crea ed alimenta memoria, il passato è un peso da rimuovere,
ti intralcia verso i sentieri di altre esperienze.
Sei anestetizzato,
assuefatto ed eticamente corrotto e corretto da quella estetica sintetica che
pensi di riuscire a rifiutare.
Subisci il potere del simbolo ma il simbolo che
cosa è se non qualcosa che sta al posto di qualcosa d'altro? Non riesci proprio
a capire che a te manca qualcosa d'altro? Cosa ti manca?
Il tuo feticcio è il
tuo degrado, senza il tuo deterioramento non ne avresti bisogno, ti sfaldi in
un presente che non vede futuro prigioniero di un mostruoso quotidiano che ti
eclissa, regredisci verso uno stato sempre più primitivo allontanandoti dal tuo
stato di creativo.
Dimentichi spesso che ciò che ottieni con facilità non è
prezioso e forse per questo non ha neanche prezzo e che il prodotto che subisci
non è un tuo progetto!
Popolare non sei e non sai se sia un qualcosa
"del" o "per" il popolo, ti distingui? Non lo sai, snobbi
lo stesso concetto di distinzione, la distinzione è perniciosa.
Ti ricordi la
tua adolescenza? Anni ottanta, allevato da mode e manierismi di costume, da
ideologie edonistiche collettive e da un tuo look in cerca di definizione!
Buono e bello o brutto e cattivo non sono distinguo che ti appartengono: segui
ed insegui la moda!
TAVOR GENERATION - RELAX (DON'T DO IT!)
GUARDATE I VOSTRI
FUTURI CARNEFICI!
Sei contro la beffa ed i trend culturali, musicali, artistici ed
industriali, hai la consapevolezza che il mercato funziona secondo il
principio: si muove? Vendilo!
Ascolti artisti che, come dicevi tu, dicono di
altri artisti che sono dei venduti, ti ricordano i militanti dei centri sociali
che hai frequentato quando sostenevano che i sindacati vendevano gli scioperi
(non è vero?).
Vedi eroi ed anti-eroi concorrere nel farla spuntare
all'industria culturale, penso al tempo in cui hai rifiutato tutto questo per
ritrovarti perso.
Come ti vedono? Un pazzoide diffusore di parziale anarchia a
denominazione ed origine controllata?
Non distingui tra cortei anarchici e
manifestazione di sinistra se non per il colore, pillola rossa o pillola nera?
Intanto perdi smalto, diventi indistinto tra i tuoi coetanei, rimani nel
branco e sei vittima, estendi il tuo richiamo e sei vittima lo stesso: i media
ti impediranno di farlo!
Trovi sentimentale l'approccio popolare da soap
opera, la tua soluzione è l'auto organizzazione individuale e la documentazione
della tua azione, autoproduci analisi che partono dalla tua vita non sai quanto
vissuta sul serio.
A fasi alterne realizzi e sopprimi, sono le tue due marcie
che ti consentono di superare l'arte, utopicamente sorpassando l'arte cerchi
d'intervenire in ogni ambito della tua vita, questo ti porta a non sentenziare
la tua scomparsa prima di venire disintegrato.
La tua identità? Non la trovi
nell'apparizione, in una società occidentale involuta come la nostra apparire
vuole dire la normalità.
Non ti piace lo shock per marcare la differenza tra
te e gli altri, hai imparato a coltivare il tuo tempo con la consapevolezza che
l'iconoclasta ha un tempo limitato.
Sei crivellato dalle contraddizioni, sei
un formaggio svizzero, vedi nascere molti come te, come sei stato, non riesci
più ad inseguirli e documentarli nel tempo, tutti maledettamente uguali a te,
ma pecché?
Sei solo l'onda di un movimento che non riesce più a creare
movimento con il suo gruppo.
Assisti alla tua storia ed a come diventa merce,
la tua storia che ti sembrava in conflitto con un altra storia diventa storia
di seconda mano per il mercato dell'usato culturale.
