l mercato dell'arte come tutte le forme di mercato non è compatibile con la democrazia, la regressione delle ricerche artistiche sulla scia del mercato è scontata.
Il mercato non è compatibile con alcune regime politico, forma di governo e cultura popolare, comunitaria e simbolica, il mercato non è compatibile con la democrazia, con l'oligarchia e neanche con la dittatura.
Nella teoria dei mercati perfetti si insegna che ogni intervento dello stato non può fare altro che ridurre l'efficacia dell'economia, questo rende il mercato e gli artisti da esso proposti affascinanti e apparentemente rivoluzionari, in realtà non sono artisti di stato, ma artisti di mercato.
Non è vero che democrazia e politiche culturali ed economiche sono indipendenti, il mercato è allergico a governi e comunità, si è passati nella storia dell'arte recente, dal subire l'artista di stato a subire l'artista di mercato.
L'apertura al mercato e agli artisti derivati aumenta nelle comunità il rischio di shock esterni non solo culturali,l'aumento delle spese pubbliche e delle politiche economiche, anche per sostenere gli artisti a km.zero, questo è un innegabile dato di fatto.
Questo è il tempo del mercato e della democrazia che si sostengono a vicenda fino a negarsi e deformarsi, questo è il tempo delle mostruosità in casa e nel privato e in pubblico alla luce del sole o sotto la grandine.
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