mercoledì 31 ottobre 2012

Qui Regione Sicilia

Continuano le gaffe di Rosario Crocetta, dopo soli due giorni dalla sua elezione. All'Unità, che gli chiede se secondo lui la mafia si sarebbe astenuta per queste elezioni, risponde: "Niente affatto, la mafia ha votato con tutte le forze pe
r impedire questo accordo nuovo tra le forze progressiste e moderate, che avrà i suoi effetti nella battaglia nazionale".
Si vergogni, presidente: i suoi metodi diffamatori continuano, nonostante le querele, nonostante le pessime figure. Se la mafia non si è astenuta e ha votato contro di lei, per chi ha votato allora? Per Nello Musumeci? Per Giovanna Marano? Per Grillo? Le piace così tanto questa operazione di autosantificazione condotta a colpi di fango contro l'avversario?

Le ricordo che Nello Musumeci ha una storia personale e politica immacolata, ed è stato per anni sotto scorta perchè sventò appalti mafiosi nel catanese. Le ricordo che Givanna Marano è una donna onesta e forte, con un curriculum di battaglie da sindacalista in mezzo ai lavoratori. E le ricordo, in ultimo, che il governo di Raffaele Lombardo - indagato per mafia - è stato tenuto in piedi per anni dal Pd, il suo partito, a seguito di un indecente ribaltone, e che durante queste ultime elezioni lo stesso Lombardo si è adoperato in più modi per procurare a lei, sottobanco, una bel mucchietto di voti. Notizie verificate e confermate su più fronti.
Le ricordo, poi, che ad essere alleato con L'Udc, il partito di Totò Cuffaro - in carcere per mafia - è lei, non gli altri.
E le ricordo, infine, che di chiacchiere sul supporto che a Gela le avrebbe dato il clan degli Emmanuello ce ne sono tante. Riportate sui giornali, collegate alle indagini (poi interrotte) dell'ex questore - oggi suo deputato - Malafarina, ed emerse anche in ragione di tutta una serie di intrecci tra mafia, imprenditoria e politica che negli anni hanno caratterizzato il contesto gelese. Tutto ciò, fatti salvi il suo impegno contro le cosche e la sua onestà, ci mancherebbe.

In ragione di tutte queste cose, e anche del suo nuovo ruolo istituzionale, le consiglierei maggiore sobrietà e avvedutezza. Non è più il sindaco di una piccola città del nisseno, ma il Presidente di una regione a statuto speciale, che ha i poteri e l'ordinamento di un piccolo Stato. Si controlli. E chieda scusa.


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