La tua arte? Soltanto una
religione secolare che funge da giustificazione universale per la
stratificazione sociale e culturale, tuo malgrado sei la malta sociale della
cultua comune ed impedisci a chi è diverso da te di entrare nel regno dei
cieli.
Il futuro? Nel milleseicento la religione ha smesso di diventare uno
strumento di trasformazione sociale, con la seconda guerra mondiale la politica
ha smesso anche lei i panni del cambiamento, il tuo futuro è solo nella tua
marginalità, cosi come il tuo presente!
Non ti sforzi di risolvere le tue
contraddizioni, neanche ci provi, sei al lavoro al servizio di un disordine
ignoto.
GENERAZIONE TAVOR - XANTUR!
Ti senti un cultural worker, uno che disperde sul web idee e
nello spazio oggetti che traggono il loro senso dall'abbandono e l'interazione
nello spazio.
Il tuo risvolto pubblico è nella documentazione di ciò che sei e
che fai in forma di appunti, foto ,note e video; il tuo lavoro sul web gira il
mondo da fermo a prezzi contenuti, ogni tua protesi fa parte del tuo network.
Documenti le tue performance dove si perde il confine tra arte e vita, le
documenti per dare identità a ciò che altrimenti giacerebbe in clandestinità,
cercando d'indicare un futuro dove l'arte non sia più una entità separata dalla
vita, almeno nel tuo futuro.
Insisti e persisti ma sai che da un punto di
vista materiale la tua non è arte, la natura democratica e didattica dei tuoi
concetti è in opposizione all'elittismo dell'arte della classe dominante, in
fondo quanti sono gli artisti come te? Migliaia? Milioni?
Sei solo una
molecola di un fenomeno diffuso che per certa critica è solo confuso e la cosa
forse non ti dispiace, chiamare un uomo artista che cosa vuole dire? Negare ad
un altro uomo il pari dono e diritto della visione?
Non hai fede nella tua
identità? Può solo portarti ad una miseria senza fine, forte della propria
identità ci si isola e si sognano e vedono vite di altri uomini più
interessanti della propria.
Cambi il tuo mondo rinunciando alla tua arte,
donandola agli affamati.
Non sei un artista? Ovvio, altrimenti saresti
mercificato dalla borghesia, per questo non puoi vincere, l'arte non morirà in
quanto processo sociale, vivi una società capitalistica e le società
capitalistiche producono arte, le società non capitalistiche non la producono.
GENERAZIONE TAVOR - CARMELA, BOMBA INTELLIGENTE!
Sei un multiplo e lo sai, sai però anche di avere un contenuto
leggermente diverso, ti senti quasi un inconsapevole oggetto o prodotto,
prodotto da chi? Prodotto come? Prodotto perché?
Sei un pò fortunato perché la
tua tendenza estetica compensa la tua ruvidezza politica che non ha nulla di
poetico.
L'arte per te? Un prodotto indipendente dal godimento dei più, non
riesci però a spiegarti con la ragione perché ti aspetti di essere valutato e
riconosciuto proprio in base a quel godimento plebiscitario che tanto rifiuti.
Elabori cosi una tua estetica del vomito, del rigurgito, della repulsione, del
lancio di uova rivolto sempre a chi ha la colpa di non essere te, sei uno
psicoperformer che cerca di dormire con un fucile sotto il cuscino, non conosci
altra terapia contro l'irrazionale ideologico che ti ha indotto il capitale,
esisti solo in quanto macchina bellica egoistica ed edonistica, ti attrae la
perversione ma l'unico mezzo che hai per affrontarla è la tua repressione!
TAVOR GENERATION: OPEN YOUR EYES!
Hai poco ed ottieni, hai molto e ti fondi confondendo, metterti
in mostra non ti rende illustre, ti illustra ma non ti lustra.
Vanto non vuole
dire successo, ti muovi su effetti che sembrano scaturire spontaneamente e
privi di causa, in realtà sono dettate da disposizioni e dispositivi preparati
in precedenza, l'effetto di te si dispiega da solo, si lascia che accada, il
vuoto si riempie e l'effetto della tua causa si dirama e richiama.
Non credi
nell'artista maschio geniale solo perché esprime una sensibilità femminile, non
credi nell'eroico che mostra tratti femminili e relega la donna in posizione di
subordine; non credi nell'ossessione del concetto d'innovazione , sai bene che
riflette lo spreco immanente di un sistema strutturato sull'obsolescenza pianificata
e mai sposata e superata.
Credi che l'esercizio della libertà sia insito nella
distruzione dell'idolo, provochi per intaccare gli entusiasmi unanimi e
servili, sei testimone diretto dell'incomprensione costante tra gli estremisti
e coloro che non lo sono più, non sai bene se sei un estremista o non lo sei
più.
Resisti alla malattia del secolo: LA BANALIZZAZIONE BILATERALE
DEL TUTTO!
T
utti si muovono sotto ipnosi alla conquista del comodo
scacciapensieri materiale e morale; cerchi di non essere solo una ossessionante
immagine dell'immediato che viaggia solo attraverso il web!
TAVOR GENERATION - ROAD TRIPPIN' (LIVE)
Non sei un pittore, non potresti neanche volendolo, hai
disfatto la tua pittura, hai dipinto solo per sondare la possibilità di
rappresentazione della tua realtà che ora sai essere oltre la bidimensionalità.
Certo, la pittura ti ha guidato verso questa esplorazione ora fuori controllo,
poi (giustamente) ti ha abbandonato.
Ti muovi spaesato e coltivi la tua
immagine, la tua immagine è tutto il tuo potere, ti rassomiglia senza
somigliarti ma non puoi escludere che possa avere le tue sembianze, è lei il
lasciapassare per il tuo mondo, certo non ti da un potere di conseguimento (una
immagine non può mirare a nulla) e di costrizione (una immagine non può
forzare), la tua immagine ti conferisce però il potere della pregnanza, della
influenza, della inassegnabilità e della inesauribilità.
L'immagine che
ricorda le tue sembianze si espande senza fine, accoglie solleciti e si
arricchisce, continui schizzi la ridefiniscono.
Questo è il motivo per il
quale sei incompiuto, disinvolto e trascurato, lo mostri con piacere insolente
e ti gongoli nel non definito per tendere all'infinito, concludere vorrebbe
dire nel tuo universo uccidere, non sopporteresti di perderti nella certezza
dell'assunzione di te.
La tua incompiutezza ti allerta, chi ti loda in fondo
lo sai ti deride, la fine di un processo non è la conclusione di esso, quello
che è fatto non è finito ed il finito non è fatto, per questo rinunci alla tua
etichetta per apparire come opera e ti abbandoni invece di ostentarti per
essere opera.
Il tuo processo è la ragione di te!
GENERAZIONE TAVOR - E SE DOMANI!
Non ti piace chi esita nell'avanzare, non ti piace
l'indecisione, non ti piacciono le faccie inespressive, non ti piace chi vive
immaginando di essere attaccato da ogni lato, non ti piace chi mostra di essere
allertato senza sapere bene da che parte girarsi, non ti piace chi è privo di
segni.
Non cancelli, cancellare vuole dire ritrarsi e tu non ti temi, non più,
eviti la chiarezza, la chiarezza e la nitidezza distinguono e separano; ti fidi
del potere della tua intuizione accordato dalla mente, in fondo chi l'ha detto
che mente?
Sei non presente, una atmosfera diffusa, disseminata, dispersa ed
inafferabile, la tua presenza isola e forse influenza, non ingombri ma avvolgi.
Sei vento evanescente oltre il limite del sensibile.
Generazione Tavor - Road Tripping!
Non sei mimetico, ti concepisci taoista, ti rappresenti per
tornare alla sorgente del fenomeno della tua figurazione che fa scaturire la
tua realtà.
Rispetti la tua informe capacità recettiva prima che le forme ti si
impongano, la tua ricezione la dispieghi e la tua forma esiste, emerge il tuo
visibile dal fondo invisibile di te.
Ma tu esisti sul serio? Esisti se
provieni, la provenienza ti fa emergere dal fondo indifferenziato, altrimenti
come potrebbero individuarti?
Sei un pozzo senza fondo da cui tutto emerge e
dove chi ha toccato il fondo s'immerge!
Sei un configurato senza
configurazione, una immagine priva di particolari, qualcosa di evanescente che
lascia essenza, sei privo di forma ma non informe, non sei contemplabile ma da
scrutare nella tua infinita configurazione del possibile.
Sei una forma non
chiaramente percepibile, ma come cazzo sei? Chi cazzo sei? Niente e nessuno,
sei il meravigliosamente naturale che fa comunicare, non hai limite di
specificità, chi ti codifica ti forza!
Generazione Tavor – Snow!
Non sei vecchio, non sei giovane, non sei neanche di mezza età,
non trotti e non galoppi, lavori incondizionatamente sbarrando la porta agli
altri che non ti vorrebero fare lavorare; non vorresti neanche studiare e non
desideri farlo, vuoi solo il tuo limbo vegetativo, ti è dovuto.
Vivi lungamente
in degenza tra le tue pareti domestiche, in fondo senti l'impossibilità
dell'autonomia, l'autonomia è impossibile, inapplicabile, utopica e
frustrante.
Le tue competenze? A cosa servono se sei privo di forze? Sei un
uomo medio, accetti tutto in silenzio ed ostenti una forza ed una personalità
che non hai solo attraverso il web, stai male me ritieni e proclami di stare
benissimo, altrimenti a cosa servirebbe la parola?
GENERAZIONE TAVOR - LAVORARE STANCA!!!
Le tue stagioni sono il quadro d'insieme che ti serve a
determinare le cose, convivi però con difficoltà con la memoria; il passato
appesantisce troppo il tuo presente, si ritiri il passato dato che non è
essente e fai fatica a tenerlo presente.
Sei circondato da icone che ti rendono
visibile, cosi visibile da arrivare a cancellarti, nasconderti e coprirti alla
vista, anche alla tua, sei un puntino tra la massa che non si mostra; non è un
problema però: detesti il superficiale ed anche il manifesto.
Sei legato
all'invisibile e questo ti spinge verso il tuo limite, hai la patente della
latenza ma nonostante questo anche tu ti manifesti.
Sei in grado di nascondere
per questo non hai nulla da celare, sai che manifestarsi senza nascondere nulla
è debole e superficiale, non ti piace neanche chi nasconde senza saperlo fare,
non t'interessa, quando ti specchi non t'interessa.
Il nascosto è la tua
chiave interiore, il pozzo senza fondo dove c'è il magnete che ti libera dallo
sterile, nel privo di fondo c'è la tua pregnanza.
Nella rete, nell'interconnessione
e nella confusione la tua presenza spicca per assenza e spicchi nella
confusione, ritrovi la sorgente del tuo segno originario.
TAVOR -
Stokholm syndrome
Il caos del tuo fenomenico caso non trova pace nel tuo
processo, questo digitale riproduce solo pattern visuali di rappresentazioni
effimere del mondo, rinforza il caso di ogni suo prodotto.
Sei un compromesso
tra il caso naturale e la tua formalizzazione di esso, una falsa notizia fatta
e subita.
Non trasformi la tua opera in merce, la merce sei già tu, c'è chi ti
compra, chi ti vende e ti svende a tua e sua insaputa, la tua spiritualità la
consideri un bene reale da potere mercificare, sei esonerato dal compito di
produrre ma per farlo ti sopprimi, sei un opera solo quando non operi.
Il
linguaggio non è il tuo mezzo è il tuo fine, la tua parola viaggia in rete ed
entra nelle case altrui, gratuitamente, l'asservi alle brutalità eteronome del
caos emotivo, sociologico ed economico.
Ti esponi all'avventura del caso,
della merce e della contaminazione, sovverti la natura e la struttura
dell'oggetto te, sei irriproducibile.
GENERAZIONE TAVOR - LUCKY MAN!
Ti formi solo quando sconfini dalla tua forma ed accetti la
tua informità, esisti se prevarichi sul momentaneo limite, non puoi essere
scuola se vuoi fare scuola, non sai fare il gioco di chi vorrebbe il contrario,
non dici ma lasci dire, non fai e lasci fare.
Il tuo è un movimento emotivo
fatto di un insieme disordinato di sensorialità.
La tua capacità
d'elaborazione pregiudica te, l'intellettualizzazione ti rende sofisticato e
complesso, inchiodato ed inebetito nel tuo corto circuito.
Sei amorale e senza
limite, questo ti accomuna ad i predatori cui non vorresti somigliare, non sai
se sei un politico che fa l'uomo o un uomo che fa il politico, sei il dittatore
del tuo spirito che a volte non ascolti, in cuor tuo sei un vigliacco ed un
criminale, un ladro ed un devastatore e per questo non reclami giustizia, la
giustizia è l'anticamera dell'odio verso il diverso da te e tu sei diverso da
tutti.
Resti tranquillo e non ti lanci in azioni nocive rispetto alla ricerca
del nuovo, cerchi il nuovo vestito d'indifferenza.
TAVOR: Ciao amore, ciao!
Rifiuti con decisione la beatificazione e la glorificazione
dell'ipermodernità, essere interconnessi globalmente su questo pianeta terra ti
da la sensazione che lo spazio sia qualche cosa di lontano; nonostante tutto
credi che il mondo che configuri come reale esista sul serio, a peso morto ti
getti tra le fiamme, sei oltranzista e per questo oltraggioso; cinico ed
isterico, un frammento del grande caos sociale, etico e morale che
circondandoti ti influenza.
Non sei giovane, non più, sei spaesato ora che la
tua definizione non passa più soltanto per la semplice contraddizione del
vecchio; sei un Hitler che vorrebbe liberare l'arte dalle parole vuote.
Accarezzi il sogno dell'unità che passa per la negazione delle etichette, non
lo realizzerai e lo sai.
La proprietà è quella cosa che unisce capitale ed
operai, che porta gli operai a lavorare e scioperare per il capitale, rifiuti
il concetto di proprietà non desiderando quello che non hai.
HATE SPEECH - GENERAZIONE TAVOR!
In fondo, lo sai bene, sei soltanto, semplicemente una serie di
circostanze a cui tenti di dare e ridare un senso compiuto, sei solo una
risultante vettoriale tra le infinite possibilità energetiche del caso nel caos
che ti ha generato e dentro il quale ti muovi.
Chi ti osserva pensa distratto
che forse perseveri nell'errore percorrendo strade sbagliate, fai fatica a fare
comprendere che sei solo un normale errore, come il negroni sbagliato, sempre
discutibile, ma se a qualcuno piace sbagliato che problema c'è?
Diffidi della
rete, lo vedi che è mossa dalla rivoluzione finanziaria e dalla sua crisi,
certo di per sé è solo uno strumento, uno strumento neutrale ma strumentale
alle speculazioni finanziarie globali, niente d'alternativo, solo un diversivo,
non certamente un detersivo..., la rete sciacalla su tutto, tu connetti la tua
anima e non riesci più a farla volare, non si disconnette, non si disconnette
più!
Non ti piace il sindacato, non lo vuoi, non ne richiedi la
rappresentanza, non lo deleghi, in fondo chi è? Cosa è? Un organo come tanti
che non si occupa di te come lavoratore ma di te come consumatore, il datore di
lavoro è il vero produttore libero di operare come cazzo gli pare, come
pubblico lavoratore a momenti non esisti più, finisci col dipendere sempre di
più da i tuoi utenti, i lavoratori del domani che dipenderanno dai loro utenti
di domani, tutto qui, tutto così...
Come resistere? Resisti se cancelli
l'esistente e rifiuti la convenzione e le convinzioni ed armato esclusivamente
della cognizione di te riparti da zero, per questo senza colpe ricevi le
pietre, sei uno scandalo ad oltranza senza motivo, ti volgi contro precedenti
ammiratori, cerchi anche tu l'applauso ma solo a ragion veduta, cerchi e
ricerchi la tua opera d'arte.
TAVOR
Non conosci senso di colpa, non distruggi ed al limite
autodistruggi, non ferisci nulla che non sia te stesso, ti sfinisci, ti indebolisci,
non tolleri l'intima relazione che hai con il cosmo.
Non ami la tua arte, ti
disgusta, non cerchi comprensione e neanche la definizione, ti consideri un
pretesto per l'ignoto, aggredisci come fossi un asceta criticamente ironico.
Waterboarding!
Non ti accontenti di un mondo esteticamente bidimensionale, non
hai solo gi occhi, ti muovi forte di cinque sensi e dinapi tutto con grande
naturalezza nella tua cieca lucidità d'innamorato.
Non sai osservare le cose
per come sono, cerchi un contatto d'anima, sei un nodo, una ricetrasmittente,
un impiegato del pubblico.
Non t'interessa patinare la miseria, ti piace
comprendere le cose per ciò che sono e non nascondi ciò che non vuoi che non
esista sotto lo zerbino; la tua vita la consideri come grano, semini con la
consapevolezza che sarai macinato, il successo è la peggiore cosa che ti possa
capitare, l'auguri al tuo nemico e forse il successo crea il tuo nemico..
Nausei nella tua ricerca di compassione e di comprensione,
quando lamenti e lusinghi stili di vita che non sono i tuoi, non cambieresti
mai la tua disperazione, la ami, saresti incapace di essere diverso da come
sei; fai sorridere quando ragioni con piglio sicuro sull'arte, sei debole e
fragile e proprio nell'arte c'è la mappa topografica di tutta la tua
anormalità, ti ami e ti subisci attraverso quella che chiami la tua arte, arte
che tu declami averti salvato la vita, in realtà te l'ha tolta.
Visto dalla
giusta distanza sembri un folle, un irragionevole, ma a te sostanzialmente cosa
fotte? Chi è il padrone di te? Tu, la logica o la coerenza?
Non riesci proprio
a trovare qualcosa di più coerente e logico dell'illogico, ti muove solo il
bisogno, solo bisogno....
In testa hai riprodotta ciclicamente l'esplosione
che sembra l'attimo prima del big bang, quella cosa che ha fatto nascere e
confinare il sistema universo che dal tuo punto di vista sembra immenso ma in
realtà è piccolo quanto il tuo orizzonte visivo, ti cerchi, ti cerchi,
impudico, impertinente, senza vergognarti per svergognarti.
L'arcaico, il violento è dentro di te, con te, tu non sai bene il
perché, fingi che il tuo lato violento non esista; soffri la trasformazione e
soffri per trasformarti e questo ti frastorna.
Tenti di capire ascoltando il
tuo silenzio ma è difficile non inquinarlo...
Sai che ci sei solo se dai e
ricevi sempre, forse però dai troppo e ti ritrovi puntualmente con un bilancio
in perdita, allora rendi meravigliosa la sconfitta, perdere può essere bello se
ci si diverte giocando, in fondo vivere è sapere ingannare il tempo che passa,
ma il tempo passa oltre la dimensione dell'universo?
Il tempo che passa ti
scassa, schianta, scamazza e fracassa; osservi il tempo dalla tua dimensione e
crei il tuo di universo, a tuo uso e consumo personale, forse sei un folle ma
che meraviglia desta certa follia.
Allontani con fatica, grande fatica il
bipolarismo indotto dal pensiero politico e mediatico, sperimenti l'ascolto dei
tuoi sensi e dell'energia che produci, diventi estetica di te, ti racconti
calandoti nella profondità del tuo animo finendo per scoprire quant'è
assordante ed inevitabile la tua solitudine; niente effetti speciali, niente
emozioni sintetiche e virtuali, non sei un uomo del ventesimo secolo e neanche
del ventunesimo secolo, sei solo e semplicemente un uomo.
Non capisci bene
quale è la soglia della tua pazienza, non è una forma di talento la pazienza e
neanche di merito od originalità, non ha neanche forma la tua pazienza, fluida
scorre con il tuo tempo in maniera che non sai quantificare in km orari.
Cagliari Elmas, area sterile, il non luogo Cagliaritano dove ci
si muove come avvolti, un nodo di rete ed i nodi si sa, creano sempre qualche
problema, il nodo è quel punto che quando scalpelli appare invalicabile, tutto
molto asettico, gli accenti e le lingue cambiano a seconda della destinazione,
dove si va? Perché si va? Forse c'è un motivo e forse no ma ci si muove, per
esigenza naturale o per voglia di esplorare, in fondo i non luoghi, questi
insignificanti nodi di rete difficili da scalpellare ed impenetra.
Hostess si
lamentano per la condotta dei loro colleghi: questo non è un uomo è una donna,
dove sono finiti gli uomini? Gli uomini sono scomparsi e stanno scomparendo
confermo, ogni tempo ha il suo male, mi guardi concupiscente senza forse capire
bene....
Milano che cosa è? Dove consumi? Cosa consumi? A destra o sinistra?
Lega nord, la padania, il mi art, Giancarlo Politi e Gea Politi, Flash Art, un
alcolizzato schiantato al suolo con Flash Art nella tasca della giacca e tutti
quanti insieme andiamo verso qualche cosa, ma verso dove? Dove andiamo?
Sconfiggi i tumori, sconfiggi i cancri, debelli gli infarti ed inserisci gli
allarmi onde evitare che qualcuno si inserica, ti narcotizzi derubandoti e ti
lasci gli scarti....., calda e caliente Milano, ma ci sono stato sul serio,
troppo calda, la luce forse è un pò opaca, meno giallo, ma il caldo è lo
stesso, manca il vento del mare, il maestrale dove è? Il mare dove è? Moda e
arte, arte e moda, la capitale della moda è sempre alla moda? Non capisco
qualche cosa ma qualche cosa la capisco, girano i visitatori al mi art
lobotomizzati, quasi ipnotizzati, qual'è il rapporto tra arte e pubblico?
Quanti stand, quanti biglietti, ma quanto costa un biglietto? 15 euro, e se in
un giorno non riuscissi a vedere tutto? Tre giorni tre biglietti da visitatore
per un totale di 45 euro? L'arte cosa è? L'arte dove è? Se tu artista dovresti
avere un alto valore simbolico e racchiudere le suggestioni della tua comunità
che ti conferisce l'investitura dell'essere artista, che ti consente la
rappresentanza simbolica di un contesto affettivo e comunitario, come mai non
riesci a comunicare con la tua comunità ma solo con chi la governa?
Il collezionista, il tuo collezionista è il tuo principe, sente
il tuo fascino, ti annusa, vorrebbe incontrarti, conoscerti, frequentarti ed
ascoltarti, vorrebbe sapere per tenere per sé come un custode segreto le tue
opinioni sul mondo, sa bene che non sei un artigiano, sei un pensatore ed i
tuoi pensieri lui lo sa bene hanno un costo se tu non hai la forza di
liberarli, se li liberi non hanno prezzo.
Il valore dell'arte è nel senso che
tu le attribusici, io ho scelto il pubblico e comunitario, tu che ti muovi su
traiettoria di ricerca economica finalizzata a capitalizzare hai bisogno del
gallerista, del curatore e del collezionista, io no, non sono un artista?
Mi
servirebbe un critico? A che cosa scusa? Ad ispirare, promuovere e divulgare il
mio pensiero?
Ma sul serio sei convinto che la mia massima ambizione sia il
desiderare entrare in un museo d'arte contemporanea? Ma pecché? Per
mummificarmi in vita?
Perché mi cerchi collezionista? Vorresti conoscere l'arte
e le sue problematiche e vivere appieno il tuo tempo tramite il possesso di me,
speri di trovare in me la traccia del tuo passaggio su questo pianeta:
EGOISTA!!!
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